Non toccatemi i racconti di vita... gay


Prefazione: Paolo Vanacore
Copertina di e con Giovanni Trapani
Casa Editrice: Tempesta editore
Prezzo: 15,00 Euro




Mi spiace occupare di nuovo lo spazio del blog per rispondere a un commento lasciato da un lettore, ma penso che sia indispensabile.
Come sapete già l’anno scorso mi sono ritrovato a dover difendere questa rubrica da un’accusa pesante, però dato che la vita è ciclica adesso mi ritrovo a fare di nuovo delle precisazioni. Tuttavia è bene chiarire che in questo caso non viene messa in discussione la rubrica in se’, bensì una storia in particolare, quella di Anonimo (per adesso).

Ma andiamo con ordine e iniziamo dal commento che ha dato vita a questo articolo:

Oliver Bradshaw ha detto…
secondo me chi ha scritto questo testo è solo un povero sfigato senza spina dorsale. Anche da etero probabilmente sarebbe stato lo stesso sfigato.
Banale, superficiale e sopratutto patetico e triste, nel senso che è così sfigato che è triste proprio il racconto per come è scritto, non per il contenuto, quello devo dire che mi ha fatto ridere. 

Sembrerò ripetitivo, ma ci tengo a ribadirlo, io non censuro nessun commento, però mi piace analizzarlo e discuterne con tutti voi.

Per chi non avesse letto il racconto di vita… gay in questione, ve lo spiego in breve: Questo ragazzo ha raccontato quanto fosse stata difficile la sua adolescenza sia in famiglia sia a scuola, dove era soggetto ad ogni forma di bullismo che quotidianamente lo vedeva vittima di aggressioni anche fisiche. Dopo vari anni e vari tentativi, è arrivato a trovarsi e a trovare il proprio benessere pur non dimenticando quello che ha vissuto. Ovviamente questa sintesi non rende nel dettaglio la storia che tocca molti punti forti e crudi.

Ora veniamo al punto centrare dell’articolo e spiegare perché trovo questo commento veramente STUPIDO!

Innanzitutto nessuno credo debba permettersi di usare certi termini per commentare una storia di vita definendo il suo protagonista uno sfigato. Cosa vuol dire sfigato? Spiegatemelo perché a me veramente sfugge il significato di questo termine per questo ragazzo.

Se prendo il dizionario e cerco il lemma, leggo: agg. pop. 1 Sfortunato, iellato, spec. nel l. giovanile; 2 Privo di fascino, di attrattive: uomo s.; posto s.
 
Quindi devo pensare che Oliver volesse dire che questo ragazzo fosse stato sfortunato? Oppure che non abbia avuto fascino? Non so…

Ma continuiamo l’analisi del commento e passiamo al passaggio in cui scrive: Banale, superficiale e sopratutto patetico e triste, nel senso che è così sfigato che è triste proprio il racconto per come è scritto, non per il contenuto, quello devo dire che mi ha fatto ridere”.

Banale? Superficiale? Patetico? Triste? Tutti questi aggettivi cosa significano nel contesto?

Cerchiamo di nuovo nel nostro vocabolario e vediamo cosa ci dice:

Banale = Molto diffuso, comune, e quindi privo di originalità SIN convenzionale: dire le cose più b.; di poco conto, piccolo ma anche sciocco; dovuto a disattenzione, imprevidenza: è stato solo un incidente b. (pur rileggendola più volte, non sono riuscito a trovare un solo passaggio banale in questa storia)

Superficiale = fig. Di persona, facilone, poco profondo: ragazzo s.; di comportamento, riflessione ecc., approssimativo, sbrigativo: dare un'occhiata, un giudizio s. / s.m. e f. Persona leggera, facilona (dove la storia di quel ragazzo è stata facilona e soprattutto dove quel ragazzo è risultato superficiale? Forse mentre scriveva che veniva picchiato dai compagni oppure quando scriveva che anche in casa non trovava l’appoggio dei suoi?)

Patetico = 1 Che suscita compassione e commozione o tristezza SIN commovente, toccante: romanzo p.; scena, storia p. 2 estens. Sentimentale in modo affettato, che tende a commuovere artificiosamente: declamare con tono p.; che suscita imbarazzo e commiserazione: sei veramente p.; fare una figura p. 1 (solo sing.) Ciò che tende a commuovere; ciò che è troppo lezioso, sdolcinato: cadere nel p. 2 (f. -ca) Persona che tende a farsi commiserare o ad assumere atteggiamenti leziosi (a me non sembra che il ragazzo abbia cercato la commiserazione  né tanto meno di commuovere nessuno, anche perché alla fine della sua storia scrive: Oggi quasi 5 anni dopo tutto sembra essere andato a posto. Sono un semplice ragazzo che ama i ragazzi, sono fidanzato da quasi 4 anni e convivo felicemente con la persona che, tra alti e bassi, mi ha cambiato la vita. Anche con i miei i rapporti si sono aggiustati, anzi adesso stravedono per il mio compagno e specialmente mia nonna ne va pazza.)

Triste = 1 Di persona, che è in uno stato di afflizione, di depressione, di malinconia SIN malinconico, infelice: diventare, sentirsi t.; che denota tale stato d'animo: sguardo t. 2 Che infonde tristezza, ispira malinconia: poesia t. 3 Che causa dolore, dispiacere: una t. esperienza; ho avuto un t. presentimento ( è vero ha raccontato di un’adolescenza triste, ma ha altresì testimoniato che combattendo è riuscito a vivere la vita che voleva lanciando un messaggio positivo per tutti quei ragazzi che ancora oggi possono ritrovarsi nella sua stessa situazione).

Se dovessi usare tutti questi aggettivi, di sicuro, non li userei per quel ragazzo che ha messo a nudo la propria personalità per aiutare tanti altri ragazzi che ancora non hanno trovato la propria strada, ma li userei per un ragazzo che è stato banale nel scrivere un commento senza capirne il significato, risultando superficiale e lasciando un senso di tristezza per il suo essere patetico sotto ogni aspetto.

Tutti possono dire quello che vogliono nella più assoluta libertà, però, è anche vero che io, in quanto creatore di questo blog, ho la possibilità di invitare la gente a commentare con criterio e anche, in casi come questo, invitare certe persone a non commentare affatto, perché poco graditi.

Mettete in discussione me, questo spazio o qualsiasi altra cosa che mi riguarda in prima persona, ma non permettetevi mai di deridere chi ha avuto il coraggio di raccontare la propria storia in un mondo dove è più facile mostrare corpi nudi o parlare di stupidaggini pur di riempiere uno spazio nel web. Invece di criticare chi, con difficoltà, si è aperto, prendete esempio e raccontate le vostre di esperienze, in modo da evitare la sensazione di solitudine che molti ragazzi vivono nello scoprirsi gay. Fareste più bella figura!

Articolo: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani