Altri Mondi - Shortbus: gli altri incontri radiofonici. Intervista a Davide Puppa e Sergio Rozzi

Prologo
Dopo il veto alla pubblicazione arrivatomi all'ultimo minuto da parte dell'associazione che avevo intervistato per aprire il mese di Altri Mondi e che ha causato la sua sospensione, oggi torna la rubrica con un'intervista a due voci. I protagonisti, infatti, sono Davide Puppa e Sergio Rozzi autori e conduttori di Shortbus: gli altri incontri radiofonici il programma radiofonico di Radio Onda d'urto che ogni mercoledì dalle 20:00 alle 21:00 fra notizie, incontri con personaggi famosi e molto altro ancora da voce al popolo LGBTQ. Il programma si può ascoltare sia sulle frequenze FM, ma anche sul sito ufficiale della stazione radio   dove è possibile ascoltarla in differita, tramite lo streaming, nei giorni seguenti la diretta.
Nell'intervista di oggi scopriremo come nasce la trasmissione e conosceremo meglio le due menti di Shortbus: gli altri incontri radiofonici.
Prima di salutarvi, vi anticipo sin da ora che Sergio Rozzi sarà anche il protagonista del prossimo week end de Il mondo espanso dei romanzi gay con un' intervista esclusiva, che potrete leggere domenica 24 Aprile 2011,  in cui ci parlerà del suo ultimo libro Primo Omo che il blog vi presenterà sabato 23 Aprile 2011.
Non mi resta, dunque, che salutarvi e darvi appuntamento a domani.
Francesco Sansone


Shortbus: gli altri incontri radiofonici
Intervista a Davide Puppa e Sergio Rozzi

Come nasce l’idea di creare Shortbus?
Davide: Fino a giugno del 2009 lo spazio radiofonico era occupato da “Avantissimo” , sempre una trasmissione a tematica lgbtq, ma gestito direttamente dal direttivo provinciale arcigay Orlando. In quella ultima stagione di Avantissimo collaboravo ,curando il notiziario, già dal 2008 , sia fino a dicembre 2008 facendo ancora parte del direttivo arcigay, sia per i 6 mesi successivi , nonostante le mie dimissioni anticipate dovute al netto contrasto tra la mia idea di associazionismo e quella della maggioranza del Comitato. Preferirei non entrare nel merito della cosa, ma a causa di questa mia coerenza rinunciai ad un sicuro futuro in associazione nel caso avessi appoggiato l’elezione dell’allora papabile futuro presidente che in quel momento rappresentava proprio quella idea di associazionismo che cozzava tremendamente con la mia. Naturalmente i divari vertevano anche su come fare e gestire la trasmissione. Non volendo il nuovo direttivo impegnarsi per altre stagioni radiofoniche a causa della per così dire scarsità di persone che si volessero prendere l’impegno (o metterci la voce, la visibilità e/o l’impegno costante), ho chiesto alla direzione radiofonica di Radio Onda d’Urto di poter occupare questo spazio a nome mio e di Sergio Rozzi (con il quale condivido moltissimi orientamenti e ideologie sullo sviluppo delle rivendicazioni lgbtq), creando una nuovissima trasmissione, più sciolta, più scorrevole, dinamica e soprattutto non legata al controllo, per così dire, politico di arcigay. La nuova trasmissione doveva essere (e nei fatti lo è) portatrice anche di altri pensieri e larghezza di vedute: in pratica dare voce anche alle critiche togliendo il monopolio a quella che definisco una balena bianca arenata e quindi morente: Arcigay. E’ stata dura, perché siamo sempre stati rispettosi delle voci di tutti, anche della balena, utilizzando spesso una sorta di par condicio interna e cioè informare su tutte le campane.
Quindi rispondendo a questa domanda posso dire che, come nel film” Shortbus” di John Cameron Mitchell (2006), la trasmissione ha preso dal film proprio il fatto che tutto può succedere e che spesso le cose non sono come le si vede o le si sente dal megavideo dell’informazione commerciale, ma nella maggior parte dei casi le sfumature fanno e farebbero la differenza se solo fossero valorizzate e rese note. Come nella vita, shortbus è un posto in cui possono venire tutti e tutti possono dire la loro.

Sergio: Diciamo che Shortbus è stata un’evoluzione di un ciclo. Radio onda d’urto trasmetteva già una trasmissione a tematica lgbt autogestita dal locale circolo Arcigay. Partecipai a qualche puntata, che all’epoca si registravano il martedì sera per poi essere mandata in onda il pomeriggio del giorno successivo. Dico partecipai perché poi un giorno, a causa di un diverbio per una notizia da mandare in trasmissione decisi di andarmene sbattendo, come si dice in gergo, la porta. Seguivo a ruota di qualche settimana Davide Puppa (lui se ne andò sbattendo addirittura il portone). Sono sempre stato appassionato di radio e la cosa mi dispiacque. Ma di certo non mi persi d’animo. Contattai altre emittenti radiofoniche, attivandomi con una di esse per lanciare un programma radiofonico a tematica lgbt. Poi un giorno di ottobre del 2009 mi chiama Davide dicendomi che lo spazio occupato dalla trasmissione autogestita di arcigay non era stato rinnovato. Che fare? Breve riunione con qualche amico e si decise di continuare noi. In fondo era ciò che volevamo. E come la chiamiamo? Beh Davide dice “com’era il titolo di quel film che Pietro mi ha fatto vedere?” “Shortbus”, fu la risposta. Bene la chiameremo così, aggiungendo “gli altri incontri radiofonici” dove altri sta per tutto e nessuno.


Quindi il vostro programma nasce per non far morire una fonte di informazione utile alla comunità LGBTQ, giusto?
Davide: Hai centrato il segno, è proprio così. Senza la trasmissione, la comunità lgbtq della provincia di Brescia sarebbe del tutto priva di mezzi mediatici di informazione, se non il sito di arcigayorlando che, a parte qualche iniziativa di routine e al collegamento verso altri siti internet del movimento, di suo non rappresenta una fonte di informazione, né locale, né nazionale.

Sergio: Assolutamente. Ė prevalso in noi un senso di responsabilità nei confronti del mondo lgbt ma più in generale dell’informazione, e della libera informazione, merce molto rara ai giorni nostri.


Quanto è stato difficile realizzarla e portarla in radio?
Davide: Portarla in radio vedi la risposta sopra. Quanto è stato difficile: beh insomma, devo dire che imparo in fretta e in poco tempo ho imparato ad usare il mixer, a fare le scalette, scegliere le sigle, la musica. Fortunatamente posso usufruire anche di un altro cervello che è quello di Sergio Rozzi. La nostra trasmissione cambia di puntata in puntata con idee nuove e argomentazioni in continua evoluzione. Il segreto è dirsi sempre in faccia le cose in modo da poter correggersi e migliorare insieme.

Sergio: Beh ogni impresa ha i suoi ostacoli, le sue ansie da prestazione, le zone grigie e le zone d’ombra. Registrata una puntata di prova (era doverosa) abbiamo constatato che non era poi così difficile. I ragazzi di radio onda d’urto ci hanno supportato con l’aiuto tecnico che è stato insostituibile. E poi al via con una scaletta abbastanza collaudata (era l’eredità della vecchia trasmissione) che naturalmente è stata via via modificata sino all’attuale palinsesto.


In che base scegliete i temi da inserire in scaletta?
Davide: In base essenzialmente all’attualità della settimana e devo dire anche grazie a facebook che ci permette di interagire in fretta e conoscere persone che scopri attivissime con interessanti percorsi nei movimenti vari lgbtq. Ad esempio se non ci fosse stato il web, credo che sarebbe stato estremamente difficile catturare certe notizie ed avvenimenti, come la battaglia di civiltà contro la pedofilia di Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia, oppure le recenti epurazioni della segreteria nazionale Arcigay, notizie che dai canali ufficiali controllati da Grillini sono poco menzionate, alcune addirittura omesse.

