Mario Adinolfi contro Luciana Littizzetto per il monologo a 'Che tempo che fa': "A noi nessuno spazio in tv o sui giornali"

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Mario Adinolfi non ha preso bene l'esser stato nominato da Luciana Littizzetto durante il suo
intervento nella puntata di 'Che tempo che fa' andata in onda ieri sera. Chi ha visto la trasmissione sa che l'attrice e comica torinese ha parlato della legge Cirinnà e del triste spettacolo che si è svolto la settimana scorsa fra le fila del Senato. Nel suo monologo, la Littizzetto non ha risparmiato nessuna delle parti che in questi giorni sono al centro del dibattito politico, mostrando anche alcuni degli emendamenti presentati per rallentare l'iter per l'approvazione della legge. I testi mostrati al pubblico hanno suscitato un sorriso amaro dettato dalla rendersi conto di come i politici stanno giocando con la vita di molti italiani.
"Io volevo dire una cosa: prima o poi questa legge si farà. Per cui potete produrre tutti gli emendamenti che volete. Potete scrivere sul Pirellone 'W la gnocca, abbasso Luxuria che la gnocca non ce l'ha'. Potete mettervi tutti le giacche di Formigoni e andare a sfilare nei campi di grano turco. Potete incatenarvi ad  Adinolfi e dire 'va bene, ci fermiamo qua', ma non potete fermare il futuro."
Qui l'intero monologo
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Preso in causa, il giornalista ha prontamente espresso il suo dissenso tramite il suo account Facebook con un paio di stati. Nel primo ha scritto: "Il pistolotto della Littizzetto tutte le domeniche sulle unioni gay (citandomi con il consueto sprezzo) è ormai obbligatorio?


Il pistolotto della Littizzetto tutte le domeniche sulle unioni gay (citandomi con il consueto sprezzo) è ormai obbligatorio?
Pubblicato da Mario Adinolfi su Domenica 21 febbraio 2016


A questo segue  un altro stato/spot con cui ha elencato i punti di cui avrebbe discusso in diretta dai microfoni di Radio Maria.

"Parte l'attacco finale: Fazio e la Littizzetto violentissimi in diretta tv che irridono chi si oppone al ddl Cirinnà in Parlamento e fuori, la lettera dei 400 'espondenti della cultura (la lettera a sostegno della legge Cirinnà firmata da 400 artisti italiani, ndb). [...] A noi nessuno spazio, in tv o sui giornali, la nostra posizione non deve essere ascoltata, secondo loro non è legittima, esiste un'unica linea: la loro. Più diventa evidente la strategia orwelliana da Grande Fratello dietro quest'ondata totalitaria che ci travolge, più è necessario resistere."

Parte l'attacco finale: Fazio e la Littizzetto violentissimi in diretta tv che irridono chi si oppone al ddl Cirinnà in...
Pubblicato da Mario Adinolfi su Domenica 21 febbraio 2016

Ora, io mi rendo conto che ognuno deve tirare acqua al proprio mulino, ma come può Adinolfi  a dire che a lui, e a chi la pensa come lui, non viene concesso spazio in tv per sparare a zero contro le unioni gay,  le famiglie omogenitoriali e, perfino, sull'esistenza dell'omofobia? A quasi ogni dibatto tv in cui si parla di diritti LGBT è presente per sminuirne ogni aspetto, parlando di lobbies omosessuali che vogliono fare il lavaggio del cervello della gente, negli articoli che scrive il più delle volte mostra il suo pensiero e non i dati di fatto, in più organizza manifestazioni per negare i diritti a altri italiani e ha il coraggio di affermare che non il pensiero che porta avanti non trova spazio nei media? 
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http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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Chi segue i suoi canali social gli ha dato subito corda, tirando fuori la solita solfa che è inammissibile pagare il canone per ascoltare certa propaganda gay, finendo come sempre per fare populismo omofobo.
Ma io mi chiedo: quando i gay si trovano di fronte un Adinolfi qualunque che fa propaganda omofoba come dovrebbe reagire? Non solo non abbiamo diritti, ma dobbiamo pure sentirci offendere dai vari politici e giornalisti che occupano le tv senza neppure lamentarci perché altrimenti viene tirata in ballo la palla della lobby gay.
Perché se Adinolfi dice peste e corna sulle unioni civili non si può parlare di propaganda omofoba, ma si può insinuarlo quando qualcuno prenda parola per difendere i diritti civili?
Il canone lo paghiamo tutti, anche i gay, e se in tv c'è Adinolfi che dice che il paese non è omofobo e ci sono cose più importante a cui pensare che ai diritti lgbt, perché non ci può stare una Littizzetto che dice il contrario? E poi, se quello che dice l'attrice torinese non è di gradimento a qualcuno, perché non si prende in mano e si cambia canale e andare su altri 3 canali in cui i vari difensori della 'famiglia tradizionale' sono dei veri idoli? Si vuole annientare anche la possibilità di essere rappresentati? E poi parlano di lobbies gay, ma per cortesia. Siamo seri!