Racconti d'Estate - Speciale un nuovo mondo: Vacanze arriviamo

Prologo: Buone Vacanze

E sì questo è l'ultimo post di questa stagione, dal 1 Agosto infatti "i miei mondi" vanno in vacanza per tutto il mese e così io potrò disintossicarmi dal web che ultimamente mi ha quasi ossessionato. Prima di lasciarvi voglio riccordarvi alcune cose.

- raccontidivitagay@hotmail.it rimane sempre aperta e pronta a riceve tutte le vostre emails.

- Per quanto riguarda Il mondo espanso dei romanzi gay, vi risegnalo l'esclusiva dell'intervista a Paolo Vanacore.

Per tutte le altre novità vi rimando a Settembre... buone vacanze ragazzi.
A presto
Fra'




Speciale Un nuovo mondo: 
Vacanze arriviamo






- Ci vediamo alle 10:30 sotto casa tua e così poi partiamo , ok?

- Ok Alberto. Allo squillo scendiamo.

- Prefetto! A dopo.

Detto questo e io e Andrea ci siamo messi a infilare in valigia le ultime cose che ci sarebbero servite in vacanza, direzione Spagna. Quest’anno sarà la nostra prima vacanza da fidanzati, è così strano dopo tutto quello che è successo nell’ultimo anno, non avevo mai pensato a queste vacanze e soprattutto all’idea di farle non più da amici. Con noi verranno anche Alberto e Luca, il suo fidanzato, che ci ha presentato quella sera in cui ci vedemmo. Ricordo ancora il suo imbarazzo nel cercare di dirci che era fidanzato con Luca, non perché si vergognasse di questa storia, ma semplicemente perché era per lui la prima volta che lo diceva a qualcuno. Luca è davvero un bravo ragazzo. Ha 29 anni e lavora come commesso in un negozio di abiti molto alla moda. Ä– alto più o meno 1 e 78 e i suoi tratti sono tipicamente del sud. I capelli e gli occhi sono scuri così come la sua carnagione, è davvero bello. Alberto e Luca si sono conosciuti molto tempo fa per caso. Luca era a lavoro, quando si avvicinò a lui Alberto che gli chiese se in negozio ci fosse un maglioncino viola. Da lì mentre cercavano il capo, i due si sono messi a parlare e così, una parola dopo l’altra, Luca chiese ad Alberto il suo numero di telefono. Il nostro paramedico, restò si sasso.

- Ti ho sconvolto? – disse Luca

- No, no...

- Allora che c’è? Non ti ricordi il tuo numero?

- Beh veramente…

- Senti! Facciamo una cosa – prese un post it e iniziò a scrivere qualcosa – questo è il mio numero. Se ti va chiamami così usciamo a bere qualcosa.


- D’accordo.

- Bene! Sono 30,00 Euro

- Cosa?

- Paghi 30,00 Euro

- Ah si, certo. Ecco.

- Fatto. Questo è il tuo scontrino.

- Grazie.

- Allora aspetto la tua chiamata.

- Ok… Ciao allora

- Ciao - e gli fece un sorriso.


Alberto una volta uscito dal negozio non sapeva che fare. Era la prima volta che un ragazzo fosse stato così esplicito con lui. Tornato a casa, con il post it in mano, era dubbioso se chiamare o meno.


- E se chiamo e mi dice che stasera non può uscire? E se invece mi dicesse di sì, in fondo lui mi ha dato il suo numero senza che io gli chiedessi nulla. No, magari si sarà già dimenticato di me! Ma come fa a dimenticarsi se ha fatto tutto lui… Uff! Odio trovarmi in queste situazioni. Basta! Ora chiamo! E se… e se non risponde? Dovevo dargli il mio numero, così chiamava lui. Basta! Ora chiamo e questa volta veramente! – e così preso da una decisione che mai aveva avuto riguardo a certe cose, compose il numero.

- Pronto?

- Ehm… Luca?

- Sì? Chi parla?

- Ciao, sono Alberto

- Chi?

- Alberto il ragazzo che è venuto oggi in negozio…

- Chi?

- Cosa? Ehm… scusa... non avrei dovuto chiamare… ciao

- No, no aspetta. So benissimo chi sei... ti prendevo solo in giro

- E perché?

- Così, perché mi ha stupito ricevere la tua telefonata oggi stesso, non l’avrei mai detto. A prima vista mi sei sembrato un tipo che prima si fa troppe paranoie e poi alla fine, dopo almeno una settimana fa uno squillo.

- Ma chi io? Noooooooo, ma che dici. Ti ho chiamato non appena sono rientrato in casa, senza paranoie.

- Capito. Allora dimmi

- Be'… veramente… ti andrebbe di uscire con me…

- Stasera va bene per te?

- Come?

- Stasera, dico, ti va di uscire o hai già altri impegni?

- No, no... Nessun impegno. Fra l’altro è il mio giorno libero.

- Perfetto! Ci vediamo alla dieci al fast food del centro?

- Ok.

- Bene, così mi dici pure che lavoro fai.


Quando la sera si videro, non smisero neppure un secondo di parlare. Si raccontarono molte cose, esperienze amorose passate, gli studi fatti, lavori praticati e cose simili. Alla fine della serata, però si salutarono con un bacio.


- Alberto tu mi piaci molto. Di solito non dò il mio numero di telefono al primo ragazzo piacente che entra in negozio. Sei stato tu che mi hai spinto a fare questo colpo di testa.

- Be', anche tu mi piaci molto e non lo dico solo perché lo hai appena detto tu a me

- Lo so, tranquillo. Comunque proprio perché mi piaci molto non voglio fare sesso con te stasera. Preferisco fare le cose con calma e conoscerci prima bene.

- Sì, capisco.

- Spero che non ti dispiaccia.

- No, ma figurati, ti confesso che sono molto sollevato dalle tue parole. Neppure io mi sentivo pronto per un incontro sessuale, questa sera.

- Lo sapevo che non mi ero sbagliato sul tuo conto.

- Cosa?

- Niente. Baciami – e così di diedero un bacio interminabile.


Dopo quella sera i due si videro quasi tutte le sere, e poco alla volta si conobbero sempre meglio. Di certo Luca era più spigliato, aveva più esperienza in campo amoroso alle spalla, ma ad Alberto questo non dispiaceva. Anzi era felice che fosse lui a guidare il tutto. Passarono due mesi prima che si amassero in maniera carnale e tutto avvenne per caso. 
I due erano rientrati da una serata passata al cinema in cui videro un film il cui trailer li aveva colpiti. Usciti dalla sala Alberto disse a Luce se avesse voluto bere qualcosa a casa sua e quando l’altro accettò, andarono.
A casa si misero a parlare e con molta semplicità si ritrovarono avvinghiati fra di loro e si lasciarono andare al desiderio. Il tutto avvenne a Maggio, qualche giorno prima che le strade nostre si incontrassero.


- Quando ci fu l’incidente...- ci disse Luca a cena quella sera - Alberto era davvero preoccupato.

- Davvero? – dissi io – Non lo davi a vedere quando mi consolavi

- Non potevo certo trasmetterti le mie preoccupazioni Fabrizio, dovevo solo cercare di farti stare il più tranquillo possibile. Comunque, Luca continua a raccontare.

- Sì! Allora ti dicevo che mi chiamò e quando gli dissi cosa fosse successo, mi rispose ”Ti amo, non dimenticarlo mai”. A quel punto gli chiesi spiegazioni, e lui continuò dicendo “nel caso in cui dovesse succedermi qualcosa non vorrei avere il rimorso di non avertelo detto”. Gli dissi che pure io l’amavo e quella fu la prima volta in cui ce lo dicemmo. Poi mi spiegò il tutto…

- Sapete ragazzi, è stato proprio Luca a dirmi di non lasciarvi da soli.

- Sì, avevate bisogno di aiuto ed era il minimo. Comunque l’importante è che ora siamo tutti e quattro qua.


Dopo quella sera ci siamo visti spesso, siamo andati pure al mare tra giugno e luglio e proprio un giorno che trovavamo in spiaggia, abbiamo organizzato questa vacanza in Spagna. Finalmente le vacanze sono arrivate e tra poco meno di 10 minuti saremo in aero verso Madrid.


- Andrea hanno fatto lo squillo

- Amore sono pronto. Dai, prendi queste valige

- Ecco. Ho controllato tutto?

- Sì!

- Gas, acqua, finestre è tutto chiuso?

- Sì! Non diventare paranoico.

- Non si tratta di essere paranoici. Non vorrei che i miei tornando non trovino più la casa perché è scoppiata in aria dopo che è stata svuoata dai ladri.

- Oddio… sei preoccupante

- Fanculo.

***





- Forza fanciulli muoversi, muoversi – dice Luca scherzando.

- Da questo momento dobbiamo pensare solo a divertirci. Non pensiamo a quello che è successo, ma a quello che accadrà – dice Andrea.

- Esatto! Pensiamo solo a divertirci – continua Alberto

- Tutto il resto lo rimandiamo a settembre. Buone vacanze.
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Racconti di vita... gay: Gianni



Prefazione: Paolo Vanacore
Copertina di e con Giovanni Trapani
Casa Editrice: Tempesta editore
Prezzo: 15,00 Euro





N.B su Il mondo espanso dei romanzi gay, troverete l'intervista in esclusiva allo scrittore Paolo Vanacore.
Mentre l'ultima storia di "racconti d'Estate" verrà pubblicato sabato.


Locandina realizzata da Giovanni Trapani 
                          
Prologo: Anticipazioni di novità
Qualche tempo fa un giovane amico che si è trovato a leggere il mio mondo espanso, mi ha rivelato che questo blog lo ha aiutato a capire che forse non c’è niente di male nell’esser gay e questa rassicurazione arriva proprio in un momento in cui le sue certezze vengono messe in discussione da una sessualità che ha voglia di definirsi. Ä– così che nasce Racconti di vita… gay una rubrica che vuole dare a chiunque la possibilità di raccontare la propria esperienza per metterla in funzione di altri giovani e meno giovani ragazzi che si scoprono attratti da coloro che hanno lo stesso sesso e che non sanno affrontare questa realtà che, fino a poco tempo prima, era lontana dalla quotidianità. Ä– da quando ho preso coscienza di quello che sono che ho portato avanti questa mia “battaglia” atta ad aiutare tutti coloro che proprio in quei momenti di incertezza non sanno come reagire o come affrontare questa situazione che è , forse, la più grande di qualsiasi altra cosa con cui ci si trova a imbattersi. Un percorso, questo, che oggi fonda un nuovo tassello proprio in Racconti di vita… gay.

Questa di oggi è una sorte di puntata zero, ossia un’anticipazione su una delle novità (a cui Giovy ha dato un volto) che da settembre ci saranno su il mio mondo espanso.

Protagonista del racconto di vita … gay di oggi è Gianni, un ragazzo ventinovenne di Palermo che con le sue parole ha dato vita ad una testimonianza intima che difficilmente si trova in giro.

Gianni

Ricordo il periodo della mia adolescenza, e quando questo ricordo riemerge mi viene da sorridere, perché ciò che sono oggi è il frutto di ieri e mi spiace solo questo frutto non sia maturato prima perché consapevole di aver perso l’occasione di fare esperienze importanti che avrebbero ancora di più arricchito la persona che sono oggi. Ero un adolescente come tutti gli altri, l’unico “problema” stava nel fatto che mi resi sempre più conto che mi piacevano i ragazzi. Probabilmente in quel periodo non ho mai voluto fare i conti con questo lato di me stesso perché avevo altri parametri della mia persona con cui dover convivere e con i quali la gente usava ferirmi. I chili del mio grasso corporeo che mi trascinavo dietro, e i miei problemi visivi evidenti grazie ai “fondi di bottiglia” che dovevo portare erano già abbastanza per un ragazzo di 14 anni, e gli appellativi che mi attaccavano come post-it in fronte erano già tanti per far si che tra essi comparisse anche quello di “frocio” o “finocchio”. Devo dire tra l’altro che ero una persona non proprio sopra le righe, in quel periodo mancavo di coraggio per poter porre visibili le mie inclinazioni sessuali. Cosi tacevo i miei ardori sessuali, anche se non completamente. In realtà non facevo molto affinché gli altri non capissero che fossi omosessuale, anche perché non mi è mai veramente piaciuto fingere o quanto meno nascondere ciò che ero (sono).
Nella mia adolescenza, tuttavia, hanno avuto un peso non indifferente anche le persone non attinenti né alla mia cerchia di amicizie e né in quella famigliare. In quel periodo camminare tra la gente non era qualcosa di semplice. La mia obesità, la mia poca vista e la mia omosessualità latente, mi facevano camminanare tra la gente con l’angoscia di chi da un momento all’altro doveva essere additato, deriso. Avevo paura che la gente potesse leggermi nell’anima, scoprendo quello che più mi tormentava. Però dai ventisei anni in poi qualcosa è cambiato. Ho imparato a usare un normale specchio per vedere la mia immagine e ho lasciato solo a me il compito di “giudicarmi”, non badando più agli sguardi della gente o alle loro ipotetiche risate fatte alle mie spalle. La gente, però, è anche una preoccupazione di mia madre. Ricordo ancora la mattina in cui, appena svegliato, mi fece sedere al tavolo della cucina per annunciarmi che aveva letto il mio diario. Ancora oggi questo ricordo mi provoca dispiacere, perché posso immaginare come si sentiva, del resto non si era mai posto il problema di come potesse essere la vita di un omosessuale, e men che meno con il mio diario poteva ritenersi soddisfatta: impaurita da quello che la gente avrebbe potuto fare o dire nei miei confronti, mi raccomandava di non farlo sapere in giro, perché la gente è cattiva. Ovviamente non erano queste le parole che volevo sentirmi dire, e in quel momento ero frastornato dalla notizia e anche arrabbiato per il modo in cui lo era venuto a sapere. Oggi potrei dire che almeno mi ha tolto un peso, ma non è proprio cosi; sembra che ignori ciò che ha letto in quelle pagine, o comunque evita di affrontare ogni tipo di argomento riguardante l’omosessualità ancor meno se si parla della mia. Quando questo inverno le dissi che mi sentivo con un ragazzo che mi piaceva, per un attimo ho creduto si alzasse dal tavolo senza aver finito di mangiare (questo tavolo della cucina credo possa ritenerlo il simbolo del mio coming out), invece si limitò solo a dirmi “stai attento!”; ancora una volta la mancanza di curiosità mi fece decidere di troncare il discorso e non raccontare altro. Forse anche questo non ha permesso che io mi decidessi a dirlo a mio fratello. Con lui non ho mai avuto un rapporto profondo. Entrambi sappiamo che ci siamo l’uno per l’altro in caso di bisogno, ma per il resto ognuno si fa la propria vita non avendo mai instaurato alcuna sorta di amicizia. Ma proprio per il punto di riferimento che lui rappresenta per me o che io potrei rappresentare per lui mi piacerebbe che sapesse e mi rimanesse accanto. Questo è una delle questioni che continuo a rimandare per poter definire la mia libertà di uomo. Che poi non è nemmeno tanto questo; mi sento già libero, e oggi mi ritengo degno di vivere qualsiasi esperienza sentimentale o meno, poiché non faccio del male ad alcuno e non ledo la libertà di nessuno. Nonostante questa consapevolezza vorrei comunque che mio fratello mi accettasse in tutte le mie sfaccettature, inclusa questa. Dopo la discussione con mia madre, la mia vita ha continuato nello stesso identico modo per un altro paio di anni, fingendo con gli altri di essere ciò che non ero, eludendo le domande sul perché ancora non mi fossi trovato una ragazza o sul perché non facessi niente per provarci con qualcuna (avete presente le domande che i parenti impiccioni fanno nelle riunioni di famiglia?? ).
L’ immagine che proiettavo ai miei amici era quella di un ragazzo troppo timido e goffo per poterci provare sfacciatamente con una ragazza e che il tempo avrebbe probabilmente cambiato le cose. Facendo un salto indietro nei ricordi credo che l’ascesa alla totale accettazione di me stesso, l’ho avuta verso i ventisei anni. Mi ero innamorato di un mio amico(va a finire sempre cosi e io ho perseverato più volte in queste situazioni),ovviamente lui è eterosessuale, ma a dispetto di quello che era successo in passato, questa volta decisi di dirglielo. La nostra amicizia non fu intaccata molto e io per la prima volta mi sentii davvero libero, perché anche se non ero corrisposto, avevo trovato il coraggio per esternare i miei sentimenti comunque. E da quel momento in poi le persone a me più care furono messe a conoscenza che Gianni oltre a essere quello che loro sapevano era anche e semplicemente gay, ma questo non cambiava niente, anzi, finalmente con i miei amici potevo parlare anche di cose che prima mi privavo di dire, come ad esempio i miei malumori, le mie ansie, le mie infatuazioni.
In questo percorso psico-emotivo ho imparato quindi a volermi più bene, e questo fa davvero tanto perché non ti curi più della gente comune che ti può criticare o additare(sempre se lo fa veramente), perché semplicemente ti piaci. La strada da fare per completare questo percorso sicuramente è ancora lunga; devo ancora combattere con alcune mie paure e i miei ventinove anni non aiutano in questo perché mi rendo conto che ho perso comunque del tempo che non mi sarà restituito, e ne perdo ancora perché per alcuni versi ancora un po’ insicuro(uno di quei “versi” è appunto la mia età rispetto l’esperienza, un cane che si morde la coda in questo contesto). Ma come in tutte le cose della vita, oltre a metterci del proprio perché queste vadano bene, non guasta mai un tocco di fortuna, e in questa vicenda la dea bendata non mi ha abbandonato; infatti la fortuna o il fato ha voluto trovassi degli amici su cui poter fare affidamento e con cui relazionarmi per continuare la mia crescita; vi sono due amici tra l’altro che come me sono gay, ma rispetto me hanno un bagaglio di esperienze sicuramente più ampio. Grazie al loro aiuto, al loro spronarmi, e alla loro esperienza, ho potuto muovermi goffamente nel mondo sociale che mi si parava davanti, perché sempre alla ricerca di un’anima disposta finalmente ad essere amata ma al contempo ad amarmi. La loro amicizia è stata molto importante perché anche grazie a loro, ho potuto fare qualche “salto nel buio” che altrimenti avrei continuato a rimandare (sempre e anche per il cane che si morde la coda). Ora so chi voglio essere e cosa sto cercando, e non mi fermerà la paura di essere giudicato, anche perché la maggior parte delle persone che volevo mi conoscessero in tutte le mie sfumature hanno saputo il mio orientamento sessuale e per loro è solo un dettaglio in più della mia personalità che non toglie e non aggiunge niente a quello che per loro ero. Dopo aver capito che la mia vita vale tanto quanto quella di tutti gli altri mi sono aperto(ammetto ancora non del tutto) a nuove conoscenze riuscendo a fare le mie prime esperienze(pessime tra l’altro, ma questa è un’altra storia).
Il mio coming out non è ancora completato ma ciò che fino ad ora ho ottenuto iniziandolo a farlo è stato quello di gettare la maschera sociale che tanto pesava sul mio volto e che mi costringeva a recitare una parte che non mi si addiceva e che frenava la ricerca di un sentimento corrisposto.


