Distribuito all'università opuscolo sulle terapie riparative. Arcigay Cosenza a Il mio mondo espanso: «veicolare questi messaggi è pericoloso.»

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Nei giorni scorsi presso l’Universita della Calabria a Cosenza è stato distribuito dall’associazione Gruppo biblico universitario (GBU) un opuscolo il cui scopo è quello di trasmettere il messaggio che si può guarire dall'omosessualità dato che – secondo quanto si legge in una delle pagine – “essere gay è più che altro un’affermazione sociale (e politica) con la quale l’omosessuale abbraccia uno stile di vita e un’identità, che esaltano l’omosessualità.”
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Sempre nell'opuscolo, che in realtà è un’intervista a Sy Roger, un ragazzo che sostiene di essere guarito dall'omosessualità, si legge che “molte persone hanno sentimenti omosessuali, ma non si definisono ‘gay’. Altri sperimentano comportamenti omosessuali per un breve tempo ma ciò non fa di loro degli ‘omosessuali’.” E ancora: “Quando il coinvolgimento sessuale diventa una abitudine, si instaura un meccanismo simile a quello della dipendenza: la vita risulta imperniata sul sesso, la persona perde il controllo, assumendosi grandi rischi sia per quanto riguarda la reputazione che la propria salute, senza però mai trovare realmente un amore duraturo e neppure l’intimità così profondamente desiderata. È un circolo vizioso tipico e frustante che può comunque essere spezzato con coraggio, determinazione e con il sostegno di altre persone.”

Parole  che non trovano alcuna fondatezza medica ma che possono ugualmente destabilizzare quei ragazzi e quelle ragazze che ancora hanno difficoltà ad accettare la loro sessualità. L’omosessualità non è né una scelta, né  una malattia né tanto meno un disturbo mentale, anzi. Secondo uno studio recente realizzato  dal sessuologo dell’Università di Roma Tor Vergata e presidente della Società italiana di andrologia e medicina della sessualità, Emmanuele Jannini, è risultato che ad avere qualche problema  psichiatrico sono proprio gli omofobi,   
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«L’associazione in questione all'inizio del ponte ha distribuito del materiale informativo, spacciandolo come “punto di vista”» racconta a Il mio mondo espanso la tesoriera di Arcigay Cosenza, Federica Mangiacasale.  «Il libricino di 20 pagine nei fatti è però un’intervista fatta a un omosessuale “guarito” attraverso le discutibili terapie  riparative. Veicolare questi messaggi –continua la Mangiacasaleè doppiamente pericoloso data la mentalità che ancora esiste nel territorio calabrese.»
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