Altri Mondi - Intervista a Enrico Proserpio di Movimento Nuovo Umanesimo
Da qualche giorno è nato un Movimento, seppur ancora solo virtuale, che ha lo scopo di far cambiare aria a questo paese. Io ho intervistato Enrico Proserpio che in qualche modo è l'anima del movimento, anche se assieme a lui ci sono altre perosne, in primis il suo compagno Danilo, e gli ho chiesto di parlarmi di Movimento Nuovo Umanesimo per farvelo conoscere meglio e per mostrarvi come i ragazzi di oggi non se ne stanno con le mani in mano.
Intervista a Enrico Proserpio di
Movimento Nuovo Umanesimo
Enrico ci spieghi in breve cosa è il Movimento Nuovo Umanesimo e come nasce?
Il Movimento Nuovo Umanesimo è un gruppo di persone, per ora non ancora “burocraticamente” costituito, che si propone di portare al centro dell’azione politica la persona, riportando l’azione istituzionale, sociale e l’economia sul giusto piano, al giusto posto. Queste cose sono strumenti che abbiamo a disposizione per il nostro benessere, ma oggi sono diventati, soprattutto l’economia, il centro di tutto il discorso politico. Oggi si ritiene che l’essere umano debba piegarsi al volere del “mercato” mentre è il mercato che deve piegarsi alle esigenze delle persone. Per questo abbiamo deciso di creare il MNU.
Nella foto Enrico Proserpio |
E quale è la mission che cerca di portare avanti?
La mission è il cambiamento vero, radicale della nostra società. Ciò che serve oggi è la riorganizzazione del nostro modo di essere per frenare la folle corsa del nostro sistema verso la catastrofe. Ogni giorno ci rendiamo sempre più conto che le risorse stanno finendo, che la povertà avanza, che il malessere sociale cresce. Eppure la soluzione che ci viene proposta è semrpe la stessa: crescita economica. È un po’ come dire che per curare un eroinomane devi dargli più eroina. Non funziona. Ed è logico, matematico. Per cambiare il modo di agire però è necessario mutare il pensiero che sta alla base del nostro modo di vivere. Bisogna riscoprire valori fondamentali come il rispetto umano, la solidarietà, l’accettazione. Per questo ritengo che non si possa scindere il discorso economico da quello sui diritti umani e civili. Questo pensiero politico appiattito sull’economia ha portato all’erosione dei diritti dell’uomo che è visto solo e unicamente come soggetto o oggetto economico e non più come persona. Inoltre la profonda corruzione della politica, in gran parte derivante da discorsi economici, ha reso estremamente potenti alcune lobby che insistono sulla negazione della libertà, dell’uguaglianza e della parità di diritti. Pensiamo solo a quanto si prodiga la gerarchia vaticana per impedire l’eutanasia o il matrimonio omosessuale. Il cambiamento deve riguardare tutti gli aspetti della nostra esistenza. Dobbiamo renderci conto che il possesso fine a sè stesso non porta benessere, che bisogna ridurre la produzione riducendo prima di tutto gli sprechi e che bisogna unirsi nella lotta per i diritti di tutti perchè le divisioni tra diversi gruppi (gay contro etero, italiani contro stranieri...) è solo un’illusione che porta alla “guerra tra poveri” nell’interesse di chi veramente ci sta portando alla miseria: il grande capitale.
Sia il nome che il logo del movimento sono stati scelti dalle persone che hanno deciso di aderire al progetto votando varie opzioni sulla omonima pagina Facebook. Questo è il segnale che volete essere un movimento liberare e aperto a tutti. Sarà sempre così?