Se anche tu vuoi condivide la tua storia, mandala via e-mail a raccontidivitagay@hotmail.it e da settembre potrai leggerla su il mio mondo espanso per far confrontare chi legge con le diverse realtà gay e perché no, confrontarti tu in prima persona.



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Numero Zero17

***

Sei diventato il mio nuovo mondo, il mondo migliore nel quale qualcuno posso aspirare a vivere


Frase che un disegnatore ha dedicato al suo fidanzato in una sera che ha reso diversa dalle altre.
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Racconti d'Estate: Reality fra le lenzuola

Ormai siamo quasi alla fine di Luglio e con esso siamo pure vicini alla fine di questa breve avventura chiamata "Racconti d'Estate". Sì perché la settimana prossima pubblicherò l'ultimo racconto breve che però sarà un po' diverso da quelli a cui vi ho abituato in queste settimane (a tutti gli amanti di Un nuovo mondo consiglio di non perdervi la lettura della prossima settimana) e che segnerà anche l'ultimo racconto fino a settembre, quando ritornerò con tante novità. Bene allora vi lascio al racconto di oggi che in un certo verso è l'ultimo di questo tipo. Pubblico oggi quello che doveva essere inizialmente il racconto con cui si sarebbe dovuta aprire questa etichetta e che alla fine per una serie di motivi ho posticipato, portando in esso delle modifiche a iniziare dal titolo. Come sempre spero che vi piaccia.
Buona Lettura
Francesco Sansone

Reality fra le lenzuola

 
- Ciao mi chiamo Sergio ho 23 anni – è così che è iniziato il mio provino per cercare di entrare in quel reality. Mi trovavo davanti a quei tre autori che iniziarono a farmi domande più o meno valide per testare se fossi buono per la televisione, se fossi buono per quel reality show. Non so neppure io perché ci sia andato, non sono uno di quelli che ama mostrarsi e tanto meno, conoscendomi, non sarei in grado di restare chiuso in una casa per tot giorni senza uscire neppure dieci minuti. Darei di matto entro una settimana. Pero l’ho fatto, forse perché volevo fare un’ esperienza o semplicemente perché avendo letteralmente due soldi in tasca, uno le prova tutte per racimolare un po’ di denaro, e quindi mi sono presentato con tanto di numerino davanti a quei tre che mi chiedevano quale fosse il mio tallone d’Achille e il mio motto. Uscito fuori da quella stanza, che era più simile ad un loculo che ad altro, mi sono incamminato verso l’uscita.

- Allora come ̬ andata? Рmi ha chiesto un ragazzo, Flavio, che avevo conosciuto poco prima di entrare.

- Beh, non credo di essere il tipo giusto e credo che loro l’abbiamo capito.

- Mi spiace.. però non è detto, magari..

- No,tranquillo … vivrò ugualmente, infondo non so neppure io perché ci sia venuto.

- Cazzo! Mi hanno chiamato. Ti va di aspettarmi, così poi ci beviamo qualcosa assieme?

- Perché no?

- Ok! Sì sono qui. Arrivo – disse a colui che lo aveva chiamato.





***



- Allora come è andata?

- Ah, lascia perdere sono tutti degli stronzi.. Non vogliono delle persone, vogliono solo dei personaggi da mettere in un calderone senza badare alle personalità vere ma a quelle che possono rappresentare.. e io che credevo che cercassero persone vere..

- Dai vedrai che li hai colpiti

- Dici?

- A me mi hai colpito – gli ho detto senza neppure rendermene conto. Dicendolo ho visto il suo sguardo fissarmi con una malizia.

- Bene! Allora diciamo che qualcosa oggi l’ho azzeccata?

- Che vuoi dire?

- Niente di che. Ammazza che caldo che fa oggi. Caffè al bar?

- Beh veramente.. non so come dirlo … non ho molti soldi, anzi diciamo che non ho nemmeno un centesimo.

- Bene. Bello e squattrinato. Beh a dire il vero neppure io ho un centesimo in tasca. Ti va di andare a casa mia? Abito a due isolati da qui. Ho del tè freddo in frigo e non ti costa nulla, solo due passi a piedi.

- Ok. Ci sto!

Camminandogli accanto gli ho più volte buttato l’occhio addosso. Era davvero bello. Alto 1,80 circa, capelli castani tagliati alla moda, occhi castani. Indossava una canottiera grigia, quelle che si trovano da “Intimissimi”, un paio di jeans un po’ larghi che gli cadevano un po’, lasciando ben vedere l’elastico degli slip verdi. Un fisico asciutto e un culo bello solido. Parlavamo del più e del meno. Del perché ci siamo presentati ai casting e cose simili. Anche lui mi fissava e meno celatamente di come facevo io. Nemmeno a farlo a posta eravamo vestiti più o meno alla stessa maniera, cambiavano solo i colori della canottiera, degli slip. Anche i colori dei capelli e degli occhi erano uguali, e benché lui fosse più alto di me di circa 3 centimetri, non si notava.



***





- Fai come fosse casa tua. Se vuoi ti puoi pure togliere la canottiera. Hai sudato un casino.

- Beh dai non ti preoccupare

- Vedi che ho già visto un petto nudo. – mi ha detto togliendosi la sua canottiera grigia – Comunque io la tolgo sento caldo. Anzi se per te non è un problema, togliere pure i jeans.. fa troppo caldo.

- No, figurati, sei a casa tua – ho risposto con un po’ di imbarazzo ma con un’eccitazione che stava esplodendomi dentro gli slip.

