Marte inverso - 4 ^ puntata (Spin off di Un nuovo mondo)

Prologo
Continua il viaggio all'interno del pub Marte Inverso, la storia che ci sta permettendo di conoscere meglio Ale e Simone incontrati questo inverno all'interno di "Un nuovo mondo". Nelle passate puntate abbiamo scoperto un po' di più sul passato dei due protagonisti, mentre da questa settimana entriamo all'interno del loro presente. Venerdì scorso ci siamo salutati con l'apertura del Marte Inverso, oggi, invece, vedremo cosa sarà successo durante quella sera e se Ale e Simone si sono incontrati.
Intanto io vi saluto e vi auguro un buon fine settimana e chi può vada al mare, infondo siamo in estate.
Francesco Sansone



4 Puntata



Ale

Non appena uscito da casa e aver salutato Manu, mi sono recato a casa di Cinzia, una delle mie colleghe con cui devo incontrarmi questa sera. Non sono molto entusiasta di questa serata, di solito non mi piace uscire con i miei colleghi perché alla fine si finisce sempre a parlare di università, di riforme, di precariato e, benché il tema mi riguardi in prima persona, preferisco, una volta lasciato il lavoro, non affrontare certe discussioni fino al giorno successivo. Però questa volta non potevo esimermi dall’accettare l’invito, il decimo in due mesi, e quindi eccomi qui che aspetto che Cinzia scenda per raggiungere il pub dove ci saremmo riuniti con gli altri colleghi.
-          Marte Inverso dicono sia un bel posto.
-          Ma se apre stasera.
-          Questo è vero, però dalla pubblicità che ne hanno fatto in questi mesi, sembra debba esserlo.
-          Se lo dici tu che di pub te ne intendi – Cinzia è davvero una che di locali se ne intende, almeno in base a quello che mi racconta ogni volta che ci vediamo dopo che è uscita la sera precedente. In quelle occasioni passa almeno tre quarti d’ora a rifermi ogni singolo particolare delle sue serate, non tralasciando i particolari, anche quelli che solitamente la gente non coglie, dei locali.

