Le cronache di P - I gay in tv

Prologo
Tornano Le Croncache di P che in questo numero si interrogano sul ruolo dei gay in tv e dei rappresentanti che la comunità GLBTQ ha all'interno di quella scatola magica dove, oggi più che mai, in molti pur di entrarvici  si venderebbero anche l'anima (anche se per ora si preferisce la vendita delle patate). Secondo voi la tv di oggi sa rappresentarci come si dovrebbe, oppure mostra solo alcuni personaggi rientranti perfettamente nel famoso luogo comune che ci vuole dolci, sensibili e donne mancate? Gianni si è posto questa domanda e vediamo a cosa è arrivato.
Vi aspetto domani con la nuova puntata di Un nuovo mondo che, sono certo, vi lascerà a bocca aperta.
Francesco Sansone




























I gay in tv

In principio erano Cristiano Malgioglio, Renato Zero (e pare anche di no) e Amanda Lear, poi fu il verbo di Alessandro Cecchi Paone e infine  fu il delirio con il “Grande Fratello”(non alludo a niente qui). Quanto la televisione ha influito a far conoscere l’omosessualità come situazione sociale normale piuttosto che come piaga? Riflettendoci bene oltre alla radio, lo strumento di massa per eccellenza che riunisce il popolo e lo informa è, senza ombra di dubbio, la televisione. Attraverso questo mezzo il popolo ha conosciuto un mondo e lo ha portato dentro le proprie case, conoscendone i fatti che lo riguardavano. Sempre attraverso questa piccola “finestra” ha imparato a divertirsi, ad impiegare il tempo e a conoscere ciò che probabilmente avrebbe continuato a ignorare. Con il piccolo schermo poi sono nate le stelle, i V.I.P. e le celebrità che gareggiano o si mischiano con la popolarità di chi sovrasta il grande schermo del cinema. Ed è così  che nascono personalità di tutti i tipi che impariamo a riconoscere e fra quasti innumerevoli volti, ci sono anche quelli di qualche gay.
Il primo di cui voglio parlarvi è  Cristiano Malgioglio. Conosciuto nei primi anni della sua carriera come un noto autore di testi di canzoni, ha collaborato con tantissimi cantanti ed i suoi testi hanno fatto il giro del mondo. Autore di tantissimi testi di Mina, testi  come L’importante è finire e Ancora ancora ancora, imprime nelle parole emozioni forti, passioni e amori come fossero più un dialogo tra due innamorati. Alla fine degli anni Settanta decide di buttarsi nel palcoscenico canoro diventando interprete dei suoi pezzi, ma in questo contesto rientrerà nella forma canora del trash visti i testi allusivi e pieni di doppi sensi che decide di interpretare (il suo esordio avviene con sbucciami). Alla fine degli anni Novanta e nei seguenti anni, Cristiano Malgioglio sbarca anche in televisione affiancando la conduzione di alcuni e diventando opinionista. Una delle personalità più imitate delle televisione sia per il ciuffo, che lo ha reso glorioso nell’ambito dello spettacolo, sia per le sue movenze accentuate e quasi teatrali. La sua personalità può dirsi quindi un’arma giocata per sbalordire o esaltare ciò che si vuole dire. Indiscusso talento di penna, io trovo che sia sbocciato in un’epoca perfetta in cui teatralità, naturalità e personalità, soprattutto in ambito televisivo, si siano coese. In effetti proprio gli anni Duemila con i suoi successori hanno visto sorgere personalità particolarmente teatrali tra i vari artisti televisivi o addetti ai lavori e molti di essi non hanno assolutamente nascosto il loro orientamento sessuale. Negli ultimi anni ad esempio abbiamo visto la fioritura di un altro personaggio dello spettacolo. Sto parlando in questo contesto dello studioso e conduttore televisivo Alessandro Cecchi Paone.
Molti lo conoscono per la conduzione de La Macchina del Tempo e Appuntamento con la Storia due programmi che lo hanno reso, come se non lo fosse già, famoso nelle reti Mediaset. Alessandro Cecchi Paone però ha vissuto con il pallino del giornalismo televisivo. Laureatosi in scienze politiche ha subito cominciato a lavorare per la Rai per moltissimo tempo nel campo del giornalismo e alla conduzione anche del TG2. Collabora come docente in tante università e per tante discipline. Negli ultimi anni conduce alcuni programmi televisivi nelle reti satellitari e lo conosciamo anche per il suo coming out che lo vede nuovamente spopolare nelle reti Mediaset come opinionista. Prima dichiaratosi bisessuale poi omosessuale, separatosi dalla moglie spagnola con cui ha diviso sette anni intensi della sua vita, si appresta nel nuovo millennio ad esordire con questa nuova concezione di sé. Lo ricordo anche per lo scontro avuto alla proclamazione dei Telegatti contro la vittoria del Grande Fratello che lo aveva battuto alle nomination. Proprio lui che poi in un reality ci è andato a finire (l’Isola dei Famosi). Nella sua manifestazione sull’orientamento sessuale non è stato mai eclatante, semmai ha esaltato lati burleschi di sé che lo hanno discostato dalla figura seria e professionale che eravamo soliti vedere (se sia stato un bene o un male lascio a voi dirlo…).
Ma a proposito del Grande Fratello ultimo tassello di questa indagine casalinga e spartana, teatro in cui recitano personalità multiple, disparate, e, lasciatemelo dire, particolari. Grazie ad esso il palinsesto Mediaset si è riempito senza troppi problemi; ad ogni ora del giorno e in ogni programma ci deve essere almeno un concorrente del Grande Fratello da fare da decorazione ornamentale con le sue paturnie, i gossip su questo o quell’altro concorrente, i disagi e i segreti svelati dentro e fuori la casa più spiata d’ Italia. Ha partorito grandi attori come Luca Argentero, opinionisti come Jonhatan o Rocco Casalino o Tizio, Caio e Prezzemolino e anche l’omosessuale sensibile, quale è stato Maicol Berti.
Già perché con Maicol l’etichetta di sensibile non ce la siamo più scrollata di dosso, cementandosi ulteriormente. Ma perché un omosessuale non può essere un emerito stronzo?? Se avete letto di me vi renderete conto che io ne ho avuto a che fare con questa razza e credetemi non erano eterosessuali =).
Con i suoi dubbi, le sue angosce, i suoi pianti e l’elaborazione dei suoi sentimenti, Maicol è stato un altro elemento che tramite la televisione è sbocciato ad una nuova considerazione di sé, magari maturata dentro se stesso, e che aveva solo la necessità di fare un passo in più per accettarsi definitivamente. Quindi il tubo catodico (obsoleto ormai chiamarlo cosi) nella maturazione della consapevolezza di sé è formativo?

Potrei citarvi tantissime altre personalità dello spettacolo che hanno trovato nella televisione e nei suoi meccanismi un terreno fertile per esternare il proprio io, ma mi ci vorrebbero troppe pagine e tante parole. Invece voglio chiudere questa piccola e ingenua rassegna con una provocazione; visti i personaggi elencati in queste pagine da chi vi sentite più rappresentati? Dal biondo ciuffone serpeggiante di Malgioglio (e per serpeggiante intendo tagliente nella lingua come quella biforcuta di un serpente)? Dal burlesco e burbero Cecchi Paone? Oppure dal sensibile e fin troppo emotivo Maicol? Perché a pensarci bene sono loro lo specchio di noi che viene mostrato dalla tv alla gente che ignora che gli omosessuali al di la di questo nome caratteristico sono fondamentalmente esseri umani sensibili alla stessa maniera degli eterosessuali.

Alla prossima

Gianni