1 studente su 3 vittima di bullismo omofobo, ma per Giovanni Corsello i figli cresciuti da gay potrebbero essere danneggiati
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
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Secondo quanto è emerso da una ricerca web a opera di Skuola.net su un campione di quasi 4 mila studenti di scuole medie inferiori e superiori, 1 ragazzo su 3, ancora oggi, denuncia casi di violenze a sfondo omofobo. all'interno della scuola. Inoltre 1 studente su 3 dice di non aver mai parlato di omosessualità in istituto e 1 su 7 racconta che nel caso in cui il tema è stato affrontato, l'omosessualità è stata bollata dai docenti come una malattia.
Il presidente nazionale di Agedo, Fiorenzo Gimelli, contattato proprio da Skuola.net, ha così commentato i dati:
"Prima di parlare di omofobia a scuola, è necessario parlare di sesso-fobia. Da anni insistiamo sulla necessità di insegnare l'educazione alla sessualità e all'affettività a scuola, ma incontriamo troppe resistenze. E' chiaro che se non si hanno i mezzi per gestire le proprie pulsioni e i propri sentimenti sia difficile entrare in relazione con gli altri, e si generi discriminazione e omofobia. Quando sono oggetto di bullismo, poi, troppo spesso i ragazzi gay sono soli nella loro battaglia. Si pensi che solo circa il 20% di loro ha fatto coming out, così spesso la famiglia neanche immagina ciò che sta passando. E la scuola al momento non è preparata ad accoglierli. E' un vero problema se si pensa che il 5-10% della popolazione umana è omosessuale: questo vuol dire che tutti noi abbiamo tra amici e parenti una persona gay".
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Mentre questi dati lasciano sgomenti, non possiamo non considerare che i bulletti omofobi non sono stati cresciuti da coppie gay, ma da genitori eterosessuali che, non solo non hanno spiegato loro le basi del rispetto e della civiltà, ma, magari, hanno pure inculcato nelle menti dei loro figli l'astio contro chi è ritenuto 'diverso', per non dire 'anormale', per via di una sessualità differente. Per questo le dichiarazioni del presidente della Società italiana di pediatria Giovanni Corsello fanno storcere il naso.
Corsello ha sostenuto che "vivere in una famiglia senza la figura materna o paterna potrebbe danneggiare il bambino", accendendo maggiormente il dibatto politico proprio nei giorni in cui al senato si sta dibattendo sul DDL Cirinnà che prevede, fra i vari punti, anche la stepchild adoption. E' lo stesso presidente a inserire il suo intervento nel quadro politico quando ha espresso che "la discussione sulle unioni civili e la stepchild adoption dovrebbe comprendere anche i profili clinici e psicologici del bambino e dell'adolescente. Non si può infatti escludere che convivere con due genitori dello stesso sesso abbia ricadute negative sui processi di sviluppo psichico e relazionale nell'età evolutiva. La maturazione psicologica di un bambino si svolge lungo un percorso correlato con la qualità dei legami affettivi all'interno della famiglia e con i coetanei. La qualità delle relazioni umane e interpersonali, nonché il livello di stabilità emotiva e la sicurezza sociale di un bambino, sono conseguenze di una maturazione psicoaffettiva armonica. Studi e ricerche cliniche hanno messo in evidenza che questi processi possono rivelarsi incerti e indeboliti da una convivenza all'interno di una famiglia conflittuale, ma anche da una famiglia in cui il nucleo genitoriale non ha il padre e la madre come modelli di riferimento. Quando si fanno scelte su temi di così grande rilievo sociale, che incidono sui diritti dei bambini a crescere in sistemi protetti e sicuri, non possono essere considerati solo i diritti della coppia o dei partner, ma va valutato l'interesse superiore del bambino".
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A rispondere a Giovanni Corsello ci ha pensato un altro presidente, quello della Società italiana di psichiatria Claudio Mencacci che, non solo non ha condiviso quanto detto dal collega, ma ha anche sostenuto che "su questo tema si stanno ancora raccogliendo dati ed è quantomeno prematuro esprimere opinioni scientifiche su situazioni sociali molto recenti. Ciò che conta è valutare la capacità affettiva dei genitori, la capacità di accogliere e seguire la crescita dei bambini, creando un ambiente sicuro, sereno e protettivo. E questo non dipende certo dal ‘genere' dei genitori. Mentre è dimostrato - questo invece è sicuro - che nelle famiglie ‘etero’ possono prodursi danni nella psiche dei bambini quando il rapporto tra i genitori è in crisi. Quasi tutti gli studi prodotti finora partono con un gap: vogliono dimostrare la validità di una testi piuttosto che di un’altra. E quindi non sono affidabili".
Dopo aver mostrato i dati raccolti da Skuola.net, credo che il vero problema per i bambini siano certe convinzioni che tramandano l'omofobia. Sono il primo a sostenere che i bambini debbano essere tutelati, ma bisogna farlo seriamente. I bambini vanno tutelati da chi insegna loro che discriminare è giusto, bisogna difendere i bambini da chi li abusa, li pesta e li aggredisce.
Quando si parla di diritti dei bambini bisogna con giudizio.
Impedire che un bambino venga riconosciuto da entrambi i genitori gay non è tutelarlo. Non provvedere a una legge che punisca coloro che fanno del bullismo a bambini di 12/ 13 anni per via di una sessualità che non hanno scelto, non è tutelarlo.
Cari politici, prelati e cittadini comuni prima di tirare in ballo i diritti dei bambini, considerateli veramente perché è squallido che questi vengano presi a cuore solo per fini politici o personali ideologismi, per poi fregarsene quando i riflettori si spengono. In Italia ci sono tanti problemi per i bambini, ma fra questi non può e non deve essere inserito l'amore che un genitore gay dà loro.
Fonte: ansa.it, repubblica.it
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