Lo spero. Il MNU nasce da una mia idea, ma è stato creato da tutti quelli che trovi nel gruppo. Non so se continuerà sempre così, ma sono certo che le premesse siano le migliori. Sul gruppo c’è un dialogo tra persone non sempre concordi su tutto che porta però a formulare idee, riflessioni. Non ci sono liti, non c’è il tentativo da parte di uno o pochi di imporre delle idee. Io ho lanciato la proposta, ho scritto i primi testi, ma a questi se ne sono aggiunti altri, scritti da altri membri. Alcuni di essi sono miei carissimi amici anche nella vita reale (uno, Danilo, è il mio compagno), ma altri non li ho mai incotrati anche se spero di farlo presto. Non è quindi un moviemnto chiuso, elitario. Chiunque può partecipare e, anzi, invito tutti a farlo! Anche queste risposte sono solo la mia opinione e non necessariamente saranno condivise da tutti. Le idee di base sono quelle, certo, ma come applicarle e come definire i particolari e le priorità è ciò che stiamo discutendo e cercando di fare.
Quali sono le idee per far sviluppare questo progetto?
Il MNU si basa fondamentalmente su diritti, decrescita e nonviolenza. Tutte cose che mancano nel nostro paese. Cosa significhi lotta per i diritti è probabilmente chiaro a tutti, mentre decrescita e nonviolenza meno. La decrescita è una moderna teoria economica che rivaluta la persona e la mette al centro. Da ciò deriva la necessità, nei paesi cosiddetti ricchi, di diminuire la produzione. Oggi noi produciamo per buttar via. Lo spreco regge il “mercato”. Se vogliamo il benessere vero però dobbiamo evitare sprechi inutili, dobbiamo produrre oggetti ecocompatibili e riciclabili e soprattutto oggetti che durino! Questo spreco serve solo a far accumulare denaro a banche e grandi aziende. E per far sì che il sistema regga è necessario crescere continuamente. Ma ciò non è possibile. Le risorse non sono infinite. Già adesso stiamo dando fondo alle riserve per reggere. E stiamo rapinando gran parte del mondo, creando guerre, fame, miseria, malattie, solo per permettere a pochissimi di guadagnare sempre più. È assurdo, oltre che terribile. Gli interessi dei popoli del terzo mondo sono i nostri stessi interessi. I meccanismi che riducono alla fame i bambini africani sono gli stessi che negano i diritti agli operai della FIAT. Decrescita significa economia in armonia con l’ambiente e con l’uomo. Qui è necessario diminuire la produzione, nel terzo mondo bisogna aumentarla. In poche parole bisogna ridistribuire la ricchezza. Ricordo la frase di Gandhi: “al mondo ci sono abbastanza risorse per il benessere di tutti, ma non per l’avidità di pochi”. Nonviolenza invece significa rispetto dell’altro, dei suoi diritti e della sua libertà. La violenza non è solo omicidio, pestaggio, furto. La violenza è principalemnte costringere i giovani a rinunciare ai loro sogni rendendoli precari, è costringere un uomo a lavorare in fabbrica fino a sessantasette anni, è chiedere sacrifici a chi già ha poco per mantenere il lusso di chi è straricco. Violenza è negare il riconoscimento delle proprie scelte e dei propri sentimenti. Il discorso diventerebbe troppo lungo e sicuramente lo svilupperemo in futuro. Credo però di aver dato un’idea.
Riguardo poi le idee “operative”, posso dirti poco. Io ho lanciato l’idea, ma non sono il “capo” o il “leader”, come si usa dire adesso. Siamo partiti da poco e dobbiamo prima di tutto trovarci di persona, creare gruppi sul territorio e discutere su quali iniziative preparare e su come far crescere il Movimento. Vi terremo aggiornati! Quel che è certo è che non ci occuperemo solo di “politica” in senso stretto ma cercheremo anche di fare cultura, di fare socialità.
Un programma definitivo del movimento ancora non c'è, ma ti andrebbe di dirci cosa vorrete organizzare con il movimento?
