“Ben vengano i progetti che lottano contro l’omofobia.” Madre di un ragazzo gay difende il progetto scuola di Arcigay

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Cosa vuol dire essere un adolescente gay? Cosa è costretto a vivere nelle scuole e nella società? Cosa deve affrontare in famiglia? A queste domande cerca di dare delle risposte la mamma di un ragazzo gay di Cordenons, in provincia di Pordenone, per sostenere il progetto di Arcigay rivolto alle scuole medie con il quale si vuole togliere ogni dubbio e ogni paura sull’omosessualità. “Il progetto in atto a Cordenons è una pietra miliare. I genitori sono spaventati dal non sapere, dalla mancata conoscenza. Bisogna capire cos'è l'omosessualità, ma soprattutto cosa non è e non può essere”.
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La donna, che fa parte dell’associazione Agedo Fvg, ha deciso di raccontare la sua storia per parlare dal punto di vista di chi è mortificato dalle assurde affermazioni e ipotesi che i detrattori della fantomatica ‘teoria gender’ ripetono in ogni dove non considerando che dietro alla parola gay e lesbica si nascondo anche ragazzini impauriti e presi in giro dai loro coetanei:È così anche a Cordenons, c'è chi viene deriso, chi è vittima di bullismo, ci sono figli che si nascondono e genitori che non accolgono perché spaventati. Là fuori, nel mondo reale, i ragazzini si fanno del male, arrivano a gesti estremi e le famiglie, nel silenzio, muoiono di dolore. Io ho conosciuto l'omosessualità di mio figlio con 20 anni di ritardo. Non c'erano questi progetti che lottano contro l'omofobia, e oggi ben vengano."
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http://www.ibs.it/code/9788897309215/sansone-francesco/oltre-evidenza-racconti.html
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"Ho ascoltato una persona che si definiva donna in quanto femmina, psicologa, biologa, che frase dopo frase si contraddiceva pur di riuscire a dire il nulla, pur di riuscire a inventarsi teorie assurde. L'omosessualità non è una scelta, non lo può essere, e soprattutto non può essere ridotta a una lezione di stereotipi. Perché i casi di bullismo esistono ancora, anche a Cordenons”.

Nella foto: Prayers for Bobby