Ricordi palermitani

In questi lunghi giorni di vacanze, ho avuto la possibilità di fare una capatina, ma proprio ina ina, a Palermo. 6 notti e 5 giorni in cui sono tornato a respirare l’aria di casa.

Non chiedetemi come è Palermo perché non ho avuto modo di vederla come si dovrebbe. Sono solo riuscito a vedere, seduto nel sedile di un’auto, la Via Libertà addobbata a festa, ed è sempre incantevole, e il Teatro Massimo che con l’abito natalizio era più mozzafiato del solito. Tuttavia sono tornato a godere della compagnia della mia famiglia e dei miei amici e la cosa strana, ma piacevole, è stato rendermi conto di come è sembrato che questi 7 mesi di distanza non siano mai passati. Ci è sembrato, a me e a Giovy, ma anche ai nostri amici, che ci eravamo salutati il giorno prima. Un’emozione forte e bella che mi ha fatto capire ancora di più quanto certi affetti non possono essere intaccati dalla distanza.

Un altro ricordo di questa mini vacanza sicula è stato sicuramente il cibo. Non vi sto qui a dire quello che s’è mangiato, ma credetemi mi è ritornata la pancia dopo mesi di ventre piatto. Che poi , non so se capita anche a voi, ma durante le feste, più si è sazi più non si riesce a smettere di ingozzarsi e io non sono stato da meno.

In questo resoconto non posso non menzionare la vita di notturna. Non pensate che siamo usciti a fare le ore piccole perché non è così, uno perché non abbiamo più l’età due perché si arrivava a fine giornata stanchi. Quando parlo di vita notturna intendo proprio come si dormiva.  Considerate che eravamo in 6 a dormire in una stanza e divisi in tre letti e un divano. Un letto era occupato unicamente da una delle mie sorelle, un altro, da una pizza sola, conteneva me e Giovy e non è che la cosa ci dispiaceva più di tanto, anzi. Un altro letto, di quelli che si aprono e chiudono, era occupato dall’altra mia sorella e infine il divano dal compagno di quest’ultima.  Si stava caldi per carità, ma il russare di uno dei sei (non dirò mai chi fosse giusto per la privacy, ci tengo però a dire che non eravamo né io né Giovy né le mie sorelle) a volte ci faceva faticare nel prender sonno.

L’unica nota dolente di questa trasferta è stato il viaggio. Io vorrei tanto sapere dalle ferrovie italiane perché tutti i treni che da Roma scendono in Sicilia debbano essere vecchi, rotti, puzzolenti e privi di riscaldamento. Ci terrei tanto a saperlo dato che il viaggio non mi viene regalato seppur fatto in seconda classe (Ecco che inizio a fare polemica nel primo post dell’anno, ma dovevo sfogarmi da tempo, scusatemi).

Be’ questo è quello che è stata la nostra vacanza in Sicilia. Le vostre invece come sono andate? In attesa di leggere qualcuno di voi che avrà voglia di scriverlo, vi do il bentornato ne Il mio mondo espanso.

Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani