Un posto al sole - Nina Soldano e Riccardo Polizzy Carbonelli a favore delle unioni e delle adozioni gay: "Chi ha detto che un figlio dev’essere educato per forza da una madre e un padre?"
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Grafica di Giovanni Trapani
Un posto
al sole da anni tiene compagnia a milioni di italiani,ma non ha mai
spesso di appassionare
il pubblico con le sue storie che strizzano l’occhio all'attualità. Fra le varie tematiche affrontate negli ultimi tempi c’è sicuramente l’omosessualità di Sandro, interpretato da Alessio Chiodini (qui l’intervista che l’attore harilasciato a Il mio mondo espanso), trattandola senza luoghi comuni, ma cercando di mostrare al suo pubblico le problematica dell’accettazione, del coming out in famiglia e dell’omofobia.
il pubblico con le sue storie che strizzano l’occhio all'attualità. Fra le varie tematiche affrontate negli ultimi tempi c’è sicuramente l’omosessualità di Sandro, interpretato da Alessio Chiodini (qui l’intervista che l’attore harilasciato a Il mio mondo espanso), trattandola senza luoghi comuni, ma cercando di mostrare al suo pubblico le problematica dell’accettazione, del coming out in famiglia e dell’omofobia.
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Proprio di omosessualità si sono trovati a risponde in un’intervista
a ‘Cinque Quotidiano’, Nina Soldano e Riccardo Polizzy Carbonelli, rispettivamente Marina Giordano e
Roberto Ferri. Alla domanda di Alessandro
Depetro su quale su cosa pensa dell’omosessualità, Nina Soldano, che qualche anno fa è stata protagonista di una
storyline lesbica, risponde di essere molto battagliera perché: “trovo che non esista un amore di serie A e uno di serie
B. E non ho avuto alcun imbarazzo a mettere in scena la storia tra Marina e
Aurora. Molta gente, però, non ha accettato proprio di vedere il mio
personaggio, questa femme fatale, cedere alle lusinghe di un’altra donna. Tu
non hai idea… in quel periodo ricevetti di tutto: mail di protesta, minacce,
volantini attaccati su tutte le macchine nei pressi della sede Rai di viale
Marconi. Passai un periodo d’inferno. Ma io sono una che per le giuste cause
non si tiene il classico cecio in bocca e risposi a tono a queste signore
perbeniste. Dico “signore” perché la critica veniva molto più dalle donne che
dagli uomini. Io, comunque, difesi a spada tratta quella storia che, tra
l’altro, era stata raccontata in modo molto soft, con scene davvero tenere. Non
c’era nulla di volgare, né di troppo esplicito a livello fisico. Era veramente
un amore romantico, raccontato con delicatezza. Malgrado le critiche, ebbi i
complimenti dall’onorevole Anna Paola Concia. Mi chiamò al telefono
ringraziandomi. Fu molto carina.”
Anche Riccardo
Polizzy Carbonelli, che nella soap inizialmente non ha preso bene l’essere
gay del figlio Sandro, dice di non aver alcun problema con l’omosessualità
perché: “sono per il rispetto delle reciproche diversità, per la libertà. Ma
senza esagerazioni o fanatismi. Perché, se portata all’esasperazione, la
libertà di esprimersi per ciò che si è e di manifestare la propria diversità
rischia di diventare repulsiva. Chiaramente condanno la sopraffazione nei
confronti delle minoranze e delle persone indifese.”
L’intervista continua con una domanda sulle unioni
civili e anche qui i due attori si dicono favorevoli al loro riconoscimento.
Nina
Soldano dice: “io sono favorevole. Ma per tutti. A esempio,
io convivo col mio compagno da sei anni e oggi, qualora dovesse succedergli
qualcosa e finisse in ospedale, io non conterei nulla. Per la legge sarei
un’estranea.”
Riccardo Polizzy
Carbonelli, invece, dice: “non ci trovo nulla
di male. Assolutamente. Trovo che un matrimonio riuscito sia quello in cui c’è
amore, rispetto, tenerezza e comunione d’intenti. Ma questo vale per ogni tipo
di coppia.”
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Infine sulle
adozioni da parte di coppie dello stesso sesso, entrambi dicono di non vederci
nulla di male.
Nina Soldano: “sì, io
non metterei tanti paletti. Chi ha detto che un figlio dev’essere educato per
forza da una madre e un padre? Magari due nuclei maschili o femminili
potrebbero dare un’educazione e una serenità molto più forte di quella di tante
famiglie “tradizionali” che si spaccano. Poi, con tutti i bambini costretti a
stare negli istituti che hanno bisogno di una famiglia, ben vengano le adozioni
gay. In fondo si dà amore. E a questo sentimento come puoi mettere un divieto?
Quando c’è amore non puoi chiudere le porte, le devi spalancare!”
Riccardo Polizzy
Carbonelli: “qui tocchiamo un
tema molto delicato… però sì, sono favorevole. Ritengo che la figura maschile e
quella femminile siano importanti per la formazione di un individuo, ma non
così preponderantemente necessarie. Ci sono tante storie familiari di coppie
etero in cui c’è stato un disinteresse nella formazione, nell’educazione, nella
crescita dei figli. Voglio dire, gli errori li possono commettere sia i
genitori etero, sia quelli omosessuali. Siamo tutti esseri umani e come tali
possiamo sbagliare. Ma non è il genere la discriminante.”
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