Quando l’omofobia entra nei locali gay. La testimonianza di un ragazzo picchiato al Muccassasina


Che succede quando una serata, la sera delle streghe, si trasforma in un vero incubo da cui sembra non poter scappare? Era la sera dello scorso Halloween, quando due amici gay  scelgono di andare ad una festa a tema nella discoteca omosessuale più famosa della capitale: Il Muccassasina.  L’entusiasmo però si è trasformato presto in tutt’altro e il sangue finto disegnato sui volti dei ragazzi mascherati, è diventato vero.  Uno dei due amici viene aggredito e picchiato con una violenza ingiustificata da due ragazzi eterosessuali che erano andati alla serata insieme alle loro ragazze. Calci e pugni vengono scagliati contro il viso del ragazzo che, tra la non curanza della gente presente,  non riesce a liberarsi da quella cieca violenza. Una volta arrivati gli uomini della sicurezza, invece di sottrarlo ai suoi aggressori, lo hanno trattato come il carnefice della situazione. Viene preso di peso e cacciato fuori, mentre il sangue continuava a scorrere. L’amico della vittima, dopo che era stato trattenuto alla larga dai due aggressori, è riuscito a raggiungerlo e a chiamare l’ambulanza e i carabinieri, però ancora una volta il ragazzo  si è trovato a pensare di essere dentro ad uno di quei film dell’orrore. I carabinieri, infatti, sembravano poco interessanti ad ascoltarlo e lo hanno invitato semplicemente a sporgere denuncia, mentre gli aggressori, nella loro auto, sono passati davanti loro, certi di averla fatta franca.

Una serata di svago è diventata una serata di violenza, di paura e di ingiustizia ai danni di un giovane uomo che credeva di potersi divertire in un luogo dove l’omofobia, almeno in teoria, non dovrebbe esserci.

Oggi quel ragazzo ha deciso di raccontare la sua storia affinché queste vergogne possano smettere. Ha preferito usare l’anonimato perché ancora non è dichiarato in famiglia e non è italiano, ma questo non deve farvi pensare che la storia non sia vera, perché, prima di pubblicarla, ho visionato tutta la documentazione di questa vicenda e posso garantirvi la sua autenticità.  Ci tengo inoltre a dire che chiunque si sentirà nominare nella seguente intervista, potrà contattarmi per dire la propria versione, anche se credo che la cosa più importante adesso sia fare le scuse a questo ragazzo e rendergli giustizia.


Ti  andrebbe di raccontare cosa ti è successo lo scorso Halloween?
Il 31 ottobre sono andato alla serata Halloween al Muccassasina, serata organizzata dal Circolo Omosessuale Mario Mieli. Verso le ore 02:00-02:30 insieme al mio amico volevamo andare a casa. Al secondo piano della struttura sono stato aggredito da due ragazzi, senza che io avessi fatto loro nulla. Mi sono ritrovato a terra venendo preso a calci e pugni in faccia. Uno dei due, mentre mi riempiva di botte mi diceva frasi ingiuriose e omofobe.


Ma se tu non hai fatto loro nulla perché ti hanno inseguito?
Passando davanti loro, uno di essi mi ha rovesciato il suo bicchiere addosso. Mi sono girato per capire cosa fosse successo e li ho guardati. Siccome ho visto che erano ubriachi non ho detto nulla e ho continuato ad andare verso le scale. 


Gli uomini della Security, dopo averti sottratto da quei ragazzi, ti hanno assistito?
Non posso dire che mi hanno sottratto dal casino. Quando è arrivata la sicurezza mi ha bloccato con una violenza immotivata visto che non avevo reagito in alcun modo all’aggressione. Invece di prestarmi soccorso mi hanno preso in tre, due ai lati e uno da dietro, che mi stringeva intorno al collo con il braccio. Sentivo di soffocare. Quando mi hanno lasciato andare ero così provato che sono caduto a terra ed ho perso i sensi. Un uomo della sicurezza, invece di prestarmi soccorso e chiamare un’autoambulanza ha detto al suo collega di cacciarci fuori dal locale. Inoltre, sono stato diffamato in quanto uno dei responsabili alla sicurezza ha detto che ero drogato e ubriaco!


Tuttavia gli eventi paradossali non si concludono qua. Quando arrivano i carabinieri, questi come si sono comportati?
Gli aggressori si erano dileguati. A causa della gente fuori dal locale, all’autoambulanza chiamata dal mio amico e alle auto dei carabinieri, il passaggio davanti al Cube era ridotto e le auto dovevano necessariamente rallentare. Dico questo perché mentre aspettavo di essere soccorso ho notato in un’auto che passava i due aggressori con le fidanzate.  Ho cercato di bloccare l’auto e, nel contempo di richiamare l’attenzione dei carabinieri, ma questi, invece di fermare l’auto e chiedere spiegazioni l’hanno lascata andare via. Volevo informare dell’accaduto i carabinieri ma molto freddamente mi hanno liquidato dicendo che non si poteva e che avevo 90 giorni per fare una denuncia. Mi sono sentito umiliato e amareggiato dalla superficialità e non curanza di chi ho sempre pensato essere difensore della giustizia e della mia sicurezza.


Arrivato in ospedale i medici cosa ti hanno diagnosticato?

Il ragazzo dopo l'aggressione

In ospedale i dottori hanno diagnosticato contusioni al volto, lo spostamento della mandibola, lividi all’interno della guancia come si può vedere nella foto ed hanno verbalizzato nella cartella clinica. Il medico che mi ha visitato mi ha trovato vigile, dunque né ubriaco né sotto l’effetto di qualche droga.

Adesso che sono passati un po’ di giorni, come ti senti?

Già il secondo giorno ho cominciato a sentire dolori in altre parti del corpo e aumentar e il dolori alle arcate dentarie, al collo ed alla gabbia toracica.

Che cosa ti ha lasciato dentro questa esperienza?
Un  gusto di amarezza e delusione: ero sicuro che in alcuni posti non potessero succede certe cose!


Avevi subito altri episodi di omofobia prima di quella sera?
Finora non avevo mai subito altri episodi di omofobia.


Di tutto quello che ti è successo, che cosa ti ha lasciato più stupito e perché?
Sono stupito perche nessuno è intervenuto: ci sono state troppe omissioni ed errori; che gli organizzatori hanno liquidato la cosa come non rilevante tanto da non informare quelli del Circolo Mario Mieli, che non ne sapevano nulla, o almeno così mi hanno detto per telefono! 


Quindi tu hai chiamato il Circolo Mario Mieli e ti hanno detto che non ne sapevano nulla, giusto? E quando tu hai spiegato l’accaduto che ti hanno risposto?
Mi hanno detto che non erano alla conoscenza del avvenuto e che la sicurezza non avevano riferito nulla.


Come procederai adesso?
Ho raccontato tutto ad un avvocato che mi aiuterà.


C’è qualcosa che vorresti dire a tutte quelle persone che quella sera ti hanno trattato come se fossi stato tu il disturbatore?
Vorrei dire che security vuol significa proteggere e garantire la sicurezza a chi, pagando, partecipa agli eventi organizzati dal Circolo  Omosessuale Mario Mieli e che omettere i propri errori e le proprie responsabilità su quest’aggressione omofoba gettano un’ombra su quanto dichiarano di credere e perseguire. Ho già telefonicamente fatto presente all’associazione quanto successo ed inviato una relazione ma fino ad ora nessuno mi ha contattato per chiedermi scusa. Neanche quello merito forse per questa gente!

Interivsta: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani