Altri Mondi - Se solo mi avessi mostrato il tuo corpo. Intervista a Paolo Vanacore


 
Debutterà Giovedì 29 Marzo 2012, presso lo Spazio Teatrale Elsa Morante, Se solo mi avessi mostrato il tuo corpo un atto unico tratto da uno dei sei racconti contentuti nel libro Donne romane - Storie al margine sotto l'argine di Paolo Vancacore. A curare la regia è lo stesso scrittore che oggi ci parlerà di questo progetto, ma anche di molto altro.
Paolo era il 2008 quando pubblicavi per Edilazio editore il tuo libro Donneromane - Storie al margine sotto l'argine, una raccolta di storie che narra le vite di alcune donne. Adesso che sono passati 3 anni, debutterai con lo spettacolo teatrale tratto da uno dei racconti in esso contentuto.  Come è nato il progetto?
Paolo Vanacore
Donne Romane nasce dall’esigenza di raccontare la mia infanzia vissuta in un quartiere popolare di Roma. Storie vere, leggende metropolitane, fatti di cronaca, echi di voci femminili che ancora oggi risuonano nella mia testa. Mentre le scrivevo, in prima persona femminile, ho pensato che potevano essere buone anche per il teatro perché si tratta di una narrazione in cui il potere delle immagini è molto forte. Il libro è composto da sei racconti, due dei quali in realtà sono già stati messi in scena, il terzo è appunto “Se solo mi avessi mostrato il tuo corpo” di cui ho scritto l’adattamento, debutta a Roma il 29 Marzo (Spazio Teatrale Elsa Morante), poi saremo in qualche altra città italiana.
L’opera viene presentata come una storia d’amore ambientata verso la fine degli anni ottanta, in un periodo fortemente caratterizzato da mode e stilemi, anni di massificazione, anni protesi verso la creazione di insiemi, di consapevoli ma inutili generalizzazioni.Cosa ti ha spinto a raccontare questa storia rispetto alle altre?
Una storia d’amore fra madre e figlia, un amore mancato, desiderato, dalla figlia e rifiutato da una madre austera, severa, dura. La madre respinge la figlia perché scopre la sua omosessualità, in realtà dietro questo rapporto complicato c’è molto altro. Ho voluto raccontare questa storia perché mi sono reso conto, tristemente, che ancora non è cambiato granché in Italia rispetto a questo temi. L’orientamento sessuale dei figli è ancora un  problema per gran parte del mondo genitoriale, aldilà di quanto i media ci vogliono far credere o mostrano. In questo anche il cinema, il teatro, rischiano di rappresentare una realtà diversa da quella che ci circonda. La protagonista della mia storia, Stefania, in un momento di grande tensione prova a rispedire al mittente la vergogna: mamma, io sono fiera di me e se proprio vuoi trovare una colpevole tra noi, sappi che sei tu.

Pensi che la condizione della donna sia cambiata rispetto a quella di 30 anni fa, oppure, ancora adesso, subisce il machismo sociale?
Questa è una domanda molto complicata che richiederebbe una risposta più ampia. Ti rispondo dicendo che dietro la figura della donna si nasconde una finta tolleranza. Ecco, si tratta esattamente di quello che personalmente odio di più: la finzione e la tolleranza. Le donne, così come gli omosessuali, le lesbiche, i trans, tutti, non devono vivere nella finzione e non devono essere tollerati da nessuno. Trovo incredibile che ancora sia così.

Nelle tue opere la figura femminile è davvero una parte fondamentale, così come lo è nella tua vita. Tu stesso, qualche tempo fa,  mi hai detto: La mia omosessualità è anche complicità al femminile, vicinanza, rispetto, e in qualche modo amore. Un amore senza implicazioni sessuali ma forse per questo anche più autentico. A questo punto non posso non chiederti, chi è la donna più importante della tua vita e perché?
La locandina
La donna più importante della mia vita è mia madre, sembrerà banale ma è così. Con la quale mi sono riconciliato non da molto. Una parte di me vive anche nella storia che porto a teatro. Seguono, nell’ordine, alcune mie amiche che amo infinitamente.

Quanto ti ci è voluto per realizzare la sceneggiatura di quest’opera?
Il racconto è del 2007, il libro è uscito nel 2008. L’adattamento teatrale è del 2009 e l’ho scritto in una settimana. Nel 2011 è uscita la prima ristampa di Donne Romane e allora ho pensato di portarlo a teatro anche per festeggiare la ripresa di questo libro che mi ha dato tantissime soddisfazioni. Però il testo da allora ha subìto una lunga serie di correzioni, modifiche, aggiunte, tagli. In teatro è necessario fino a quando non si trova il linguaggio giusto. Anche durante le prove molte cose sono state cambiate rispetto al testo originario. E spesso questo si fa con gli attori, amo il lavoro di gruppo e Tullia Daniele, la protagonista, è stata fantastica anche in questa fase. 

Cosa speri arrivi al pubblico di Se solo mi avessi mostrato il tuo corpo?
Spero che il pubblico percepisca il doppio di queste due donne, così diverse ma così simili in fondo. Se solo mi avessi mostrato il tuo corpo…forse mi avresti amato di più, mamma. Come in uno specchio quando ti guardi e per un attimo non vedi te ma qualcos’altro che forse ti sfugge. Ecco, ho cercato di riprodurre quel momento, spero che al pubblico arrivi.

Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani