INTERVISTA ESCLUSIVA: Parla Daniel, vittima di omofobia da 3 anni: "con la mia omosessualità non faccio male a nessuno"

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Foto di Gabriele Bencreati
La sua storia ha colpito l'opinione pubblica e, come per magia, questo Paese si è reso conto che
l'omofobia esiste e crea delle vittime. Daniel ha solo 18 anni e vive a San Romano (Pisa), ma da più di 3 è stato preso di mira da un gruppetto di bulli, per non dire idioti, che si sono divertiti a picchiarlo pesantemente e a deriderlo non appena lo avevano sotto mira. Per paura di ripercussioni, Daniel ha subito in silenzio tutto questo schifo, tenendo per sé il suo dolore. Non ne parlava nemmeno in casa per il timore che i genitori potessero non accettare il suo essere gay. Ora, però, ha detto basta perché vuole vivere serenamente la sua vita senza la paura di essere picchiato ogni volta che mette piede fuori casa.

Daniel, quando sono iniziate le aggressioni di cui hai parlato?
Da quando ho 16 anni, forse anche prima. Ancor prima di dichiararmi, ho sempre sofferto di bullismo psicologico e fisico a causa dei miei atteggiamenti, del mio modo di pormi, o anche per via dei capelli colorati.
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Foto di Gabriele Bencreati
Ci spieghi, giusto per far capire a chi legge, in cosa consistevano queste aggressioni e cosa provavi dentro quando si verificavano?
In offese pesanti sulla mia persona, in spintoni. Venivo umiliato davanti ad altre persone con delle pedate, con degli schiaffi e perfino con dei  pugni. Spesso le aggressioni avvenivano presso la stazione ferroviaria del mio paese, ma anche sul treno e nei paesi vicini il mio in cui vado.

Hai affermato che i tuoi aggressori sono sempre gli stessi. Come ti spieghi questo loro accanimento nei tuoi confronti?
Sì, sono sempre i soliti, ma a volte si aggiungono anche amici loro,  ragazzi mai visti prima. Onestamente non riesco a trovare una ragione logica per il loro comportamento nei miei confronti, ma se dovessi dire ciò che penso di loro, direi che sono soltanto delle persone di merda.

Una volta ti hanno pure rotto un braccio. Dato che solo dopo l’ultimo episodio hai deciso di confidarti con i tuoi genitori, come hai giustificato la frattura in casa?
L’ episodio avvenne quando ancora mi vergognavo di ciò che sono e non riuscivo ad accettare la mia omosessualità. Non ne avevo parlato ancora con nessuno e tenevo tutto per me. In casa dissi che non sapevo quale fosse stato il motivo di quella aggressione, anche perché avevo paura che i miei genitori potessero reagire in malo modo scoprendo di avere un figlio gay.  

Perché hai aspettato tutto questo tempo per parlare delle violenze subite?
Per paura! Ho sempre preferito aspettare per il timore che potessero vendicarsi in qualche modo, anche se mi sono sempre confidato con mia sorella. Ciò che adesso mi ha spinto a parlare è che sono stufo di subire in silenzio, di farmi intimorire.

La tua denuncia pubblica, però, ha trovato ascolto e il Presidente della Regione Toscana,Enrico Rossi è intervenuto, scrivendoti anche una lettera. Ti aspettavi questo sviluppo?
No affatto, e ciò mi ha reso molto felice. Lo ringrazio ancora infinitamente.
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http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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Io devo essere sincero con te. Come sai Il mio mondo espanso ha parlato della tua storia, seguendone i sviluppi in vista di quanto detto e fatto da Enrico Rossi, però qualcuno mi ha scritto dicendo che trovava delle incongruenze nel tuo racconto e che il tutto fosse un modo per mettersi in mostra. Cosa ti senti di risponde a chi dubita della veridicità della tua storia?
Non mi aspettavo che qualcuno potesse dubitare della mia storia.  Ma ti pare che se avessi voluto attirare l’attenzione l’avrei fatto in questa maniera? Se avessi voluto diventare noto, l’avrei fatto in tutt’altro modo e non dicendo di essere vittima di omofobia.  Tutto ciò che ho vissuto, ogni singolo pugno, ogni singola pedate e ogni singola mortificazione è avvenuta per strada o sui treni e ogni volta di fronte a tanti testimoni, tra cui mia sorella e gli amici che sapevano che sono gay. Chiunque mi conosce in paese, sa che non si tratta di una storia inventata.

Per concludere, che cosa ti auguri adesso che tutti sanno ciò che hai vissuto praticamente fino a ieri?
Vorrei solo che queste persone mi lascino stare in pace e basta. Voglio solo che questa storia finisca il prima possibile e vivere tranquillamente la mia vita, perché con la mia omosessualità non faccio del male a nessuno.