Incontri



Prologo
Torno a scrivere un racconto breve dopo tanto tempo, non so perché ne abbia sentito la voglia, ma così è stato. Non so da cosa sia nata questa storia, so solo che è uscita così. Mi è piaciuta e la condivido con voi.
Francesco Sansone



 Incontri

Se qualcuno mi avesse detto quello che questo viaggio avrebbe causato, non ci avrei mai creduto. Però la vita sa sorprenderti e con me non ha fatto eccezione…

La mia ormai è una vita apatica, nulla di nuovo, nulla di sconvolgente, solo e sempre la solita anomalia. Non dico che mi dispiaccia, meglio avere una routine quotidiana che nulla, però non vi è mai capitato di sentirvi mancare qualcosa? Una sorta di spinta che vi faccia sentir vivo? A me capita e come. Non sento battere il mio cuore da molto tempo. Niente e nessuno sa stupirmi e sa farmi sentire vivo e, forse, io stesso non voglio sentirmi tale. Preferisco rimanere nelle mie certezze piuttosto che vivere all’avventura. Non riesco proprio a vedermi come uno di quegli hippies che lasciano la propria casa e facendo l’autostop arrivano ovunque vedendo e vivendo tutte le meraviglie di una vita a scatola chiusa.

Sin da piccolo sono stato uno quadrato, uno che doveva avere tutto sotto controllo, uno che non doveva lasciar apparire le proprie emozioni per non rischiare di diventare l’oggetto di qualche scherno. Eppure adesso mi ritrovo qui, seduto sul letto di questo albergo, al ridosso dei 40, prendendo coscienza di non aver veramente vissuto.  Quei pochi amici che ho, mi raccontano che hanno vissuto la propria vita all’insegna della sperimentazione, dell’avventura e della sessualità. Io, invece, racconto loro di aver preferito studiare per ottenere la posizione che ricopro ora, e di questo non mi sono mai lamentato, però oggi, durante questo viaggio, qualcosa ha come intaccato la mia barriera verso il mondo e ora sono qui a chiedermi che ne è di me.
Cammino spesso fra la gente e spesso mi fermo a guardarla, però mai nessuno delle persone che ho incontrato mi ha turbato fino ad oggi.

Ero seduto nel sedile dell’aero che mi ha portato in questa città dove dovrò fare una presentazione per l’azienda per cui lavoro. Accanto a me c’era un giovane. Un ragazzo di bell’aspetto, curato, ma allo stesso tempo trasandato. Non diceva nulla. Io come sempre leggevo un libro e come sempre, ogni tanto, alzavo lo sguardo dal mattone che avevo fra le mani per osservare la gente che avevo accanto. Proprio in uno di questi giri d’occhio, ho notato che un ragazzo, anche lui di bella presenza, ma più curato di quello seduto accanto a me, si avvicinava. Giunto vicino al mio sedile, ha lanciato un’occhiata al mio vicino di sedile, che lo ha ricambiato e dopo 3 secondi si è alzato inseguendolo. Io mi sono girato e con la testa li ho osservati vedendoli scomparire nel bagno in pochi secondi come nulla fosse. Sono ritornati dopo un po’di tempo. Il mio vicino è tornato a sedersi accanto a me e l’altro è tornato al suo posto senza nemmeno girarsi. Lasciando passare il ragazzo che era seduto accanto a me, il mio libro è caduto dalle mie gambe sopra le quali lo avevo appoggiato. Viene raccolto proprio da lui che guardandomi mi ha detto: “Bisogna farlo passare questo tempo in un modo o nell’altro, no?” e detto questo non ha più aperto bocca.
Alle sue parole sono rimasto stupito. Come si può essere così imprudenti e fare di queste cose? E se qualcuno li avesse scoperti? Cosa avrebbero fatto?  

All’atterraggio, ci siamo alzati, ci si è salutati civilmente come si dovrebbe fare sempre dopo aver condiviso uno spazio così ristretto per parecchio tempo e ci si è allontanati.

Adesso che sono nella mia camera di albergo non posso non pensare a quello a cui ho assistito. Mi sento scosso come se fossi stato io uno dei due e non un semplice spettatore della loro nascente passione animalesca. Mi sento strano. Sento una strana agitazione invadere il mio corpo e mi rendo conto che di queste situazioni non ne ho mai vissute e mi domando a cosa sia servito dedicare tutta la mia vita allo studio prima e alla carriera dopo se mi sono privato dei passaggi fondamentali della mia vita. Mi prometto di non privarmi più delle mie passioni, di non reprimerle più, che è giunto il momento di dare spazio anche a loro, che me la merito un po' di spensieratezza. Giro e rigiro nella camera. Mi sciacquo la faccia, ma ogni volta che chiudo gli occhi vedo l’immagine di quei due che si chiudono nel bagno. Sento caldo. Sono eccitato. Mi stendo nel letto e godo anch’io con loro.


Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani