VIDEO - Proposta di matrimonio gay in palestra

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Eccoci qua a mostrarvi una nuova proposta di matrimonio che un ragazzo ha avanzato al suo compagno.

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In questo 2016 vi abbiamo mostrato diverse proposte e abbiamo visto che non c’è ogni luogo - olimpiadi, aeroporto, reality, partite NBA, gay pride, giochi di ruolo – è giusto per  chiedere a chi si ama di farsi sposare.
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Oggi vi mostriamo la proposta che Nico ha fatto a Mikey all’interno della palestra Fitness First, dove i due si allenano e dove si sono conosciuti un anno fa, quando Nico gli ha rivolto la parola.

Aiutato dallo staff, Nico ha organizzato un flashmob sulle note di ‘Until the end of time’ e ‘Love on top’ di Beyoncé,  che ha lasciato Mikey senza parole.
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Alla fine della coreografia, Nico si è avvicinato al compagno e mettendosi in ginocchio gli ha chiesto di sposarlo. Mickey non ha pensato troppo alla risposta e ha detto subito di sì per poi baciarlo e abbracciarlo fra la gioia collettiva dell’intero centro fitness.

VIDEO

Fonte: CromosomaX

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VIDEO - Antenna 3 augura a TUTTI Buon Natale nel suo spot festivo

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Se anche quest’anno le tv italiane hanno realizzato degli spot natalizi in cui si vedono soltanto coppie eterosessuali  e bianche-  dimenticando quella fetta di pubblico fatta da coppie gay, coppie miste e coppie di origine straniera- , le tv europee sembrano stare al passo della società volendo augurare il Buon Natale a TUTTI i loro telespettatori.

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Dopo lo spot della BBCOne, e di alcune catene di grandi magazzini (qui e qui), oggi vi mostriamo quello realizzato dalla spagnola A3media, che include il canale televisivo Antenna3.

Nella pubblicità vengono riprese tutte le tipologie di famiglie da quelle etero a quelle gay, da quelle formate da genitori single a quelle in cui a casa vive anche il nonno. Da quelle formate da persone di origine straniera a quelle che vivono la storia a distanza. Insomma un quadro completo della società spagnola che l’azienda non ha voluto non prendere in considerazione.

Una scelta che indica come le varie tipologie di famiglie non sono importanti solo quando si parla di share. Un modo per dire grazie a chi li segue e farli sentire parte di una tv che parla a tutti ed è per tutti.
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Ovviamente alla messa in onda dello spot sono seguite le solite critiche dei cosiddetti tradizionalisti, che non hanno visto di buon occhio questa scelta, tirando fuori la solita storia che i bambini non dovrebbero trovarsi di fronte a certe scene, come se mostrare l’amore sia più osceno di certi dibattiti politici o certe dichiarazioni ecclesiastiche. Sta di fatto che A3media non si è preoccupata delle polemiche e ha continuato – sta continuando – a mandare in onda lo spot.

E mentre il mondo va avanti, si adegua alla realtà, alla società odierna, noi continuiamo a far finta che la famiglia tradizionale sia l’unica che esiste nel nostro Paese e che il Natale sia soltanto qualcosa che appartiene ai bianchi-cattolici-eterosessuali.
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Fonte: AmbienteG

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Autisti di scuolabus consegnano volantini omofobi ai bambini

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Siamo a Melbourne, Australia, dove a un gruppo di bambini delle scuole elementari sono stati consegnati dei volantini in cui si predicava l’odio verso le persone omosessuale.

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Sul fronte dei volantini, realizzati dal gruppo omofobo Alliance, si legge: “Per le persone che si prendono cura di me ogni giorno, Buon Natale.”, mente all’interno ci sono messaggi d’odio contro le persone omosessuali e il loro diritto a ottenere il matrimonio ugualitario – tema al momento al centro della discussione politica.
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Quando alcuni genitori hanno visto l’opuscolo fra le mani dei propri figli, hanno preteso spiegazioni alla scuola, che si è detta all’oscuro di tutto e che il messaggio diffuso nel volantino non rappresenta il loro pensiero.

Sta di fatto che questi volantini, il cui tentativo è di seminare nelle menti dei bambini il seme dell’omofobia, sono stati distribuiti da dieci degli autisti che, ogni mattina, si mettono alla guida dello scuolabus che portano gli studenti all’istituto.
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Si parla tanto della fasulla teoria gender ma di questa reale propaganda omofoba nessuno ha niente da dire? Se i bambini devono essere “difesi” dalla realtà - che consiste nel riconoscere le diverse alterità dell’amore e della sessualità- , non dovrebbero essere difesi anche da quegli omofobi che vogliono continuare a discriminare?
Alla faccia dello spirito natalizio.
Fonte: CromosomaX
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VIDEO - Mariah Carey, Lady Gaga, Nick Jonas, Adele e molti altri cantano 'All I want for Christmas is you'

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Per me  non è Natale se, almeno una volta, non ascolto All I Want For Christmas Is You di Mariah Carrey. Bastano le prime note per avvertire la sua magia ed è subito festa.

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Sono certo che anche per molti di voi sia così, e sono anche sicuro che il video che stiamo per mostrarvi vi darà una grande carica e una energia incredibile.

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James Corden, all’interno del suo Carpool Karaoke,  ha  creato un video in cui ha cantato la canzone in questione assieme alla Carey, Lady Gaga, Demi Lovato, Nick Jonas, Selena Gomez e Elton John , riuscendo a dare ancora più energia e buon umore a chi lo vede e lo ascolta.
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Il loro entusiasmo vi saprà contagiare, spingendovi a canticchiare la canzone con il sorriso sulle labbra . Non mi credete? Beh, allora guardate il video e poi ditemi se non è stato così anche per voi.


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Uomini e donne e Stato Civile - Quando la tv riesce a rappresentare la realtà omosessuale senza luoghi comuni

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Da settembre, grazie anche alla legge sulle unioni civili, la tv italiana ha stupito il suo pubblico dando vita a due format innovativi, capaci di raccontare l’omosessualità senza luoghi comuni e senza maschere. Sto parlando di Stato Civile, il programma di Rai3 in onda il giovedì in seconda serata (e da martedì  20 dicembre alle 20:05 sempre sulla rete guidata da Daria Bignardi) e del cosiddetto “trono gay” all’interno di Uomini e Donne, il dating show pomeridiano di Maria De Filippi in onda su Canale5.

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Quello a cui abbiamo assistito è stata un vera e propria innovazione per  un paese come il nostro dove la pubblicità  fa fatica a mostrare non solo le coppie gay, ma anche quelle miste e quelle di origini straniere.  Un paese dove il gay deve essere dipinto come il giullare di corte - costretto a strappare una risata al pubblico a casa per farlo sentire migliore, superiore – e che deve incassare le prese in giro di quelle conduttrici che si spacciano come paladine dei diritti civili e gli insulti di quei personaggi che, per sopravvivere nel mondo mediatico, devono sminuire ogni dramma legato alla comunità LGBT.

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Giovedì sera su Rai3 abbiamo assistito a una sorta di meglio di del docu-reality dedicato a quelle coppie in procinto di unirsi civilmente, rivedendo le storie più intense e delicate della serie. Storie di amore che solo pochi mesi fa venivano sminuite per colpa di uno Stato che non li considerava e li mortificava. Storie d’amore decennali che finalmente, dopo tanto dolore, sono riuscite a trovare la gioia, la dignità, il riconoscimento.

Il giorno dopo, ossia venerdì, abbiamo assistito alla scelta di Claudio Sona, il primo tronista gay di Uomini e Donne, attraverso una puntata interamente dedicata all’evento. Lo chiamo così con cognizione di causa, perché è la prima volta in un programma pomeridiano che l’omosessualità viene spogliata dalla sua fisicità, dall’aspetto sessuale che deve essere svolto all’interno delle quattro mura domestiche, e vestita dalla sua affettività. Non sto qui a considerare le critiche sui social, le accuse di Stefano Gabbana a Sona, quello fa parte del gossip e in questo discorso ha poco valore.