***

-          Eccoli lì! – dice indicando con il dito Cinzia quando nota fra la folla gli altri colleghi. Dopo i soliti saluti e l’esternazioni di felicità per la mia presenza, mi rendo conto che questo pub deve aver fatto davvero una grandissima opera di marketing. Infatti anche se ancora non è aperto, la fila di gente è chilometrica.
-          Ma quando aprono? –  Cinzia chiede scocciata, ma allo stesso tempo curiosa di vedere il locale all’interno.
-          Secondo a quanto dice questo volantino che hai in mano, fra 3 minuti.
-          Mamma mia come sono fiscali.
-          Senti chi parla, quella che durante gli esami se uno studente arriva con 10 secondi di ritardo, lo manda a casa.
-          Ma che c’entra questo?
-          C’entra, perché una volta tanto che qualcuno rispetta l’esigenza che pretendi, ti lamenti. Comunque non sbuffare più, hanno aperto.
-          E vai.
Perdiamo una decina di minuti per entrare, ma alla fine ci accomodiamo e finalemente veniamo raggiunti da un cameriere che raccoglie le nostre ordinazioni. In attesa di poter bere i nostri drink, ecco che Piergiorgio, un altro collega, inizia a parlare di lavoro e da questo momento per almeno due ore non si parlerà altro, e io sto iniziando a pensare a come andarmene e a chi scaricare Cinzia. Arrivate le ordinazioni, sorseggio il mio negroni, mentre silente ascolto i loro discorsi, fino a quando Cinzia non chiede la mia opinione.
-          Allora Ale, tu che ne pensi?
-          Ragazzi, scusatemi, ma per quest’oggi sono saturo di università e problemi derivati dal periodo storico che stiamo vivendo, quindi possiamo parlare d’altro?
-          Sì, Ale ha ragione, parliamo d’altro. Infondo siamo usciti per svagarci un po’, no? – e così Cinzia inizia a raccontare di un suo incontro con un tipo conosciuto su una chat per cuori solitari e con cui è uscita lo scorso fine settimana. La mia collega è tanto una brava ragazza, però a volte, anzi spesso, è pesante ed è per questo che è single, però lei non si perde d’animo e continua a conoscere gente in attesa di trovare prima o poi qualcuno che possa reggerla.
-          Ragazzi scusatemi vado in bagno.
-          Sì, vai caro, ma non perderti in mezzo a questa confusione e soprattutto non farti adescare da ragazze in calore.  –
-          Ceeeerto come no!!! – dico sorridendo
Ok  lo ammetto, i miei colleghi non sanno di me, ma non perché mi vergogni del mio essere gay, semplicemente perché non vi va di spiattellare i fatti miei come fanno loro e poi se lo dicessi a Cinzia, questa lo direbbe a chiunque e mi scoccerebbe diventare il collega gay amico della singole frustate, ma soprattutto vorrei evitarmi che un mio collega di francese, sapendolo, venga a chiedermi di uscire sperando in qualcos’altro,  già mi basta averlo fra i piedi non avendo certezze. 
-          Dove cazzo sta il bagno qui? Un labirinto è più chiaro – mi dico nella mente dopo circa 10 minuti di ricerca. – Dovrei chiedere a qualcuno, ma a chi? Forse quel tizio alla cassa potrebbe aiutarmi – e così vado verso quel ragazzo che parlava con una donna e una ragazza. - Scusate?
-          Sì – mi risponde il ragazzo
-          Potrei sapere dove è il bagno. Con questo casino non riesco a trovarlo.
-          Sì, certo. Sali le scale e vai a sinistra. Il primo corridoio è il bagno degli uomini.
-          Grazie. – e mi dirigo verso il bagno, anche se continuo ad avere davanti agli occhi, il viso di quel ragazzo e la sua espressione affascinata nel vedermi. Un’espressione così non la vedevo da molto tempo e mi ha fatto vibrare, però è meglio che non ci penso perché tanto so come finirebbe. Dopo qualche incontro, lui mi accuserebbe di non essere interessato, di essere distante e come tutti gli altri se andrebbe, lasciandomi ancora di più la consapevolezza di non essere fatto per amare qualcuno se non i miei amici. Uscito dal bagno, cerco di tornare dai miei colleghi, ma la folla, semmai fosse possibile, è più di prima.
-          Allora l’ho hai trovato?
-          Cosa?
-          Il bagno? – mi ferma chiedendomi il ragazzo di prima.
-          Ah, sì grazie. Sei stato gentilissimo.
-          Figurati. Ti piace il locale?
-          Sì, è molto carino. Certo non mi sarei aspettato tutta questa folla.
-          Neppure io…
-          Beh, sarà contento il proprietario
-          Su questo ci puoi giurare. Sono contentissimo.
-          Ah! Sei  tu? Allora congratulazioni.
-          Ma ci conosciamo?
-          Non penso
-          Comunque io ti ho visto già. Stessi occhi, stessa identica bocca ed un sorriso che tocca.
-          Scusa sai citando Ambra?
-          Ops! Scoperto. Comunque mi chiamo Simone – e tende la mano verso di me
-          Piacere, io sono Ale.
-          Piacere Ale. Posso offriti qualcosa?
-          No, ti ringrazio, ma non posso. Ho già bevuto un negroni e devo guidare. Sarà per la prossima volta.
-          Allora ti aspetto domani per poterti offrire quello che più vorrai bere.
-          Beh… veramente… non so se domani… io possa… beh sì, non so se domani potrò venire.
-          Forza, un drink gratuito non si ha tutti i giorni. Prova a fare un salto anche se per 10 minuti.
-          Vedrò che posso fare. Ora scusami Simone, ma i miei colleghi mi aspettano.
-          Ok, allora a domani.
-          Vedremo.
-          Ci conto. – e torno dai miei colleghi. Dopo venti minuti decidiamo di andare via e indirizzandoci verso l’uscita lo incontro.
-          Vai via?
-          Sì,  siamo un po’ stanchi.
-          Capisco. Spero vi siate divertiti – si rivolge a Cinzia e agli altri
-          Sì, davvero un bellissimo posto. Ci torneremo presto. E complimenti per questo inizio con il botto. – le risponde la mia invadente collega.
-          Lo spero – e dicendolo mi guarda fisso negli occhi. Che quel “certo” è rivolto a me è senza ombra di dubbio.
-          Beh, ciao allora.
-          Ciao Ale. A domani spero.
Continua…

Rubrica a cura di Francesco Sansone
Locandina a cura di Giovanni Trapani