Pia Contessa – il brano contro l’omofobia dei Fuoricentro [ViDEOCLIP]

A cura di Francesco Sansone
Grafica di Giovanni Trapani
Pia Contessa, il nuovo brano della band Fuoricentro, parla di omofobia e lo fa portando all'attenzione il punto di vista del gay represso che si trasforma in omofobo .

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Nella foto: Maurizio Camuti, cantante dei Fuoricentro
«Una visione alquanto critica e provocatoria ma supportata da parecchi studi oggi ripresi da svariate università e studi vari che sostengono come il troppo accanimento o la troppa paura del “diverso” nasconda una paura recondita legata a quella parte non accettata ma presente in taluni individui.»  racconta Maurizio Camuti, cantante della band milanese.

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In rotazione nelle radio dal 21 ottobre scorso, Pia Contessa vuole dare una prospettiva della problematica attraverso un tono ironico e quasi favolistico, con la storia di un uomo moralista di giorno e peccaminoso di notte che, una volta scoperto per le sue scappatelle tra parchi e parcheggi, riceverà lo stesso trattamento da lui solitamente riservato al prossimo.

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«Pia Contessa nasce circa cinque anni fa,  - continua Camuti - con l’intento di scrivere qualcosa di ‘diverso’, una realtà sconosciuta ai più ovvero l’omofobo etero fasullo e represso, quasi invidioso e spaventato della libertà altrui. Uno frustrato che nutre pulsioni irrefrenabili verso coloro che al bar con amici, al ristorante, tra i discorsi con i familiari, rifiuta e disprezza. Un ‘carnefice’ che è a sua volta vittima di se stesso e della sua educazione, costretto a manifestare le proprie pulsioni in gran segreto, con il travestitismo o banalmente attraverso incontri occasionali, nei momenti liberi rubati, nei parcheggi, insomma in posti e con persone che non potranno essere testimoni dell’inconfessabile. Ho voluto raccontare il tutto in maniera molto ironica ed inaspettata, fornire l’altro lato della medaglia del fenomeno legato all’omofobia, proprio per far venire a galla i ‘peccati’ di una certa frangia di popolazione che molti non si aspetterebbero e non immaginerebbero neanche».

Il ritmo richiama il rock anni ’70 ma anche l’elettro – pop degli anni ’80 ed è stato firmato dallo stesso Maurizio Camuti e Roberto Arru, chitarrista dei Fuoricentro.

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