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Il valore vero, invece, è quello di cui vi ho accennato durante tutto questo discorso, ossia quella della rappresentazione reale, o realistica se preferite, che questi due programmi - con linguaggi diversi e personaggi agli antipodi - sono riusciti a dare, permettendo di far scoprire quegli aspetti e quella normalità, che appartiene tanto agli eterosessuali quanto agli omosessuali, a chi non li aveva mai considerati.

Laddove non è riuscita una legge è riuscita la tv, quella che tanto amiamo criticare per le sue mancanze, le sue carenze, le sue omissioni. Questa volta, però,  dobbiamo darle atto di essere riuscita a dare voce a chi per anni, secoli, è stato costretto a nascondersi e a rinunciare a se stesso - in nome di una normalità imposta da una società etero centrica e religiosa -, senza avvertire la necessità di contrapporre il pensiero di preti e  Adinolfi vari.


Anche se da domani, forse, tutto ritornerà come prima, quello a cui abbiamo assistito in questi mesi è stato qualcosa di importante che gli omofobi, le mamme incapaci di spiegare ai figli le sfaccettature dell’amore e ragazzetti più vecchi di donne ottantenni non riusciranno a sporcare.

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«Continuo a lottare per ottenere giustizia.» Valérie Andrea Contu parla degli sviluppi giudiziari in seguito all'intervento di riassegnazione del sesso sbagliato al Policlinico di Palermo

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Quando mi risponde al telefono riconosco la sua voce grintosa e combattiva, la stessa che poco più di un anno fa avevo sentito. Valérie Andrea Contu, tuttavia, non riesce a nascondere la felicità per gli ultimi sviluppi giudiziari del suo caso.
Valérie si era rivolta al Policlinico di Palermo per sottoporti a un intervento per la riassegnazione del sesso, ma, purtroppo, non è andato bene (qui i dettagli). Da lì è iniziato un vero e proprio calvario fisico e giudiziario. Contu ha esposto una denuncia contro l’ospedale e contro i chirurghi che l’hanno operata. Una battaglia, che ci tiene a ribadirmi, ha affrontato da sola, senza l’aiuto di nessuno.  
Oggi Valérie è contenta ma, allo stesso tempo, è rammaricata per come,  a suo dire, le associazioni LGBT si siano disinteressate della sua vicenda.
A breve partirà per sottoporsi a un nuovo intervento, che le darà quel corpo da sempre sognato, e noi l’abbiamo intervistata per conoscere tutti gli sviluppi che sono successi negli ultimi dodici mesi.

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Il mio mondo espanso prende le distanze da alcune dichiarazioni effettuate da Valérie Andrea Contu e invita coloro che si sentiranno nominare a contattarci qualora volessero esporre il loro punto di vista.

D. Valérie, a distanza da un anno da quando ci siamo sentiti, quali novità ci sono sul tuo caso?
R. Finalmente il PM ha indagato Adriana Cordova e Giovanni Zabbia, coloro che mi hanno macellata usandomi come cavia.  Due persone che definisco dei criminali senza nessuno scrupolo, perché non hanno la minima sensibilità nel capire quanta sofferenza provocano in una donna ex trans che non vuole altro che una vagina. Non credevo che la Cordova, una donna, avesse un’indole cosi cinica nel vedere soffrire le persone, perché piaccia o meno siamo delle persone come gli altri. In quell'ospedale (il Policlinico di Palermo, ndb) hanno continuato a macellare e purtroppo ci sono ex trans che sono state rovinate a vita.

D. Per esattezza dobbiamo dire che per ora sono partiti soltanto due avvisi di conclusione delle indagini. Solo dopo che i due chirurghi verranno ascoltati dal pubblico ministero, questi deciderà se procedere al rinvio a giudizio. Precisato questo, dal punto di vista giudiziario cosa succede adesso?
R. Dal punto di vista giudiziario aspetto il rinvio a giudizio e cosi posso tranquillamente far partire contemporaneamente  sia la causa penale che quella civile per il risarcimento dell’enorme danno che mi hanno causato. Non è possibile che non paghino per quello che hanno commesso.  