Personalmente ho diverse idee. Prima di tutto organizzare gruppi nelle diverse zone d’Italia. Siamo abbastanza numerosi in Lombardia, a Roma e a Torino. Ma ci sono persone in tutta Italia che sono certo sapranno coinvolgere altri. Mi piacerebbe molto riuscire a costituire dei nuclei di persone intorno ai quali far girare diverse attività: politica vera e propria con candidature nelle istituzioni a tutti i livelli, associazioni culturali e, perchè no, magari anche sportive. I partiti italiani hanno smesso da tempo di fare cultura, di creare idee e visioni del mondo. Sono divenuti solo lo strumento dell’economia indebolendo la politica e rendendola autoreferenziale e debole. Per questo credo sia necessario fare cultura e socialità. Ma per realizzare questo progetto dobbiamo trovare persone interessate, persone di ogni tipo, che vogliano portare le loro idee, le loro competenze e la loro passione dentro questo progetto.
Io e te ci teniamo in contatto da parecchio tempo ed è inutile negarlo durante questa intervista. Ci sentivamo già quando ancora al governo c’era la maggioranza di centro destra guidata da Silvio Berlusconi e che, in qualche modo, ha dato la spinta a creare il movimento. Adesso che il paese è guidato da un governo tecnico con a capo Mario Monti, senti ancora la necessità di scendere in campo?
Non è stato Berlusconi in sè a far nascere la voglia di cambiamento e a farmi venire l’idea. Certo, dobbiamo riconoscergli il fatto che si è messo d’impegno a farmi venire la volgia di cambiare, ma il problema non è lui. Parli di Monti e di “governo tecnico”. Non esistono governi tecnici. Monti è un neoliberista, un uomo delle banche, che sta facendo scelte chiaramente in favore del grande capitale e di quelle lobby economiche che hanno provocato questa crisi. E questa è una scelta politica. Chiamare il governo “tecnico” è solo gettare fumo negli occhi alla gente, un tentativo di far passare come inevitabile ciò che non lo è. Se cammino su un rettilineo non ho bisogno che mi si dica continuamente che è “l’unica strada”. Il fatto che continuino a ripeterlo è la dimostrazione che non è così. Devono convincere interi popoli a rinunciare a diritti e benessere in nome del “mercato”, della ricchezza spropositata di pochi. Monti non porterà a nulla di buono. È espressione di quel capitalismo che ormai è retto solo dal debito, di quel capitalismo che si fa sempre più feroce perchè vede la sua fine. La scelta ora è tra dare le risorse a pochi e ridurre tutti in miseria o ridistribuire la ricchezza e far stare tutti, tutto il mondo, bene. Monti la sua scelta, la sua scelta POLITICA, l’ha fatta. E non è la mia. Mi chiedi se sento la necessità di scendere in campo: la sento ancor più che con Berlusconi. Stanno svendendo il paese. Dobbiamo impedirlo.
Quale problematica o situazione credi che l’attuale governo stia tralasciando per cercare di risolvere le sorti economiche dell’Italia?
Il problema non è cosa tralascia, ma come affronta le cose. Un esempio per tutti: l’energia. Si parla di investimenti per costruire centrali mentre bisognerebbe evitare gli sprechi (enormi) e cercare di rendere indipendenti energeticamente tutte le case. Se si facesse (ed è possibilissimo), le centrali attuali sarebbero più che sufficienti. Il problema è che i grandi gestori non guadagnerebbero più. O potremmo parlare del debito pubblico, che tanto “pubblico” non è, che dovrebbe essere congelato e fatto pagare a chi l’ha generato e invece viene finanziato con i soldi di operai e gente comune. Se poi vogliamo proprio trovare un argomento che Monti sta tralasciando completamente, possiamo pensare alla laicità. L’attuale governo non ha interesse per temi come i diritti GLBT o il testamento biologico. È stato messo lì per salvare gli interessi delle grandi banche e delle lobby, non per aiutare la gente.
Concludo con la speranza che altri si aggiungano al nostro progetto e che si possa quindi davvero incidere su questo nostro paese e forse anche oltre. Credo però ci siano delle possibilità concrete. Molte persone, di ogni tipo e cultura, si stanno svegliando, si stanno rendendo conto di cosa realmente sta accadendo. Le lobby e i governanti nella storia hanno fatto sempre lo stesso errore: hanno ignorato la potenzialità del popolo. E lo stanno facendo ancora.
Intervista: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
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