- Allora questo tè lo prendiamo?

- Sì.

- Bene - andò verso il frigo aprendolo. Prese la bottiglia della bevanda. – I bicchieri! Dove sono i bicchieri? Ah che scemo! Al solito posto. Ecco un bel bicchiere freddo freddo per te – e dicendolo me lo ha passato, sfiorando le dita della mia mano con la sue. Sedendosi fa rovesciare il bicchiere per terra. – Cazzo che imbranato, mi sono bagnato tutto. – e alzandosi vidi le sue mutande bagnate che lasciavano intravedere il suo membro eretto.

- Come posso fare per aiutarti? Se mi dici dove è la carta, posso…

- Sì, è sullo sportello sopra il frigo, intanto io mi tolgo ‘ste mutande.. sono zuppe.

- Ma che fai..

- Oh scusa non volevo imbarazzarti.

- No, ma che dici? Non è questo il discorso è che..

- Cos’è?

- E che se continui così, io muoio.

- Allora non morire e spogliati. – dicendolo venne verso me tutto nudo come era. Si inginocchiò e prese il mio membro in bocca, facendolo suo. Lo teneva in bocca con una cura che mai prima d’ora mi era capitato di ricevere. Ogni suo movimento, mi lasciava andare ad un mugolio. Mi fissava dal basso e quello sguardo così impertinente, me lo faceva drizzare ancora di più. Poi si alzò e prendendomi la mano, mi trascinò verso la sua camera da letto. Mi gettò sul letto e posizionandosi nella parte opposta alla mia, fece modo che il suo membro mi finisse di fronte la bocca. Vedendolo lì, così rigido, non riuscì a resistere e lo presi in bocca. Restammo così per un tempo indefinito, poi mi disse “scopami” e alzandosi si posizionò sopra il mio ventre e in meno di due secondi io ero il lui. Si muoveva come un indemoniato, mentre con la sua mano si masturbava. “Vengo, vengo, vengo” con questa parole ripetuta tre volte in maniera nevrotica, schizzò e il suo seme si appoggiò sul suo ventre e sulle mie gambe. Quando sentii il seme sulle mie gambe, vibrai e sentivo il mio seme salire su.

- Sto venendo – gli dissi con la foga tipica del momento, lui si alzò e guardandomi negli occhi mi disse “Vieni”. Quelle parole furono come una formula magica. Il mio seme uscì in un getto incontrollato che lo imbrattò un po’ da per tutto. Dopo di che sì appoggiò sul mio petto dicendo. “Hai visto? Quei tre coglioni non capiscono un cazzo. Avremo fatto scintille in quel cazzo di reality io e te.”

- Già. Pazienza per loro

- Comunque io il mio reality l’ho vinto qui nel letto.

- Sì anch’io.

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Markette con la K 3 - Video




Da oggi il mondo espanso del cinema gay si arricchisce di una nuova etichetta. Cliccando su "video", di volta in volta, vedrete le schede dei film di cui ho già parlato e che da oggi saranno inclusi della opzione download. Naturalmente se volete potede dirmi quali film vorreste vedere prima fra quelli già postati. Oggi intanto vi posto la funzione download in:



Tokyo Godfathers
Altromondo
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Racconti d'Estate - Chat di una notte di mezza estate

Prologo

Un'altra settimana è passata e ormai siamo nel pieno dell'estate (la mia abbronzatura ne è la dimostrazione). Le giornate sono sempre più calde e aspettiamo tutti la sera per un po' di benessere (anche se in questi giorni neppure il calar del sole regala un po' di aria fresca). Di giorno siamo distesi sui teli mare per colorarci, mentre la notte usciamo per divertirci, anche se non sempre una volta rientrati siamo pronti a porre fine al nostro divertimento. Di questo parlo proprio nel racconto di oggi che spero vi piaccia e che vi dia un po' di freschezza.
Buona lettura
Francesco Sansone

P.S. (In)consapevole questo è il racconto di cui ti ho accennato in queste settimane, spero ti piaccia.


Chat di una notte di mezza estate


Ero appena tornato da una serata con degli amici in una discoteca allestita in un lido, dove oltre a ballare, avevo mosso il bacino anche in un altro verso con un ragazzo carino conosciuto lì e di cui non sapevo neppure il nome, o quanto meno, come capita ogni volta, non lo ricordavo più dopo trenta secondi in cui me lo aveva detto. Erano le 4 e ancora non avevo sonno e tanto meno ancora il mio corpo non era del tutto soddisfatto dal punto di vista ormonale, così mi sono posizionato al PC e sono entrato in una delle chat che solitamente frequentavo e che mi forniva sempre dei bei momenti fisici sia virtuali che reali. Dopo aver effettuato l’accesso, mi ritrovo nella stanza “insonni”. Con mio grandissimo piacere mi rendo conto che quella notte non ero l’unico a non riuscire a chiudere occhio. In meno di dieci secondi vengo contattato in privato da dieci persone.


***

“A o P?”

***

“Che cerchi?”

***

“Sex via CAM?”

***

“Sega in CAM?

***

“Ciao come va?”

***


Di tutti quei messaggi, lascio aperta solo l’ultima finestra. Cazzo, è vero che voglio divertirmi, però un minimo di dialogo non mi spiace. E così, metto le dita sui tasti della tastiera e inizio a rispondere


“Ciao, io bene tu?”

“Bene, anche se non riesco a prendere sonno?

“Come mai? Pensieri per la testa?”

“no, no.. nulla di tutto questo, è solo che fa troppo caldo e …”

“E …”

“E con il caldo mi si è alzato tutto”

“Intendi la temperatura?”

“Sì, anche quella del mio cazzo però”

“Ah! Bene.. e come posso aiutarti?”

“Non saprei, tu hai suggerimenti’”

“Può darsi … hai CAM?”

“Sì”

“ TI va di vederci?”

"Ecco il mio contatto MSN”






Mi ha scritto il suo indirizzo e mail e così in men che non si dica, l’ho aggiunto fra i miei contatti. Non appena ha accettato l’invito, vedo spuntare sul mio schermo una finestra di MSN.


“Sei tu?”

“Sono io! E tu, sei tu? :) ”

“Sì sono io”






Quando vedo la sua foto che aveva messo come avatar, noto che è davvero un bel ragazzo. Da quello che riesco a vedere ha un bel viso; occhi castani e capelli neri corti, ma non troppi e mossi, praticamente l’opposto di me che ho i capelli rasati di color biondo, occhi castano scuro. Sembrava avere anche un bel corpo tonico più o meno come il mio.


“XXX ti ha invitato alla video chiamata”

“SSS ha accettato il tuo invio”


Quando le CAM si accendono, vedo che la sua è posizionata all’altezza del petto, dandomi così la certezza che quello che avevo pensato sul suo corpo, fosse vero.


“Scusa considerando che io ho visto la tua foto e tu la mia, perché per ora non metti la CAM in altezza del viso?”

“Già! Hai ragione eheheh”

E così lo vedo in viso. Ė ancora più carino che in foto.



“Sei davvero carino XXX”

“Anche tu SSS”

“Allora mi dicevi che ti si è alzato tutto. Deve fare davvero caldo lì da te”

E sì e ora ancora di più”

“Come mai?”

“Guardandoti è il minimo. Se non fossi completamente nudo, mi spoglierei per cercare un rimedio a sto caldo”

Allora sei completamente nudo?”

“Sì”


Finito di scriverlo, si è alzato in piedi, mostrandomi le sue nudità e il suo cazzo eretto, che stuzzicava con la mano. Era un bell’affare. Non troppo lungo né troppo corto e abbastanza grosso


“Allora mi devo adeguare, non vorrei farti sentire a disagio”


E così tolgo la canottiera e gli slip, mostrandogli che pure io sono davvero accaldato. Il mio cazzo, simile nelle forme al suo, è completamente duro ed alzato.


“Allora che si fa XXX?”

“Tu che vuoi fare SSS?”

“Beh vorrei aiutarti a sbollire il caldo”






Mi sono seduto sulla poltroncina, completamente nudo, con le gambe aperte e ho iniziato a toccarmi con più decisione. Lui intanto resta fermo, con la mano sul suo cazzo, a fissarmi. Dopo prende un giocattolino da qualche parte. Un vibratore in silicone, di circa 20 centimetri che si strofina intorno all’ano. Prima lo fa delicatamente e poi con un gesto deciso, lo fa tutto suo iniziandolo a muovere. Le sue gambe si distendono allungandosi per il piacere, mentre il suo collo va all’indietro.. Si è alzato poi per mostrarmi da vicino quello spettacolo. Mettendosi di schiena si abbassa a 90 gradi e così ho il suo culo con il vibratore che andava su e giù in faccia. Si rigira di nuovo e adesso in primo piano c’è il suo cazzo, ormai prossimo a esplodere. Aspetta che faccia qualcosa di più della semplice sega seduto in poltrona e così alzandomi dalla sedia attacco a massaggiarmi con la mano il petto, scendendo lentamente sui miei pettorali scolpiti ancora sudati e ancora oliati. Sembra che questo gli piaccia e così torna a sedersi, continuando ad auto scoparsi con il fallo finto e a masturbarsi, fino a quando non sente il getto dello sperma arrivare su. Si è alzato e avvicinandosi allo schermo e mi mostra il getto di sperma che usciva da lui. Un getto lungo e ricco che fece venire pure me.


“Credo che ora potrò dormire più fresco”



“Sì pure io”



Ci sentiamo”



“Ok ciao”



“Ciao”



“XXX s’è disconnesso”


Dopo essermi ripulito con un po’ di carta, prendo di nuovo possesso del PC per chiudere la chat. Non c’era più neppure lì, mi sa che davvero il caldo di questa notte di mezz’estate gli era passato con me.
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Numero Zero16

***

Io tengo a te... io tengo molto a te!

Frase con cui ho dato il buongiorno a Giovy
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Racconti d'Estate - La festa d'Estate



Prologo
Un nuovo giovedì è arrivato e con esso arriva un nuovo racconto di questa fresca etichetta. Inizialmente, considerando la lunghezza del bravo, avevo pensato di pubblicarlo in due settimane, ma poi mi sono detto "ma no! I ragazzi con questo caldo vogliono rilassarsi un po' con la lettura" e  così alla fine ho deciso di pubblicarlo tutto oggi. Spero vi piaccia e che vi aiuti a stare un po' meglio in questi giorni caldi.
Alla prossima
Francesco Sansone





La Festa d’estate



Ogni anno a metà luglio io e i miei amici organizziamo la festa d’estate. Un mega evento open bar dove, dopo aver pagato 5 euro, ognuno può venire e bere quello che vuole ballando fino all’alba, lasciandosi andare ad ogni sorta di perversione.


Nei bigliettini che distribuiamo già a metà giugno, ogni anno scriviamo “ Festa d’estate: dove tutto è concesso a tutti” e ogni anno succede di tutto e, estate dopo estate, i partecipanti sono sempre più. Diciamo che la nostra festa è uno degli eventi della città più attesi durante la bella stagione.

Si inizia sempre alle 23:00 e il luogo che ospita la festa è una villa sul mare di uno dei miei amici, Ale. Già alle 22:30 fuori dal cancello ci sono una centinaia di ragazzi desiderosi di lasciarsi andare a tutto, sesso incluso.

Io, Carlo, Giorgio e Ale oltre ad essere gli organizzatori, ricopriamo anche gli altri ruoli. Giorgio, che di noi è quello più pompato, sta all’ingresso, Carlo alla console , mentre io e Ale al bar. Ogni anno alla fine della serata finiamo per andare a letto con qualcuno. Devo pure dire che io e i miei amici siamo oggetto di desiderio per molti dei ragazzi che vengono. Molte volte in questi anni alcuni partecipanti ci hanno detto che uno dei motivi che li spinge a venire è quello di poter venire con noi. Quindi anche quest’anno ci aspettiamo qualcosa di simile e anche di più, perché negli anni, ogni volta è sempre peggio o meglio dipende dai punti di vista.

Ore 23:00, si aprono i cancelli. Carlo mette su il primo pezzo che da tradizione è “Sexy boys” di Kinkly Boyz feat Kia, insomma la stessa che fa parte della colonna sonora di “Queer As Folk”, e Giorgio poco alla volta fa entrare tutti . C’è chi inizia subito a sgambettare, chi invece viene al bar, chi invece si apparta già per una prima sveltina.