D. L’ultima volta mi hai detto che eri costretta a dover medicare costantemente la parte del corpo sottoposta all’intervento. Adesso le cose sono diverse?
R. No. Continuo, purtroppo, a dovermi medicare quotidianamente. Devo mantenere un tutore 24 ore al giorno per evitare che il tutto si chiuda. Devo fare costantemente  igiene vaginale per non incorrere in infezioni, che potrebbero ulteriormente condizionare la mia esistenza. 

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D. Ti è stata riconosciuta una qualche invalidità?
R. La commissione medica della Asl di Nuoro ha ritenuto che il grave danno fisico e il disaggio psicologico che n’è conseguito meritasse il riconoscimento di un’invalidità civile e mi ha assegnato il 67% . Percepisco anche un assegno che si chiama IO, concesso ai dipendenti che hanno capacita riduttiva al lavoro di almeno 2 terzi. 

D. A gennaio farai un nuovo intervento, ma dovrai andare all’estero. Perché non ti opererai in Italia?
R. Sì, a gennaio sarò sottoposta a una completa revisione della vagina, o meglio, finalmente, me ne costruiranno una. Vado all’estero perché in Italia mi hanno rifiutata tutti quanti.

D. E dovrai affrontare tu le spese?
R. Per quanto riguarda le spese, mi sono sempre detta che la sanità italiana mi aveva distrutta e la sanità pubblica doveva pagare. Dopo varie ricerche su internet ho trovato una legge che obbliga la tua regione a pagarti completamente un qualsiasi intervento fatto all'estero con complessive spese conseguenti (viaggio ,soggiorno e accompagnatore). Questo può essere ottenuto nel caso in Italia non ci sia una struttura in grado di svolgere un tipo di intervento e quando le tempistiche sono troppo lunghe e il tuo stato di salute non ti permette di aspettare.
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D. Parliamo per un attimo di un aspetto positivo che ti è capitato nell’ultimo anno: hai trovato l’amore. Immagino il tuo compagno ti dia la forza per continuare a lottare, sbaglio?
R. Sì, ho trovato il mio amore (sorride imbarazzata, ndb). Evidentemente il destino mi ha voluto premiare. Non ho mai smesso di dire la mia preghiera al grande spirito dei nativi americani. Tutti i giorni la dico tre volte, lo ringrazio sempre, gli auguro il buon inizio di giornata, il buon pomeriggio e la buona notte. Mi sta proteggendo tantissimo. 
Per quanto riguarda il mio compagno devo dire che lo adoro. Lui è stato splendidamente unico nell'esporsi scegliendo di avere una compagna ex trans. Non è facile in una società come la nostra.

D. Al di là del fattore salute, che è evidente sia dura da gestire, moralmente cosa ti ha lasciato dentro questa situazione?
R. Moralmente sono una grande combattente. Certo, il carattere ti cambia un po’. Diventi anche aggressiva, quando c’è da tirare fuori le unghia. Passi dalla dolcezza infinita all'aggressività verbale (mai fisica) verso chi, magari, ti sta creando un danno. Ne ha fatto le spese un chirurgo di Napoli che voleva di nuovo usarmi come cavia nonostante mi avesse detto che il mio intervento era molto complesso. Sono orgogliosa di attaccare chi non mi rispetta. 
Tuttavia, nonostante la mia intimità sia stata violata, continuo a lottare per ottenere giustizia e questo mi rende orgogliosa. Così come sono orgogliosa di essere una donna ex transessuale che non si vergogna del suo passato a differenza di molte altre.

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VIDEO – BBC One augura Buon Natale a TUTTI i suoi telespettatori

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Il Natale è ormai alle porte e anche i canali televisivi hanno iniziato a trasmettere durante l’arco della giornata i loro spot natalizi per augurare buone feste ai propri telespettatori.

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Non c’è Paese in cui le reti non hanno pensato a tale iniziativa e mentre in Italia gli auguri vengono rivolti soltanto a un determinato pubblico – neppure una legge che riconosce le unioni gay ha potuto cambiare certe abitudini – in Inghilterra la BBC One non ha dimenticato nessuno e ha augurato Buon Natale a bianchi, neri, donne, uomini, credenti, eterosessuali e omosessuali, normodotati e disabili.
Nello spot che vedrete in basso vengono mostrati i possibili telespettatori del canale nei loro momenti felici durante le feste e fra loro c’è anche una coppia gay che si scambia un tenero e romantico bacio durante una festa natalizia. Nessuna morbosità e nessuno stereotipo, soltanto la rappresentazione della realtà, almeno di una delle tante che compongono la società.

