I peggiori nemici dei gay sono i gay stessi?


Vi starete chiedendo del perché di questo titolo così forte, strano forse, per dare nome a questo articolo. Come sapete settimana scorsa, proprio lo scorso lunedì, ho pubblicato su questo blog l’articolo/intervista ad un ragazzo che ha subito violenza omofoba all’interno del Muccassasina. Una testimonianza forte per certi aspetti che io stesso ho cercato di trattare con assoluta delicatezza senza puntare il dito contro nessuno, ma semplicemente dando la parola ad un ragazzo che voleva far conoscere la propria esperienza. I commenti naturalmente non sono mancati né su Il mio mondo espanso né sulla pagina del gruppo Io: Nella gioia e nel dolore e imiei mondi, oltre ovviamente in tutte quelle pagine in cui ho postato l’articolo.

Prima di pubblicare l’intervista, mi sono informato e documentato, pretendendo dal ragazzo di vedere tutto il materiale che testimoniasse l’autenticità di questo episodio. Già in passato ero stato contattato da un ragazzo che aveva  raccontato di subire una violenza perché omosessuale, ma nel momento in cui gli chiesi di fornirmi dati certi, è sparito e io ovviamente ho preso il tutto come uno scherzo, poco divertente anche, che qualcuno voleva fare per un motivo che ancora adesso non mi è chiaro. Fra l’atro, grazie anche all’aiuto dell’amico Luca su FB, ho avuto la conferma che le foto che mi aveva inviato in cui appariva ricoperto di lividi, erano false e inoltre lo stesso Luca, dopo aver parlato con un avvocato, mi aveva altresì confermato la non autenticità di quella storia.

Essendo semplicemente un ragazzo che vuole mettersi in gioco, mettendo la propria faccia e il proprio nome, per cercare di fare qualcosa, seppur in piccolo, per la comunità LGBTQ a cui appartengo, cerco di essere attento nel fornire dati e notizie perché non vorrei, involontariamente, far perdere di credibilità alla battaglia che ogni giorno si fa per cercare di ottenere quei diritti civili che tanti di noi desiderano. 

Tornado all’intervista della scorsa settimana, quindi, anche per la storia di questo ragazzo ho preteso tutta la documentazione. Inoltre se per voi questo ragazzo è rimasto anonimo, non lo è rimasto a me. So il suo nome, conosco il suo viso e ho visto i referti medici dell’ospedale e la denuncia che il ragazzo ha fatto ai carabinieri. Fra l’altro ho fortemente voluto indagare nel dettaglio per non trovarmi in difficoltà quando ci sarebbero stati commenti che avrebbero messo in dubbio il mio lavoro, ma soprattutto la storia del ragazzo. E naturalmente non avevo pensato male, perché quel commento è arrivato puntualmente.

“Strano davvero... Nessuno ne ha parlato, nessuno ha visto nulla, addirittura sono arrivati i Carabinieri fuori dal Qube e neanche quelli del Mieli (che rimangono là fuori fino a fine serata) se ne sono accorti? Ragazzi questa mi suona un po' di caz*****a da parte di qualcuno che rosica perché è inciampato o semplicemente vuole rubare soldi con una denuncia. Un tale gesto di omofobia avrebbe fatto il giro della capitale e della rete in pochi minuti, ed ora lo sveli tu così dal nulla dopo più di una settimana... Ripeto, strano eh...”

Allora io non voglio difendermi perché credo di non doverlo fare, perché so come ho lavorato e la serietà che metto in quello che faccio e anche perché credo che quando si arriva a mettere il proprio nome in quello che si fa, è perché si è più che certi. Non so voi, ma io non metto né la faccia né il nome se qualcosa non mi convince appieno.

Tuttavia quello che mi ha lasciato sgomento in questo commento è stata la frase: “Ragazzi questa mi suona un po' di caz*****a da parte di qualcuno che rosica perché è inciampato o semplicemente vuole rubare soldi con una denuncia.” Ora mi chiedo, si può arrivare a far passare una persona che ha subito violenza come un ricercatore di dote solo per difendere un locale? (Locale che fra l’altro da parte mai non è stato screditato, perché se così fosse stato non avrei scritto nell’articolo “chiunque si sentirà nominare nella seguente intervista, potrà contattarmi per dire la propria versione”). Ma soprattutto, si può arrivare ad essere contro un altro gay che ha avuto il coraggio di raccontare la sua verità, perché ha citato un luogo rispetto ad un altro?

Per quanto riguarda invece il pezzo del commento in cui viene detto: “Un tale gesto di omofobia avrebbe fatto il giro della capitale e della rete in pochi minuti, ed ora lo sveli tu così dal nulla dopo più di una settimana” la risposta è semplice. Io non so voi, ma sin da piccolo mi hanno insegnato che per fare le cose bene, bisogna farle con scrupolosità. La notizia già  il 1° Novembre circolava sulla rete (diversamente non so come avrei potuto conoscerla dato che il tutto è avvenuto a Roma e io vivo da tutt’altra parte) e tramite un amico del web, sono stato messo in contatto con il ragazzo. In questo modo per un’intera settimana abbiamo lavorato assieme per la realizzazione di quel pezzo (e considerando che non mangio tramite la mia attività sul web, il tutto si svolgeva di sera, dopo aver lavorato per  ore) cercando di evitare toni scandalistici che avrebbero fatto perdere il fulcro della questione e agevolato commenti privi di logica.

Tuttavia, e chi mi segue da sempre lo sa, non ho mai censurato i commenti di nessuno neppure quando questi metteno in discussione l’autenticità di quello che viene fatto e di certo non inizierò nemmeno adesso, però una cosa mi piacerebbe, e lo dico con assoluta tranquillità. Mi piacerebbe ricevere delle critiche, seppur per me prive di ogni logica, da delle persone che hanno almeno il buon senso di firmare le proprie parole e non lanciarle nel web con sotto la voce: Anonimo.


Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani