L'angolo di P - Un salto nel vuoto
Prologo
Ultimo appuntamento di questa stagione con L'angolo di P che va in vacanza e torna a settembre. Da settimana prossima fino a fine luglio (ad agosto si va in vacanza fino a settembre) Gianni vi terrà compagnia con una rubrica tutta nuova e estiva, ma di questo vi darò conto domani.
Prima di salutarvi vi chiedo scusa se pubblico il post in netto ritardo, ma oggi è stata una giornata un po' particolare per me.
Buona giornata a tutti.
Francesco Sansone
Un salto nel vuoto
Un salto, un solo salto nel vuoto, in cui si sa di aver fatto probabilmente una cazzata ma necessaria affinché si sblocchino delle situazioni ormai avvilenti. Il salto nel vuoto porta sempre a qualcosa di positivo alla fine, perché sai di essere stato coraggioso, di aver rischiato per qualcosa che magari in apparenza sembra non dare i suoi frutti ma che nel tempo donerà la giusta ricompensa. Il mio salto nel vuoto avvenne nel 2007.
Il mio rapporto con il nuovo gruppo conosciuto tramite Marzia era ormai decollato verso i cieli ampi dell’amicizia. Avevo conosciuto altre nuove persone, se ne erano perse alcune e nell’anno in cui io vi parlerò, io, Marzia e Flavio avevamo stretto un nuovo triumvirato. Molto spesso ci ritrovavamo solo noi tre a passarci le serate dei week end. Anche in tre comunque non si faceva altro che ridere con la spensieratezza di una fresca amicizia. Si rideva per qualsiasi cosa anche il solo fatto di tossire dopo una boccata di fumo era una scusa per ridere senza fermarci più. Avevamo tutti e tre una risata coinvolgente e se uno iniziava l’altro lo seguiva solo perché quel suono acuto stimolava a sua volta il desiderio di essere imititato. Stavamo davvero bene. Con Flavio personalmente avevo instaurato un rapporto fraterno. Era il primo ragazzo con cui avevo stretto un’amicizia matura, ci si confidava, si parlava di tutto e si passava il tempo insieme senza accorgersi del tempo trascorso. Abitava a Carini con la madre, e questo era un bellissimo segno del destino perché quando salivo a villeggiare potevo fargli compagnia nel viaggio per scendere in città a trovare Marzia e uscire insieme, e ci ritrovavamo molto spesso o a stare a casa sua giornate intere io e lui, o lui a trascorrere giornate intere al villino dove risiedevo. Ho anche ipotizzato che la mia famiglia pensasse che tra me e lui ci fosse qualcosa di quanto eravamo uniti o di quanto tempo trascorrevamo insieme. Si scherzava molto in maniera anche fisica, non mettendo mai la malizia come ingrediente principale di questi atti. Con lui sentivo di aver trovato un rapporto fraterno, in lui vedevo un amico sincero, fino a quando un giorno…
Non ricordo bene come avvenne il mio cambiamento di sentimenti nei suoi confronti, ricordo solo che un giorno senza tanto domandarmi come poteva essere successo mi ritrovai innamorato perso di Flavio. In quel periodo avevamo conosciuto altre persone che venivano con noi al marabù, del resto il triumvirato non era mai stato definitivamente chiuso ad altre conoscenze. Anzi proprio l’estate che ci stava venendo incontro avrebbe portato a rientri inaspettati. Io nel frattempo mi rendevo conto che per Flavio non provavo più un semplice sentimento di amicizia ma nutrivo un qualcosa di più profondo. Il mio avvicinarsi a lui non era più solamente un ingenuo modo di esprimere il mio affetto per il mio migliore amico ma nascondeva il desiderio di poter avere la fortuna di condividere un sentimento più profondo, più focoso.
Avevo il cuore in gola in quel periodo, non poteva nuovamente capitarmi quello che mi era successo per Stefano. Non volevo succedesse la stessa epopea vissuta qualche anno prima, perché sapevo che poteva andare a finire solamente nella stessa maniera. Avrei taciuto qualche anno il mio non espresso sentimento, reprimendone ogni minimo istinto, logorandomi lo stomaco, in attesa che una ragazza qualunque se lo portasse via costringendomi a guardare nuovamente in faccia la realtà come se non fosse già abbastanza palese.