Sergio: Generalmente i temi di attualità ci danno sufficienti spunti. Va detto che buona parte dei nostri ospiti tornano periodicamente nelle interviste. Questo potrebbe sembrava ripetitivo, in realtà preferiamo rimarcare alcuni temi o questioni con gli stessi gruppi o associazioni o anche persone. In una società dove la notizia è urlata e dove il sensazionalismo dell’informazione prevarica sul contenuto e sulla stessa essenza della notizia, il nostro modo di informare vuole essere pacato, ragionevole ma soprattutto indagato.


Come vi siete conosciuti?
Davide: Un amico in comune ci ha fatto conoscere

Sergio: Ci siamo conosciuti tramite l’amico del film Shortbus.


Cosa sperate arrivi dei temi affrontati a chi vi ascolta?
Davide: La voglia di approfondire ciò che si è ascoltato per avere una idea più organica e una maggiore consapevolezza dei propri diritti, soprattutto quelli negati rispetto ai paesi stranieri più evoluti del nostro.

Sergio: Il concetto di libera informazione, che è un diritto costituzionale irrinunciabile. Ma soprattutto che il mondo è fatto di mille sfaccettature, di umanità complesse, di drammi personali, che non hanno nulla a che fare dalle presunte nipoti egiziane.


Dei tanti personaggi intervistati durante la vostra trasmissione radiofonica, chi vi ha colpito maggiormente e perché?
Davide: Sicuramente Francesco Zanardi e Manuel Incorvaia per la loro tenacia nella lotta contro l’omofobia e anche per il riconoscimento delle unioni omosessuali e delle coppie di fatto. Pigi Mazzoli per la sua costante militanza contro l’Aids e l’Hiv, mettendosi in prima persona. Eleonora Dall’Ovo, collega lesbica di Radio Popolare e conduttrice de “l’Altro martedì”. Antonio Rotelli e Francesco Bilotta di Rete Lenford-Certi Diritti per la loro puntuale comunicazione sulle battaglie legali in corso. Giorgio Cuccio, il nostro filo rosso con il mondo Trans. Marino Buzzi per la sua lotta contro le terapie riparative e tantissimi altri non meno importanti.

Sergio: Molti sono stati ospiti, come la coppia Zanardi-Incorvaia tenaci e coerenti ancora oggi. Di loro mi ha colpito la voglia di diritti e di vita, una vita insieme, una vita da coniugi. Debbo dire che tutti gli ospiti mi colpiscono per il loro entusiasmo in ciò che fanno, per quella battaglia dei diritti civili ormai bandiera in mano ai singoli e ad associazioni non necessariamente lgbt e penso agli amici di Facciamo Breccia, ma anche all’UAAR, alla Rete Lenford –avvocatura per i diritti lgbt, all’associazione Certi Diritti che ringrazio pubblicamente per la battaglia di affermazione civile, è grazie a loro lavoro ed impegno (svolto in maniera gratuita) che la Corte costituzionale ha scritto la pagina numero uno riguardo al matrimonio fra persona dello stesso sesso.


