Il mio mondo espanso - la rubrica: Primo mese lontano da Palermo












 Primo mese lontano da Palermo

Ormai è passato più di un mese da quando io e Giovy abbiamo lasciato Palermo e con essa la mia famiglia e i nostri amici. Arrivati qui, in questo paese della provincia di Salerno la vita sembra completamente un’altra. Niente più caos cittadino, niente faccie sconosciute incontrate per strada, niente più discorsi su dove andare la sera, la vita in un piccolo centro sembra sempre la stessa, come se si fosse costretti a vivere lo stesso giorno all’infinito. Per uno come me che è sempre stato abituato allo smog, alla frenesia della grande città, al dover fare cento cose al giorno e tutte di fretta perché il tempo non basta mai, questa pacatezza da paesino di provincia vi confesso che nei primi giorni, e forse ancora adesso (non penso che mi abituerò mai a questi ritmi) mi ha destabilizzato. Solita piazza, soliti posti, solite persone e soprattutto, la cosa che mi destabilizza di più  è questo fare tutto con pacatezza. So che questa sistemazione non è definitiva e aspetto con ansia di impiantarmi definitivamente a Salerno, città che ho amato sin da subito sia perché vi ho vissuto una delle più belle estati della mia vita, soprattutto le giornate intere alla spiaggia della baia a prendere il sole e a restare incantato dalla meravigliosa acqua marina limpida come solo in Sicilia ho visto in vita mia, sia perché è un salotto così accogliente dove sentirsi a proprio agio.
In questi giorni in cui tante cose bollono in pentola sul fronte… meglio non dire niente, sapete ormai sono diventato scaramantico, mi devo accontentare delle mie giornate tranquille in questo paesino, anche se appena potrò, spero in settimana, voglio andare con Giovy a prendere il sole alla baia di Salerno, e dare così il via alla mia estate e naturalmente alla mia abbronzatura che ancora latita, eppure tutto l’inverno ho mangiato carote in vista di questo appuntamento estivo.
Però c’è una cosa che in questo paese ho tornato a ri - apprezzare, ossia l’andare a fare la spesa solo soletto con Giovy al supermercato. Come tutti i ragazzi di città,  non posso vivere senza di esso. Non sono di certo il tipo che va dal fruttivendolo sotto casa a comprare una cipolla o un chilo di arance, ma non per snobismo, bensì perché riconosco i miei limiti e saprei che uno come me, che quando è in imbarazzo tende ad usare un italiano aulico che neppure nei “periodi più rispettosi” della nostra storia si soleva usare, di fronte ad un fruttivendolo di mercato sarebbe destinato a portare a casa soltanto gli scarti lasciati da parte per  i clienti di passaggio a favore dei clienti abituali o quanto meno quelli più alla mano. Quindi preferisco andare al supermercato e scegliere quello che voglio, quanto voglio e direttamente con la mia manina ricoperta da un guanto trasparente. E poi volete mettere il girare dentro al supermercato in cerca dell’offerta migliore? Comprare i cereali sfusi prendendone chili interi e pagare più della metà delle confezioni chiuse? Riempire la tanica di detersivo per i piatti, per i pavimenti, per la lavatrice, l’ammorbidente e il sapone di Marsiglia e pagare solo 0,67 centesimi per circa due litri di prodotto? No, direi proprio di no!!! Ma è meglio che finisco qui altrimenti finirei per fare un panegirico del supermercato e non mi sembra il caso.
Be’! Penso di aver detto tutto, o quasi, di quello che è stato il mio “debutto in società” in quel della Campania.
Alla prossima
Fra’


Rubrica a cura di Francesco Sansone
Locandina a cura di Giovanni Trapani