“Mi fa male leggere di ragazzini insultati o picchiati.” Luca Zingaretti nei panni di un gay in teatro
Date: 17:18
Oggi non รจ facile parlare come nulla fosse dopo quanto รจ successo a Parigi la notte scorsa, ma Il mio mondo espanso ha la propria linea editoriale e deve continuare a discutere dei temi di cui si รจ sempre occupato, anche se il pensiero di chi lo anima รจ rivolto alle vittime degli attentati.
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Luca Zingaretti รจ protagonista al teatro Stabile dello
spettacolo “The Pride” di cui firma anche la regia. Lo spettacolo รจ incentrato
sulle scelte individuali, sulla libertร e sull’omosessualitร . Proprio su questo
ultimo aspetto, l’attore romanzo, in un’intervista a ‘La
Stampa’, dice: “Sono nato alla
Magliana, dove le offese erano due: “figlio di puttana” e “frocio”. So bene che
non รจ semplice sbarazzarsi di quello che hai imparato da piccolo, rimane
marchiato a fuoco. Anche per questo non colpevolizzo a priori. Mi fa male
leggere di ragazzini ghettizzati, insultati o picchiati, c’รจ uno scollamento
fra il pensiero alto, anche delle istituzioni, e una omofobia strisciante. Io
parlo di amore, di rapporti fra le persone, della voglia di stare insieme e
condividere”.
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La trama dello spettacolo si alterna fra due archi
temporali diversi, il 1958 e il 2008, e in ognuno i protagonisti hanno lo
stesso nome. A interpretarli sono Valeria Milillo, Maurizio Lombardi, Alex Cendron e lo stesso
Zingaretti nei panni di un omosessuale. “Non
รจ la priva volta che interpreto un gay,” - dice l’attore e regista – “ma questa รจ una sfida: entrare e uscire da
un ruolo, per rientrare subito dopo nell’altro. Sono diversi, ma non distanti.
Il secondo รจ l’evoluzione del primo.”
Dello spettacolo, tradotto da Monica Capuani, che ha
avuto un grande successo a Londra e a New York, afferma che รจ rimasto folgorato
“dalla drammaturgia potente”, nonostante gli amici gli dicessero che era un
pazzo a dedicarsi a un progetto simile.
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“Mi
ha convinto senza calcoli: non mi รจ venuto in mente che fosse un testo tematico
o che portasse avanti una battaglia. Ognuno deve combattere la propria e io non
volevo fare un manifesto politico. Anzi, le parti militanti sono quelle su cui
metto meno gli accenti.” Conclude l'attore.