Agguato antiomosessuale a Trento: in sette per aggredire un ragazzo gay

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
"Alle ore 1 circa del 19/10/15 (notte tra domenica e lunedì) un ragazzo si è accordato con un'altra persona per un incontro dichiaratamente gay, tramite contatto in internet, su un comune siti di incontri. Una volta scambiatisi i numeri di telefono, gli giunge una prima telefonata ricevuta da numero non visibile. Viene concordato un punto di incontro presso il Parco di Maso Ginocchio. Vista l'ora relativamente tarda e messo in allarme dal luogo proposto, il ragazzo ha preferito cambiare luogo, proponendo il vicino supermercato Orvea. Giunto in bici poco dopo, si è ritrovato un gruppo di circa 6-7 ragazzi pronti ad aspettarlo. Capita la situazione di pericolo, ha subito girato la bici pedalando velocemente. A quel punto, dopo esser stato fischiato, è stato inseguito da una macchina bianca con a bordo 3 dei ragazzi del gruppo fin sotto casa." Inizia così il comunicato stampa diramato dall'Osservatorio contro i fascismi Trentino con cui viene reso noto l'episodio che ha visto protagonista un ragazzo. 
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Fortunatamente il giovane è stato in grado di scappare senza venir pestato, ma la situazione ha del preoccupante. "Crediamo sia importante e urgente che questa tentata aggressione, a sfondo evidentemente antiomosessuale," - continua la nota - "che come modus operandi copia alle lettera i raid seriali organizzati dai naziskin nella Russia di Putin, sia pubblicamente denunciata e condannata dalla cittadinanza. Da mesi ormai stiamo assistendo a una campagna populista, che prende spunto dal tema dell’educazione al genere nelle scuole e dalla proposta di legge sulle unioni civili per seminare odio e paura. [...] Ora, si passa dalla violenza delle parole a quella dei fatti. Se il ragazzo non fosse scappato in tempo, ci saremmo ritrovati con l’ennesima aggressione neofascista in città. E chissà come sarebbe andata a finire, in uno contro sette. Non ci stupisce, purtroppo: nel paradigma del virilismo clerico-fascista l’omosessualità è sempre stata una delle prime “eccedenze” e “dissonanze” da omologare (e da rieducare, a suon di botte e confino). Noi, come attivist* e tutt* coloro che sostengono le lotte antifasciste e all'insegna dell'autodeterminazione, non ci faremo intimidire da violenze e minacce. Anzi siamo convint* sia necessaria una risposta politica più rapida ed efficace possibile." 
Per i motivi elencati nel comunicato, l'associazione ha convocato un'assemblea pubblica al Centro Sociale Bruno, giovedì 22 alle ore 20:30, nella quale discutere non solo dell'accaduto, ma anche "di come reagire a un clima generale di discriminazione e aggressione, alimentato da una destra sempre più vicina agli ambienti neo e clericofascisti e liberticidi." 
Siamo convint* e determinat* perché quello che è accaduto non debba ripetersi mai più: questo avvenimento necessita di una precisa risposta da parte della città. Ogni forma di squadrismo e violenza clericofascista deve essere isolata e delegittimata. Quello che è accaduto domenica notte non è una questione privata, ci riguarda tutte e tutti.

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La nota si conclude con un messaggio ai neo/clericoastici: "Noi non abbiamo paura, il nostro orgoglio e le nostre vite eccedenti non si faranno fermare da nessun tentativo di sopraffazione neo/clericofascista: continueremo a lottare e a riempire di amore e desideri questa città."