Twitter contro l'omofobia e la transfobia. Cancellerà tutti gli account di coloro che scrivono testi discriminatori

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Un'importante presa di posizione da parte di Twitter per combattere l'omofobia e il cyber bullismo. Il social media, infatti, ha deciso di cancellare tutti gli account di coloro che posteranno tweet che contengano un linguaggio violento o offese di tipo omofobo e transfobico.
"Come sempre noi abbracciamo e incoraggiamo le diverse opinioni e convinzioni, ma vigileremo sugli account che oltrepassano la linea degli abusi," ha scritto sul suo blog Megan Cristina, direttore della fiducia e della sicurezza di Twitter. "Non si può promuovere la violenza o direttamente attaccare o minacciare altre persone in base alla razza, etnia, nazionalità, orientamento sessuale, genere, identità di genere, appartenenza religiosa, età, disabilità o malattia."
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Tale decisione arriva dopo le critiche che il social media ha ricevuto a causa della triste vicenda di Taylor Alasana, una giovane transessuale di 16 anni che si è torta la vita dopo essere stata presa di mira su Twitter con messaggi transfobici.
Che la gente da dietro a uno schermo si senta forte e libera di offende sapendo che non ne pagherà mai le conseguenze,  lo sappiamo tutti, ma i dati che NoHomophobes.com comunica sono preoccupanti. Pensate, dal luglio 2012, data in cui è iniziato il monitoraggio di Twitter, in America la parola 'faggot' ('frocio') è apparsa sul social più di 34 milioni di volte
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http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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Anche in Italia le cose non sono migliori, basti pensare alle minacce di morte ricevute dal giornalista Tommaso Cerno per un articolo con cui diceva la sua su degli albergatori che si rifiutavano di ospitare coppie gay.
"Un anno fa un imbecille in tutto e per tutto simile ai molti omofobi che popolano questo Paese [...] mi inviò un tweet augurandomi la morte, in quanto gay, e corredò il tutto con una lugubre fotografia che ritraeva una tavola imbandita dove, a ogni posto a sedere, corrispondeva un cappio che scendeva sulla testa dei commensali," scrive il giornalista in un articolo pubblicato su L'Espresso per raccontare la sua vicenda. 
Speriamo, quindi, che questa nuova linea editoriale intrapresa da Twitter metta fine, o quanto meno plachi, all'aggressività verbale che fa tante vittime quanto quella fisica.