Ragazzo aggredito a Genova da un gruppo omofobo "Noi gay non abbiamo neanche il diritto a una vita tranquilla"
A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
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Grafica di Giovanni Trapani
Davide Scorsa, ragazzo genovese di 19 anni, e due suoi amici
sono stati aggrediti nella notte venerdì e sabato,
da un gruppo di omofobi nei pressi del teatro Tosse.
“Hanno cominciato con i luoghi comuni, e continuato con gli insulti, chiamandoci froci.” – Ha raccontato Davide al Corriere.it – “Ma io non sono riuscito a stare zitto, gli ho risposto di smetterla, di andarsene.” La reazione avuta da Davide, però, non è piaciuta al gruppo che ha iniziato a menar le mani. “Mi hanno strattonato e preso a pugni, tra urla e spinte.”
da un gruppo di omofobi nei pressi del teatro Tosse.
“Hanno cominciato con i luoghi comuni, e continuato con gli insulti, chiamandoci froci.” – Ha raccontato Davide al Corriere.it – “Ma io non sono riuscito a stare zitto, gli ho risposto di smetterla, di andarsene.” La reazione avuta da Davide, però, non è piaciuta al gruppo che ha iniziato a menar le mani. “Mi hanno strattonato e preso a pugni, tra urla e spinte.”
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Uno degli amici di Davide è riuscito a liberarlo, e il ragazzo, prontamente, ha chiamato la polizia, ma, proprio in quel momento, un altro degli
aggressore ha preso da terra una tavola in legno e lo ha colpito in testa con
violenza.
Ripresosi dal colpo, Davide ha composto il numero della
polizia che, però, gli ha detto di chiamare i carabinieri, mentre gli
aggressori, come dei veri vigliacchi, sono scappati via.
“Non si può pensare
che va beh, sono cose che agli omosessuali succedono. Il mio obiettivo, più che la denuncia, è
mandare un messaggio: dicono che i gay hanno già troppi diritti, ma non abbiamo
neanche quella a una vita tranquilla. Noi li abbiamo fermati, ma se succede a
qualcuno che non riesce a difendersi?” Ha continuato il ragazzo, che alla domanda “come
stai?” ha risposto: “Come sto ora? Ho un
gran mal di testa e male a una spalla, ma so che sarebbe potuta finire molto
peggio. La cosa bella è che a soccorrermi sono stati due ragazzi albanesi e uno
brasiliano, alla faccia dei luoghi comuni sugli stranieri.”
Tornato a casa, Davide ha condiviso un post sul suo profilo Facebook in cui ha scritto:
“Stanotte sono
stato aggredito da un gruppo di omofobi perché cercavo di difendere i miei
diritti. Mi hanno picchiato, sono stato colpito con una tavola di legno alla
testa. Non sono scappato. Ho combattuto. Dobbiamo lottare per i nostri diritti.
Lottiamo e se non ci ascoltano spacchiamo ogni cosa.
Le donne hanno rotto vetrine e fatto saltare strade per ottenere una (sottospecie) di parità. Ora tocca a noi. Basta cercare di non essere visti... o sperare che le persone che ci stanno intorno non ci odino per quello che siamo. Noi ora stiamo cambiando la storia e dobbiamo lottare. Ora basta.
LASCIATECI LIBERI.
"...MA, SE QUESTO È IL PREZZO, VOGLIAMO LA GUERRA. VOGLIAMO VEDERVI FINIR SOTTO TERRA.
Le donne hanno rotto vetrine e fatto saltare strade per ottenere una (sottospecie) di parità. Ora tocca a noi. Basta cercare di non essere visti... o sperare che le persone che ci stanno intorno non ci odino per quello che siamo. Noi ora stiamo cambiando la storia e dobbiamo lottare. Ora basta.
LASCIATECI LIBERI.
"...MA, SE QUESTO È IL PREZZO, VOGLIAMO LA GUERRA. VOGLIAMO VEDERVI FINIR SOTTO TERRA.
MA SE
QUESTO È IL PREZZO LO ABBIAMO PAGATO.."
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Dopo aver parlato con i genitori, Davide è andato in ospedale per
farsi refertare e a sporgere denuncia.
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