Sport: Nello statuto del Coni viene introdotto il reato di omofobia
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
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L’iter per riconoscere a tutti gli effetti l’omofobia come
reato all’interno dello statuto del Coni sarà completato a Luglio, ma già da
oggi si può guardare a questa notizia con positività.
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Dopo anni, per non dire decenni, in cui nello sport,
soprattutto nel calcio, abbiamo assistito a giocatori, allenatori e tifosi lanciarsi in fantasiose offese omofobe, ora
il Coni, Comitato Olimpico Nazionale Italiano, ha deciso di prendere una posizione chiara e decisa contro queste forme
di discriminazione.
Come dimenticare il più recente caso di omofobia in cui Maurizio Sarri, allenatore del Napoli, ha detto “sei un frocio” a Roberto
Mancini, tecnico dell’Inter, durante una partita infuocata della stagione
appena conclusa? In quell’occasione Mancini
accusò in diretta tv il collega
affermando che “uomini come lui non
possono stare nel calcio”, lamentandosi, poi, di come il quarto uomo, che
aveva sentito l’offesa, non fosse intervenuto in alcun modo.
Non si possono nemmeno dimenticare le parole di Felice Bellotti, all’epoca dei fatti in
prima fila per ottenere la direzione della Lega nazionale Dilettanti, che, durante un consiglio in cui si discuteva sui fondi da destinare al
calcio femminile, ha detto che non si poteva continuare a parlare di dare dei soldi “a queste quattro lesbiche”.
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Con la modifica dello statuto, e per l’esattezza dell’Articolo
2, comma 4, questi episodi non solo non resteranno impuniti, ma verranno riconosciuti
come reati.
Si tratta di un passo importante quello a cui stiamo
assistendo perché, se da un lato si lancia il messaggio che nello sport non c’è
spazio per l’omofobia, dall’altra si incoraggia quei giocatori gay, costretti a
nascondersi per paura delle conseguenze, di vivere serenamente la propria sessualità
e dimostrare, a chi non lo capisce, che anche da gay si può essere capocannoniere.
Fonte: Corriere.it
Fonte: Corriere.it
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