Davide per quindici anni sei stato attivista nel movimento gay e fino a 2 anni e mezzo fa sei stato responsabile provinciale arcigay del territorio di Brescia. Cosa ci racconti di quegli anni? Quanto è cambiata la società negli ultimi quindici anni a Brescia grazie anche al tuo lavoro?
   L’esperienza in Arcigay mi è servita per assimilare esperienza organizzativa e conoscenza delle problematiche legate al mondo lgbtq. Come responsabile del territorio avevo progettato e cominciato ad organizzare un Coordinamento di tutte le associazioni lgbtq che agiscono sul territorio Bresciano e Bergamasco( infatti allora Bg non aveva un comitato provinciale e noi di Brescia ce ne prendevamo cura e carico) al fine di creare un soggetto politico più organizzato per una maggiore capillarità e riuscita negli obiettivi di rivendicazione dei diritti , nonché di denuncia dei reati e maltrattamenti di stampo trans-omofobo. Questo soggetto politico allargato poteva avere più voce e importanza di fronte alle istituzioni con le quali volevamo un dialogo. Il nuovo direttivo senza di me non portò mai avanti il progetto. Sempre in quel periodo, da consigliere comunale del mio paesello feci approvare una mozione contro l’omofobia, sull’onda di quello approvato in provincia. Il mio fu l’unico ed è ancora l’unico Comune della provincia di Brescia ad aver presentato ed approvato favorevolmente una mozione contro la violenza omofobica e di genere. Ti posso quindi dire che in 15 anni non è cambiato quasi nulla: a parte qualche cine-forum a tema e la nostra trasmissione radiofonica, cose nuove a Brescia non sono avvenute se non una recrudescenza dell’omofobia e del razzismo, non solo nei confronti delle persone lgbtq.


Sergio tu oltre a condurre e ideare Shortbus sei anche giornalista e scrittore, da poco infatti è uscito il tuo libro "Primo Omo". Nella tua carriera giornalistica quale è stata la notizia più brutta che hai dovuto trattare e quale invece sei stato felice di scrivere?
   Da un punto di vista giornalistico la notizia è notizia e la scrivi per il lettore. Di quelle lieti e felici ricordo di un servizio sulla chiusura (diciamo finta chiusura) dell’ultimo padiglione dell’ (ex) ospedale psichiatrico di Brescia. Si paventava una sorta di trasferimento in una struttura in provincia per poter dire che a Brescia il manicomio non esisteva più. Bene la battaglia della società civile unita alla tenacia di pochi cani a guardia dell’informazione ha smascherato i piani dei soliti ignoti. Una mezza sollevazione popolare ha fatto il resto, rompendo le uova nel paniere. Le notizie meno felici le trovi nella quotidianità spesso parlando delle nuove povertà, del disagio delle persone anziane, della disoccupazione. Sono notizie che da anni si ripetono e che hanno seguito subito a ruota un’altra notizia che se fosse stata vera sarebbe bellissima: quella di un milione di posti di lavoro.


Com’è essere omosessuali a Brescia in un periodo in cui a dettar legge è un partito come la Lega che diciamo non è proprio favorevole alle alterità?
Davide: Con gli otto anni di amministrazione Corsini di centro sinistra dal 2000 al 2008 il clima era piatto, anzi addirittura quasi di indifferenza da parte dell’amministrazione comunale : l’unico lato positivo è che non fece mai pagare l’affitto per la sede dell’arcigay, ma contrastò l’approvazione della mozione sull’omofobia e le coppie di fatto che comunque passò solo grazie al fatto che i consiglieri leghisti(allora all’opposizione) uscirono dall’aula e non parteciparono al voto. Sempre la stessa amministrazione non concesse a LiliElbe, associazione trans, lo spazio pubblico per la loro manifestazione culturale e per quelle dell’Arcigay fu molto dura ottenere tali spazi.
Ora che al potere c’è la Lega , di fatto gli spazi pubblici sono negati prendendo scuse ridicole legate a manifestazioni commerciali e avvenimenti coincidenti di contrasto. Quindi se prima eravamo in 10 a ballare l’Alli-Galli, adesso siamo in 3 a ballare l’Alli-Galli.

Sergio: Non che le precedenti giunte catto-comuniste (molto più catto che comuniste) guidate dal PD Paolo Corsini le associazioni lgbt godessero di radiante luce. E questo per una precisa scelta politica, che io ascrivo direttamente all’ex sindaco, disponibile ed aperto sulle questioni culturali ma anche testardo e cocciuto su altre. Tanto per sparare ancora sulla croce rossa, la smania di Corsini per candidarsi (nuovamente) alla camera ha lasciato spazi e margini di manovra all’opposizione leghista che con la sua armata ha conquistato palazzo Loggia. I risultati sono sotto gli occhi di tutti. Me ne ricorderò di certo alle prossime elezioni amministrative.


Quindi a Brescia sia con il PD che con la Lega le cose non è che siano state facili, giusto? Secondo voi cosa ci vorrebbe per far cessare questo ostruzionismo da parte delle istituzioni? Perché il nostro paese sembra non capire che riconoscere i diritti a chi non li ha, non li toglie a chi già da sempre li possiede?
Davide: In riferimento a quanto già detto nelle prime domande, è davvero difficile rapportarsi a delle istituzioni, quando in un intero bacino di migliaia di detentori della tessera arcigay della provincia di Brescia riesci a coinvolgerne solo una decina. Quindi prima di tutto rafforzare il soggetto politico. A mio avviso manca in Italia un senso comune della Laicità dello Stato e una vera distinzione politica tra Stato e Chiesa Cattolica. Finché la lobby vaticanista prevarrà in Parlamento (sia della maggioranza che dell'opposizione), credo che non ci sarà alcun concreto passo avanti se non quello della via giuridica. Ma se tra poco pure gli organi di garanzia saranno controllati dal governo, potremmo dire addio anche a questa strada.

Sergio: Diciamo che la classe politica è sorda quando lo vuole essere. E poi usare il termine classe politica, oggi, è un termine impegnativo. E poi la cultura gioca un ruolo fondamentale. Non esiste solo la polenta nei nostri cibi, esistono nuove pietanze, nuovi condimenti, nuove spezie che in futuro troveranno sempre più spazio sulle nostre tavole. Ma c’è bisogno di nuove leve, di giovani e di pensieri innovativi che sappiano traghettare la nostra società oltre il pantano clerico-fascista nel quale ci siamo arenati. Largo ai giovani.


Tornando a Shortbus quali personaggi interverranno nelle prossime dirette?
Davide: Questo chiedilo a Sergio, poiché lui cura le interviste, alcuni compiti ce li siamo divisi per maggiore praticità.

Sergio: Avremo gli amici di Facciamo Breccia, ma anche Francesco Zanardi, e poi il mondo lesbico e quello trans. Poi un passaggio obbligato con Eleonora Dell’Ovo de L’altro martedì.


C’è un personaggio in particolare che vorreste intervistare, ma che ancora non siete riusciti ad avere in trasmissione? Se sì, chi e cosa gli vorreste domandare?
Davide: A me francamente piacerebbe intervistare Franco Grillini e chiedergli a bruciapelo in diretta com’è che la sua testata d’informazione lgbtq “gay news.it” ha omesso di riportare le notizie dal Consiglio Nazionale Arcigay dove la segreteria ha espulso persone competenti e storiche solo perché avevano idee diverse dalle loro. Oppure com’è che non vengono riportate notizie che riguardano anche le altre associazioni lgbtq diverse da arcigay.
Se poi proprio vorremmo fare il colpaccio noi aspiriamo a portare in studio Rodotà e/o la Litizzietto ecc… ma siamo ragazzi con i piedi per terra. Però non si può mai sapere.

Sergio: L’idea che mi viene ora potrebbe essere di intervistare un Padre costituente per chiedergli come fu lo spirito della discussione nell’assemblea costituente parlando di matrimonio. Ma senza scomodare i costituenti mi piacerebbe Stefano Rodotà, eccellente costituzionalista, ex deputato indipendente nelle liste del PCI, grande sostenitore della laicità dello stato e ateo convinto.
Gli chiederemmo quale sia la strada giuridica più breve per giungere al matrimonio fra persone dello stesso sesso. Ne sono certo, a lui lasceremmo tutto il tempo della trasmissione che desidera.

F.S.