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Dopo la sua diffusione, anche attraverso il canale youtube della BBC, il video ha fatto il giro della rete divenendo virale con più di 110.000 visualizzazioni e raccogliendo commenti positivi. C'è stato chi, giustamente, ha rimarcato il concerto che l’amore vince sempre e chi si è complimentato per la sua delicatezza. 
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Ovviamente non è mancato chi ha avuto da ridire per la scelta di estendere gli auguri a tutti e ha trovato la pubblicità disgustosa, dimenticando che a Natale dovrebbe vincere la gioia e la bontà d’animo.
Noi non la dimentichiamo e quindi vogliamo condividere con voi questo bellissimo spot, sperando che anche Rai, Mediaset, La7, TV8 e Discovery prendano esempio e non escludano più nessuno.


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VIDEO - Proposta di matrimonio gay durante una partita della NBA

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Chi segue Il mio mondo espanso sa bene che ci piace parlare e mostrare le più belle proposte di matrimonio fra coppie gay e anche oggi ne abbiamo scovata una che, siamo certi, vi strapperà un sorriso emozionato.
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Quella di cui vi parliamo oggi si è svolta durante una partita della NBA, in cui si sono scontrate le squadre dei Chicago Bulls e del San Antonio Spurs, e ha per protagonisti Jake Conrad e il compagno Michael Holtzman.
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Con l’aiuto della mascotte dei Chicago Bulls, Bennie the Bull, e degli animatori, Jake ha avanzato la sua proposta di matrimonio a un sorpreso e incredulo Michael. Tutto lo stadio è rimasto in silenzio ad aspettare la risposta del ragazzo, che naturalmente è stata un sì convinto, prima di scoppiare in un boato di gioia mentre lo speaker si congratulava con la coppia per la loro prossima unione.
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Fonte: AmbienteG
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Se sei gay non puoi diventare prete. Ecco cosa dice il nuovo documento della congregazione per il Clero

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Da tempo i media tendono a far passare un’apertura  da parte della chiesa verso l’omosessualità, ma i più attenti, quelli che preferiscono riflettere sulle parole pronunciate e sui gesti compiuti con la propria testa e non con quella degli altri, hanno capito che non è così e l’ennesima conferma arriva da “Il Dono della vocazione presibiterale – Ratio fundamentalis institutionis sacerdotalis”, che senza giri di parole vieta agli omosessuali di diventare sacerdoti.

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Il documento pubblicato dalla congelazione per il Clero ha aggiornato le norme con cui si può accedere in seminario e al punto 199 parla di come non è consentito l’accesso a chi ha “tendenze omosessuali”:
«In relazione alle persone con tendenze omosessuali che si accostano ai seminari, o che scoprono nel corso della formazione tale situazione, in coerenza con il proprio magistero, la chiesa, pur rispettando profondamente le persone in questione, non può ammettere al seminario e agli ordini sacri coloro che praticano l’omosessualità, presentano tendenze omosessuali profondamente radicate o sostengono la cosiddetta cultura gay. Le suddette persone si trovano, infatti, in una situazione che ostacola gravemente un corretto relazionarsi con uomini e donne.»
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Il testo, poi, conclude con una frase che ci lascia allibiti:
«Non sono affatto da trascurare le conseguenze negative che possono derivare dall’ordinazione di persone con tendenze omosessuali profondamente radicate.»
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Fino a ora la chiesa ha sempre sostenuto di condannare la pratica dell’omosessualità e non l’essere tale, ma con queste nuove linee giuda si mette in discussione anche la natura stessa del gay. Non importa che non pratichi e segua i dogmi imposti dalla chiesa per diventare sacerdoti, un buon prete, per essere tale, non deve nemmeno essere omosessuale al fine di evitare conseguenze negative.
C’è ancora qualcuno che ha il coraggio di dire che la chiesa ha accolto gli omosessuali?

Fonte: Ilfoglio.it
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