All’ 1:00 c’è già il delirio. I ragazzi iniziano a togliersi magliette e camicie, in modo da poter sfiorare la pelle di quelli con cui stanno ballando o di quelli attorno.



- Quest’anno è ancora peggio dell’anno scorso – grido a Ale che pur essendo accanto a me non riesce a sentirmi. Mi guardo un po’ attorno e vedo che Giorgio ha le spalle contro il cancello, mentre un ragazzo magrolino è in ginocchio di fronte a lui che si dà da fare. – Guarda Giorgio, si prende una pausa mentre noi siamo qui a sgobbare – grido nuovamente ad Ale che alza lo sguardo per vedere lo spettacolo.



- Povero, s’è esaurito... ha bisogno di riprendersi. Bastardo – mi risponde Ale e scoppiamo a ridere.



- Un 4 bianchi liscio e senza sciroppo di fragola - ci chiede un ragazzo di fronte a noi. Ä– un figo della madonna. Alto più o meno 1 metro e 77, capelli castani chiari, occhi verdi. Un sorriso perfettamente bianco e perfetto che fanno da contorno alla bocca carnosa e all’abbronzatura fresca di giornata.



- Ci penso io a lui – dico al mio amico che intanto viene braccato da un altro ragazzo altrettanto figo.



- Beh, mi sa che pure noi adesso ci rilasseremo – mi bisbiglia Ale, schiacciandomi l’occhio e si allontana per sentire meglio cosa gli ha detto il tizio.



- Allora un 4 bianchi, liscio e senza sciroppo, giusto?



- Esatto. Ma fate sempre così tu e il tuo amico?



- Cioè?



- Vi dividete i ragazzi che vengono a chiedervi da bere?



- No. Solo quelli belli come te



- Be’, allora è tutto un altro discorso.



- Già! Ecco il tuo drink.



- Grazie! Ma tu non fai mai una pausa?



- Di solito più in là. Quando il ragazzo che vi fa entrare ci raggiunge.



- Capito. E adesso dov’è? Perché non lo fai venire, così ti prendi una pausa?



- Perch̩ ancora non ̬ venuto Рe con la testa gli faccio segnale di guardare verso il cancello.



- Ah! Allora quando viene, vieni a cercarmi. Io vado un po’ in giro. Ci becchiamo.



- Ci becchiamo! – e va via con in mano il suo bicchiere, lanciandomi uno sguardo che voleva essere un invito a sbrigarmi.



- Come ̬ andata Manu? Рmi domanda Ale



- “Ci becchiamo”. Quanto cazzo ci sta Giorgio - ci giriamo e vediamo che adesso il nostro amico è impegnato a incularsi quel tizio. - Porca puttana! Se lo sta pure scopando



- Dai tranquillo, quello la ti aspetterà.



- Lo so, però già l’ho gonfio.



- Tie’! Un po’ di ghiaccio ti aiuterà – e Ale mi infila due cubetti dentro ai jeans.



- Figlio di puttana. Questa me la paghi. – e scoppiamo a ridere.



- Guarda che pure io sono nelle tue stesse condizioni.



- Allora ti ricambio il favore, stronzo. E anche nei suoi jeans finiscono due cubetti di ghiaccio.



- Stronzo. Ehi guarda là. Anche Carlo ci sta andando dentro – e girandoci vediamo che il nostro amico si bacia con un tizio che intanto lo masturba. – Speriamo che non dimentichi la musica.

 

I want your loving
And I want your revenge
You and me could write a bad romance
I want your loving
All your love is revenge
You and me could write a bad romance

Oh-oh-oh-oh-oooh!
Oh-oh-oooh-oh-oh!
Caught in a bad romance

Oh-oh-oh-oh-oooh!
Oh-oh-oooh-oh-oh!
Caught in a bad romance

Rah-rah-ah-ah-ah!
Mum-mum-mum-mum-mah!
GaGa-oo-la-la!
Want your bad romance







- Eccomi ragazzi! Cazzo quello là era davvero un porco.



- Sì ce lo dici dopo. Stai qua, noi andiamo. A dopo



- Ehi ma non potete lasciarmi qua.



- Tranquillo se ti guardi in giro vedi che per ora questi vogliono altro da bere.




In effetti ormai è un vero bordello. La gente scopa da per tutto. Mi metto a girare in cerca del mio 4 bianchi.




She's nothing like a girl you've ever seen before
Nothing you can compare to your neighbourhood hoe
I'm tryna find the words to describe this girl without being disrespectful
The way that booty movin I can't take no more
Have to stop what i'm doin so I can pull up closeI'm tryna find the words to describe this
girl without being disrespectful



Dam girl
Dam you'se a sexy bitch
A sexy bitch
Dam you'se a sexy bitch
Dam girl



Dam you'se a sexy bitch
A sexy bitch
Dam you'se a sexy bitch
Dam girl




Dopo un bel po’ passato a cercare, lo trovo mentre anche lui si dimena per il piacere procuratogli da un pompino che un tizio, abbastanza bruttino, gli sta facendo. Mi avvicino a lui.



- Deve averti proprio fatto sballare sto 4 bianchi se ti fai fare una pompa da questo qua. – gli dico all’orecchio – Comunque ci si vede.



- Aspetta! Vieni qua pure tu



- Non ci penso nemmeno. Non sono ancora così perso. Ci vediamo. – e me ne torno al bar lanciandogli un’occhiata per fargli capire che ancora non tutto era perso.



- Già fatto? Cazzo veloce!



- No, ancora non è successo nulla, mi sto preparando il terreno.



- Dici che c’è di bisogno?



- No! Però sai che mi piace giocare.



I know you want me (want me)
you know I want cha (want cha)
I know you want me
you know I want cha (want cha)
I know you want me (want me)
you know I want cha (want cha)
I know you want me
You know I want cha (want cha)
one-two-three-four
Uno-do’-tres-cuatro
Rumba (Si)
Ella quiere su Rumba (Como?)
Rumba (Si)
Ella quiere su Rumba (Como?)
Si es verdad que tu ere guapa,



Yo te voy a poner gozar
Tu tiene la boca grande
dale ponte a jugar (Como)
one-two-three-four
Uno-do’-tres-cuatro (Woooo-ooo!)




- Un 4 bianchi, liscio e senza sciroppo di fragola.