Ed ecco quindi che il salto nel vuoto avvenne proprio nel 2007. Esausto dal mio taciturno cuore vibrante che pulsava senza fermarsi per Flavio, decisi pur sapendo già la risposta che mi sarebbe stata data di parlare chiaro. Per la prima volta, anche se sapevo a cosa andavo incontro dovevo rivelarmi. Sapevo che era molto probabile non venissi giudicato da lui, e forse fu anche questo che mi spinse a dichiararmi, ma dovevo farlo per liberarmi di un fardello che per troppe volte e troppo tempo mi trascinavo dentro facendomi solo del male. In quel periodo la mia esigenza di condividere anche con lui e con Marzia la mia preferenza sessuale si faceva più pressante. Ma prima di dirlo a Marzia avrei dovuto affrontare Flavio, e prima ancora di Flavio mi ritrovai nel salotto della mia ancora non cognata Ursula a parlare della mia omosessualità. Fu nello stesso pomeriggio in cui invitai Flavio a fare una passeggiata che passai prima da mia cognata a prendere un caffè. In quel salotto che mi aveva visto molte volte con i libri in mano a fare i compiti, rivelai a Ursula i miei sentimenti per Flavio e cercai conforto, quasi come a voler sentirmi dire che stavo facendo la cosa giusta. Donai a mia cognata parte di quel masso che però le chiesi di non condividere con mio fratello. Non sapevo come lei potesse prenderla questa notizia e fui molto confortato del fatto che non mi giudicò. Arrivò quindi il messaggio di Flavio che era arrivato e cosi scesi incontro al mio destino…
Il cuore iniziava a battere forte dentro di me, e quando lo vidi quasi mi pentii di avergli chiesto di vederci, oramai però era li fermo ad aspettarmi davanti il cancello del palazzo di mia cognata e in qualche modo dovevo trovare le parole per dirglielo. Gli chiesi di fare una passeggiata nel quartiere. Prima che parlassi di me, di chi ero e di cosa provavo facemmo una bella passeggiata raccontandoci del più e del meno. Verso la strada del ritorno mi decisi a respirare e vomitare tutto quello che tenevo dentro da molto tempo. Iniziai il discorso dicendogli che ero omosessuale, forse per capire se le mie sensazioni verso il suo modo di pensare erano giuste. Non mi ero sbagliato, non mi vedeva dopo quella rivelazione come l’orco cattivo delle favole o come un mostro da cacciare e uccidere. Per lui non vi era alcuna differenza sulla nostra amicizia, che io fossi stato etero o meno. Per me si, perché di lui oramai mi ero innamorato però. Cosi decisi di dirgli anche la seconda parte della rivelazione e cioè renderlo partecipe del sentimento che provavo nei suoi confronti. Il mio cuore in questo contesto non la finiva di battere forte, di certo potevo dire di essere vivo perché non si era fermato nemmeno un momento di pulsare come se volesse esplodermi dentro. In questo frangente la sua voce inizio ad essere tremante come la mia mentre gli spiegavo tutta la mia vita in pochi minuti. Come da copione non poteva che dirmi che ne era lusingato ma che per ovvi motivi non provava i miei stessi sentimenti e mi chiedeva cosa era giusto fare adesso perché lui per me nutriva un’amicizia profonda e sincera. Ovviamente gli dissi che tra di noi le cose non sarebbero cambiate, solo doveva darmi tempo per far si che questo amore si dissipasse da solo. Come amici ci siamo salutati, con la promessa che le cose non sarebbero minimamente cambiate tra di noi. Salii a casa e ritrovatomi solo nella mia stanza, mi buttai sul letto piangendo. Sapevo che sarebbe andata a finire cosi ma non riuscii comunque a trattenere le lacrime. Sapevo che per l’ennesima volta il mio sentimento non sarebbe stato ricambiato ma avevo voglia comunque per una volta nella mia vita di guardare in faccia quella persona per cui provavo il “sentimento” per eccellenza e renderlo partecipe del fatto che io provavo ciò. Calde lacrime iniziavano a bagnare il cuscino che tentava di soffocare i miei lamenti. Piansi per sfogarmi, il salto nel vuoto era compiuto.
Dopo questo altro passo verso la mia libertà non mi rimaneva che condividere il mio vero io con Marzia che da troppo tempo mi conosceva ma non fino in fondo. Fu dopo qualche giorno che decisi fosse arrivato il momento di aprirmi al cento per cento anche con lei. Fu in macchina mentre camminavamo con lei ed Elena(un'altra grande amica conosciuta nel periodo del marabù) per le strade di Palermo che dissi loro che ero gay. Per un attimo ebbi paura facessimo qualche incidente. Le mie due amiche strillarono come due ossesse dalla contentezza di essere state reduci di una rivelazione simile. Marzia era esterrefatta perché non aveva minimamente ipotizzato io potessi essere gay. Mi aveva sempre reputato una persona troppo timida per provarci con una ragazza anche perché il mio peso consigliava fossi anche una persona molto insicura. Insicura si, ma di spiccare il volo e mordere la vita come si fa con un trancio di pizza quando si è affamati. Questo è stato il periodo che ha decretato il mio salto nel vuoto. Dopo questa fase di esternazione avvenne un altro periodo in cui mi godevo la mia semi libertà di espressione con le mie amicizie. Finalmente potevo parlare con loro dei miei malesseri sentimentali senza dover glissare sulla persona per cui il mio cuore palpitava. Anche se non correvo in giro con in testa la scritta “sono gay” il fatto stesso che le mie amicizie più care sapevano di me mi regalava una sensazione di libertà e tranquillità che fino ad allora non avevo mai provato. Con Flavio le cose si andavano sistemando piano piano, ripresi ad essere il suo sincero amico dopo un po’ di tempo. Ritornarono in quella estate Matilde, Lucrezia e Alfredo nella mia vita perché in alcune occasioni cercai di coinvolgerli. Conobbi nell’estate successiva Cristian, Diana e Francesco. E dopo varie peripezie il mio rapporto con Flavio si eclissò in uno scontro verbale. La rottura della mia amicizia con lui fu una ferita dolorosa, che forse ancora dentro di me ha qualche strascico. Continuerò a non capire il suo comportamento dell’ultimo periodo e il perché ha voluto gettare al vento un’amicizia cosi ben coltivata. Nel frattempo saltarono nuovamente anche Matilde e Lucrezia, che ancora una volta si dimostrarono frivole nei comportamenti per non dire altro e entrò a far parte delle nostre vite tramite Francesco, Giovanni. Fu questo l’inizio dell’idillio che voi tutti avete conosciuto nei miei primi racconti; l’amicizia di sei ragazzi me compreso (Cristian, Diana, Marzia, Francesco e Giovanni). Grazie a queste cinque persone con cui ho condiviso gli ultimi anni fino ad oggi di questa vita, ho completato un altro ciclo della mia vita; quello in cui mi vede finalmente sicuro di spiccare un salto nel vuoto ma con un paio di ali che fanno invidia anche ad un angelo…e tutt’ora volo nel cielo della mia vita sereno di quello che questa mi offre.
Rubrica a cura di Gianni
Le persone che ti vogliono bene ti stanno vicine anche quando, per essere felice, fai scelte di vita inaspettate o poco condivise dalla maggior parte delle persone. E' in momenti come questi che capisci chi sono i tuoi veri amici.
RispondiEliminaMassi
I salti nel vuoto sono dimostrazione di intelligenza, ma aanche di voler vivere la vita da protagonista e non da spettatore e tu negli anni ne hai fatti tanti e alla fine ti hanno insegnato molto, portandoti ad essere la persona che sei; e non ramaricarti per chi s'è perso per strada, perchè forse era semplicemente destino che succedesse così.
RispondiEliminaViviti questa nuova fase della tua vita pensando solo a spiccare il volo con le tue ali d'angelo. ^_^