'Unioni gay: i bambini, innanzitutto': già 252 i giuristi hanno aderito all'iniziativa pro stepchild adoption di articolo29.it

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Sono 252, a oggi, i giuristi che hanno già sottoscritto l'appello 'Unioni gay: i bambini, innanzitutto', l'iniziativa di articolo29.it in occasione della discussione sul ddl Cirinnà che, come ormai sapete bene, si terrà il martedì 26 gennaio.
Professori universitari, magistrati, avvocati hanno risposto all'iniziativa di articolo29.it (cliccando potrete prendere visione dei nomi dei giuristi che hanno già aderito) con cui si chiede di non modificate il passaggio del decreto che riguarda la stepchild adoption. Modificarlo, significherebbe ignorare le esigenze di quei bambini e di quelle bambine che già esistono e fanno parte di famiglie omogenitoriali. Se si parla di tutelare i bambini bisogna farlo prendendo in considerazione il benessere di tutti loro perché se è inammissibile che ci siano uomini e donne divisi in serie A e B sul fronte dei diritti, è ancora più vergognoso che questo trattamento venga riservato anche ai bambini.
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Ecco l'appello lanciato articolo29.it
"I giudici di Strasburgo con la sentenza del 21 luglio 2015 hanno condannato l’Italia per inottemperanza all’obbligo positivo di dare attuazione ai diritti fondamentali alla vita privata e alla vita familiare delle coppie dello stesso sesso. Come sottolineato dalla Corte costituzionale, il Parlamento italiano è chiamato oggi ad approvare “con la massima sollecitudine” una “disciplina di carattere generale” che tuteli le unioni omosessuali.Le corti europee richiedono che la normativa da emanare sia conforme al principio di non discriminazione ed assicuri un trattamento giuridico omogeneo a quello delle coppie coniugate, giacché ogni disparità esporrebbe la legge a nuovo vaglio di legittimità.Preoccupa, quindi, che il dibattito sociale e parlamentare sembri bloccarsi sul tema della genitorialità, agitando questioni estranee al ddl (quale quella della surrogazione di maternità, comunque oggi vietata in Italia) e rischi di arenarsi sullo scoglio della c. d. stepchild adoption.Quali giuristi (docenti universitari, giudici, avvocati) impegnati sui temi dei diritti fondamentali, del diritto di famiglia e dei minori, non possiamo non rilevare che l’adozione del figlio da parte del partner del genitore biologico (c. d. “adozione in casi particolari”), diretta a dare veste giuridica ad una situazione familiare già esistente di fatto, rappresenta la garanzia minima per i bambini che vivono oggi con genitori dello stesso sesso.Il riconoscimento giuridico della relazione anche nei confronti del genitore sociale assicura difatti al bambino i diritti di cura, di mantenimento, ereditarî ed evita conseguenze drammatiche in caso di separazione o intervenuta incapacità o morte del genitore biologico, salvaguardando la continuità della responsabilità genitoriale nell’esclusivo interesse del minore.Queste bambine e questi bambini esistono.  Il Legislatore non può cancellarli, non può voltarsi dall'altra parte, ignorandone le esigenze di protezione. La giurisprudenza italiana ed europea segnala come la scelta più ragionevole e giuridicamente corretta consista nel consentire ai giudici di valutare caso per caso se l'adozione da parte del partner assicuri la migliore protezione dell'interesse superiore dei figli di genitori omosessuali.La giurisprudenza di merito ha già individuato diverse modalità di tutela, secondo la disciplina vigente, consentendo l'adozione ex art. 44, lettera d, Legge adozioni e, in alcuni casi, la trascrizione di atti esteri.Tutti i Paesi con civiltà giuridica a noi affine si sono dotati di strumenti efficaci per la tutela dei figli di genitori omosessuali: la stepchild adoption, in forma analoga a quella prefigurata nel ddl in discussione, è prevista da anni nella legge tedesca; alcuni dei maggiori Paesi europei (Regno unito, Francia, Spagna) già ammettono l'adozione piena e legittimante.Va, dunque, rigettato il ricorso a un inedito “affidamento in casi particolari” perché del tutto inadeguato alla protezione dei bambini, che non possono restare in balia di status precarî e revocabili, ma che, al contrario, necessitano di stabilità giuridica, di genitori che abbiano responsabilità nella cura, nell’educazione e nel mantenimento sino alla maggiore età ed oltre.Va, pure, respinta con forza l’ipotesi di una legge sulle unioni civili che oggi regoli soltanto le relazioni tra gli adulti, perché ciò significherebbe l’ennesimo rinvio che ancora una volta lascerebbe senza protezione proprio i soggetti più deboli, i bambini."
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http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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Tutti i giuristi possono ancora aderire mandando il proprio nome, cognome e qualifica attuale all'indirizzo: appellobambini@gmail.com