- Ehi, chi si rivede?



- Già! Allora me lo dai?



- E me lo chiedi così?



- Intendevo il 4 bianchi



- Non pensi che hai bevuto troppo.. non distingui più i tipi interessanti e ti accontenti di un pompino dal primo venuto.



- Non sono affari tuoi.



- Io lo dicevo per te.



- Ti ringrazio. Comunque quando fai la prossima pausa?



- Non lo so, perché?



- Così, per bere qualcosa con te.



- Be’ allora, mi sa che dovrai aspettare un bel po’



- E chi ti dice che io voglia aspettare?



- Ah nessuno. Sei libero di fare quello che vuoi, come hai già fatto



- Infatti. Grazie. Allora ci si vede



- Può darsi. Ciao – non mi risponde e se ne va con la faccia di uno che è rimasto deluso. Fissandolo vedo che si scola in un solo sorso tutto il bicchiere. – Ä– completamente andato.



- Cosa? Рmi chiede Ale che intanto ̬ appena tornato e beve una vokda alla pesca e redbull.



- Niente. Mi sto divertendo. Come è andata a te?



- Non puoi capire. Quest’anno sono peggio dell’anno scorso.



- Lo so – e guardo verso il mio 4 bianchi che balla come un matto.



The music's on and I'm dancing
I'm normally in the corner just standing
I'm feeling unusual
I don't care cause this is my night



I'm not myself tonight

Tonight I'm not the same girl same girl
I'm not myself tonight
Tonight I'm not the same girl same girl




- Un 4 bianchi. Ale giusto?



- Sì



- Ma dov’è il tuo amico?



- Guarda alla tua destra



- Ma che sta facendo?



- Be’ direi che è chiaro che si sta divertendo.



- Che figlio di puttana e io che..



- Amico, tranquillo..




I'm not myself tonight
Tonight I'm not the same girl same girl

I'm not myself tonight
Tonight I'm not the same girl same girl

 

- E poi sarei che sono fuori – mi dice fra l’incazzato e il dispiaciuto



- Cosa? Ah sei ancora qua? Non ti avevo visto. – non è vero l’ho visto benissimo, ma ormai voglio giocare pesantemente



- Ma chi ̬ questo? Рdomanda il tizio inginocchiato di fronte a me



- Niente, continua. Ä– solo uno che mi ha chiesto da bere al bar. Dove vai, vieni qua – gli dico, ma lui mi risponde alzandomi il dito medio. – Cazzo penso di aver esagerato.



- Cosa?



- Niente continua!



i can't go any further then this
i want you so bad it's my only wish
i can't go any further then this
i want you so bad it's my only wish



let's walk the bridge, to the other side
just you and I (just you and I)
i will fly, i'll fly the skies, for you and I (for you and I)
i will try, until i die, for you and i, for you and i, for for you and i,
for for you and i, for for you and i, for you and i




- Non pensi di aver esagerato con quel ragazzo? – mi dice Ale



- Mi sa di sì, lo hai visto?



- Ė seduto lì. Ha bevuto altri 2 bicchieri di 4 bianchi in meno di 5 minuti. Vai da lui.


i can't go any further then this
i want you so bad it's my only wish
i can't go any further then this
i want you so bad it's my only wish



- Posso? – gli chiedo quando sono accanto a lui.



- …..



- Lo prendo come un sì



- Prendilo come vuoi!



- Uhm! Ci penserò



- Come va la testa?



- E cosa ti frega?



- Dai, non fare l’offeso. Vuoi dell’acqua?



- No grazie.



- Ho capito! Vieni con me



- Dove?



- Non ti preoccupare.



Entriamo nella camera dove di solito dormo quando sono qua.



- Stenditi, hai bisogno di riposarti.



- Mi spieghi perché adesso sei così gentile, quando prima mia hai trattato come una merda?



- Non ci pensare più adesso. Stenditi.



- Ti stendi con me?



- Ok. – lo faccio e lui posa la sua testa sul mio petto, mentre con la mano mi accarezza. A poco a poco le sue mani arrivano sui jeans, li sbottona e prende fra le mani il mio cazzo. Si abbassa la testa e comincia a muoversi. Lo possiede con ardore, con voglia, con desiderio. I vestiti via via che passa il tempo spariscono dai nostri corpi. Ci ritroviamo nudi che ci baciamo. Poi sale su di me e iniziamo a scopare. Mi fissa con quello sguardo che mi ha fatto impazzire sin dal primo istante in cui l’ho visto. Il movimento è sempre più veloce. Ansima sempre più energicamente.. Si china e fa in modo che ci giriamo senza che il mio cazzo esca da lui. Ora sono io sopra lui. Allunga le braccia e con le mani si aggrappa alle lenzuola. Muove la testa. Si passa una mano nei capelli, quasi a strapparseli dal troppo piacere.



- Vengo! – gli sussurro e lui sentendo il mio sperma sul petto, viene senza nemmeno toccarsi. Mi stendo al suo fianco e rimaniamo in silenzio con lui sul mio petto.


Parapapapapapapapapa
Paparapaparapapara clack bum
Parapapapapapapapapa



Morro do Dendê é ruim de invadir
Nois, com os Alemão, vamo se diverti
Porque no Dendê eu vo dizer como é que é
Aqui não tem mole nem pra DRE
Pra subir aqui no moro até a BOPE treme
Não tem mole pro exército civil nem pra PM
Eu dou o maior conceito para os amigos meus
Mais Morro Do Dendê Também é terra de Deus


Fé em Deus, DJ
Vamo lá

Parapapapapapapapapa
Parapapapapapapapapa
Paparapaparapapara clack bum
Parapapapapapapapapa





Alle sei la festa finisce. Io e i miei amici ci guardiamo soddisfatti



- Anche quest’anno bella festa. Diciamo io e Ale



- Beh l’anno prossimo ancora di più – risponde Carlo



- Contaci amico – ribatte ancora elettrico Giorgio. Io e Ale ci guardiamo e sorridiamo. S’è fatto tardi è ora di andare a dormire.



- Alla fine come ̬ andata? Рmi chiede Ale



- Come al solito. Andiamo va.



- Sì, andiamo. Domani è un altro giorno d’estate. – E con il braccio di Ale sulle spalle, mi dirigo verso la camera.

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