Registro delle Unioni Civili a Palemo: Il commento di Carlo Verri e Daniela Tomasino
Due settimana fa è arrivata la notizia
che anche a Palermo presto sarà istituito il Registro delle Unioni Civili, ma
prima di soffermarci su quanto sta accadendo nel capoluogo siciliano, partiamo col
chiariarire cos’è questo registro.
Il registro
delle unioni civili è uno strumento di tipo amministrativo attraverso il quale
il comune delibera che coloro si iscrivono sono equiparati alle coppie sposate
per quanto riguarda i provvedimenti di competenza del comune, come quelli
legati alla casa, ai servizi sociali, ai trasporti, allo sport, al tempo libero.
Si possono iscrivere le coppie eterosessuali ed omosessuali che siano residenti
o coabitanti.
Precisato questo, passiamo al tema principale di questo articolo per il quale ho chiesto un commento alla Presidente di Arcigay Palermo, DanielaTomasino e al Presidente dell’Associazione Articolo 3 e consulente per le politiche lgbt di Palermo, Carlo Verri.
Dopo il salto.
Il sindaco palermitano Leoluca
Orlando, insieme alla sua giunta, sta muovendosi affinché si concretizzi l’istituzione
di questo registro che riconoscerà la tutela a tutte quelle coppie che vivono
assieme fuori dal matrimonio e che di fatto non hanno alcun diritto. Ecco cosa
ha detto in merito il Sindaco Orlando:
“Palermo è una città aperta e accogliente, e oggi mira a essere una città che tutela e promuove i diritti di tutti e di tutte, davvero, come vuole la nostra Costituzione, senza distinzione alcuna.”
Così Palermo si trova a essere la
quarta città italiana, dopo Napoli, Milano, Firenze a fare un passo importante
di questo tipo.
Sicuramente è un lavoro che
richiede molto tempo, però, come ci dice Carlo Verri, che è autore della bozza
del testo regolamentare dei registri, basato sul modello napoletano e milanese,
manca davvero poco:
“Il registro delle unioni civili a Palermo non è ancora in vigore, ma la giunta comunale con una delibera si impegna a sostenere la sua approvazione: processo che si svolgerà in più fasi, tra le quali la più importante e decisiva è l'approvazione in consiglio comunale. L'assessorato alla partecipazione, guidato da Giusto Catania, sta già da tempo lavorando al testo del regolamento per il registro delle unioni civili, anche grazie alla mia collaborazione in qualità di consulente per le politiche lgbt. La giunta comunale in questo modo conferma l'impegno preso in campagna elettorale dal sindaco e dalle forze politiche che lo sostengono. Inizia così oggi un percorso che a breve porterà Palermo ad essere la quarta città d'Italia (tra le cinque più grandi) a riconoscere le famiglie anagrafiche di qualsiasi natura esse siano e a garantirgli il pari accesso ai servizi forniti dall'amministrazione. La città sta quindi compiendo un passo importante sul cammino del riconoscimento dei diritti civili e si prepara ad accogliere al meglio il pride nazionale.”
E
sul fatto che questo processo stia prendendo forma proprio nell’anno in cui il pride nazionale verrà ospitato dal capoluogo siciliano non è una cosa a cui non
si può non pensare e a cui non dare importanza. La stessa Daniela Tomasino è di
questo avviso:
“Non e' casuale che l'iter per questo riconoscimento venga completato nell'anno del Pride nazionale: il pride è una grande occasione, anche per far diventare le persone lgbt della città cittadin* a tutti gli effetti. Ė il sindaco Orlando che ha lanciato ufficialmente la proposta del pride nazionale a Palermo, ed è grazie all'assessorato alla cultura che Arcigay ha organizzato la mostra di Zanele Muholi proprio negli spazi espositivi dello stesso assessorato, a Palazzo Ziino. ”
Tuttavia la Presidente di Arcigay
Palermo, seppure segua con attenzione i lavori, si è detta sorpresa dell’accelerazione
impressa dalla giunta comunale della città, tanto da confessare di averne preso
coscienza dai giornalisti:
“Di questa "svolta" ho saputo dai giornalisti che chiamavano per avere commenti. Naturalmente si tratta di un lavoro iniziato mesi fa: questa giunta è estremamente attiva in molti settori, ed è anche molto attenta ai cittadini LGBTQ. Il lavoro con la giunta, e con l'assessore Catania in particolare, per il riconoscimento di alcuni diritti (quelli relativi all'accesso ai servizi comunali) per le famiglie di fatto è stato avviato da mesi, ed è stato svolto sopratutto da Carlo Verri, incaricato dalla Giunta per i rapporti con la comunità LGBTQ."
Questo
2013 per Palermo resterà nella storia della comunità LGBTQ locale, quella
stessa comunità che prima di tutte, nel lontano 1980, fondò una sede Arci
battendosi per quei diritti che se, almeno nelle realtà locali, iniziano a
prendere forma. L’augurio da farci è che anche nelle restanti città e regioni
italiane, ma anche a livello nazionale, si prendano a esempio Palermo, Napoli,
Milano e Firenze per porre fine a una vergogna, come quella della privazione
dei diritti civili, che fa di questo paese fanalino di coda in Europa.
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
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