Papa Francesco: "Preferisco che le persone omosessuali restino vicine al Signore"

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Negli ultimi anni quando abbiamo parlato di omosessualità e chiesa lo si è fatto sempre per riportare
le dichiarazioni di prelati di vario ordine che si sono sempre scagliati contro le persone LGBT e la loro battaglia per i diritti civili, o per riportarvi l'esperienza di Don Mario Bonfanti o il coming out di Monsignor Charamsa. Oggi, però,  vi riportiamo le parole che il Pontefice ha usato per parlarne in 'Il nome di Dio è Misericordia', il suo primo libro intervista scritto con il vaticanista Andrea Tornielli, coordinatore di Vatican Insider, e coedito da Piemme e dalla Libreria Editrice Vaticana.
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"Io preferisco che le persone omosessuali vengano a confessarsi, che restino vicine al Signore, che si possa pregare insieme. Puoi consigliare loro la preghiera, la buona volontà, indicare la strada, accompagnarle.” Si legge nelle pagine prima di arrivare a commentare le sue dichiarazioni rilasciate ai giornalisti durante un viaggio in aereo in cui disse chi fosse lui per giudicare un gay se questi cerca il Signore e ha buona volontà: "Avevo detto in quella occasione: se una persona è gay, cerca il Signore e ha buona volontà, chi sono io per giudicarla? Avevo parafrasato a memoria  il Catechismo della Chiesa cattolica, dove si spiega che queste persone vanno trattate con delicatezza e non si devono emarginare. Innanzitutto mi piace che si parli di ‘persone omosessuali': prima c’è la persona, nella sua interezza e dignità. E la persona non è definita soltanto dalla sua tendenza sessuale: non dimentichiamoci che siamo tutti creature amate da Dio, destinatarie del suo infinito amore”.
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http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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Parole sicuramente che vanno a tappare la bocca ai vari Don, Monsignori, Vescovi, Arcivescovi e Cardinali che quasi ogni giorno sembra non abbiano niente di meglio da fare che dire peste e corna sulla persone omosessuali, ma è anche vero che non esprimono un cambio di rotta della chiesa, dato che il Pontefice continua a dire che bisogna consigliare la preghiera per indicare la giusta via ai gay. Insomma, il solito discorso: il gay può stare nella chiesa se nega se stesso e ritrova l'eterosessualità. Tuttavia sarà interessante vedere come i cattolici più estremisti interpreteranno le parole di Papa Francesco e come giustificheranno le loro 'Sceneggiate in Piedi' o i loro deliri giornalistici o pseudo tali.