Un mondo di notizie - rassegna stampa LGBTQ :Settimana dal 10 al 14 Ottobre 2011




Settimana dal 10 al 15 Ottobre 2011

Lunedì 10 Ottobre 2011
 “E’ importante che Bersani, sabato scorso nel messaggio per il congresso Fondativo di Equality Italia, abbia affermato con chiarezza che nel programma del Pd per governare il paese ci saranno le unioni tra persone dello stesso sesso e la legge contro l’omofobia e la transfobia. Altrettanto significative sono le parole che Walter Veltroni ha indirizzato oggi al mondo cattolico durante l’assemblea dei Modem, esortandolo a fare un passo avanti sul terreno dei diritti civili. In questi ultimi anni, in tanti ci siamo battuti dentro e fuori il partito per affermare la cultura dei diritti ed ora, una battaglia che è stata a lungo solo degli omosessuali e transessuali, è diventata una priorità per tutte e tutti i democratici”. “Questa nuova consapevolezza rende il nostro partito più forte, più credibile e più coeso. A differenza del PDL che è rimasto indietro di 50 anni, il Pd ha fatto un percorso importante su questi temi ed oggi è finalmente pronto alla sfida dei diritti per governare il cambiamento”. Queste le parole con cui Anna Paola Concia che ha usato per commentare la traiettoria che, almeno nelle parole, il PD avrebbe intenzione di intraprendere. Io al momento resto cauto dato che molte volte ho sentito tante belle parole che poi sono rimaste parole dette mai trasformate in fatti concreti. Che sia la volta buona? Staremo a vedere.

Martedì 11 Ottobre 2011
In questa giornata è stata pubblicata su News Rotocalco un’intervista molto interessante a Vladimir Luxuria dedicato al coming out day di cui voglio riportarvi alcuni passaggi (l’intervista completa la trovate cliccando sul nome del sito).

"Penso che il Coming out sia un reciproco scambio di positività. Per chi lo fa è un atto di grande sincerità, per chi ascolta è un grande atto di fiducia riposta, perché la persona ti ritiene in grado di non cambiare la tua opinione su di lui o su di lei se hai un orientamento sessuale diverso. Chi cambia il suo atteggiamento di fronte a un coming out è una persona che in un qualche modo tradisce la fiducia che il confidente aveva riposto in lei."

“Il coming out day è  come l'8 marzo per la festa della donna. Usiamo queste date per fare un bilancio e per riportare sotto i riflettori il tema, un tema che però va affrontato tutti i giorni. Oggi? Approfittiamo di questa giornata per fare in modo che in questo giorno qualcuno possa cogliere l'occasione e fare il suo coming out.”

Alla domanda in cui le viene chiesto cosa faccia diventare difficile fare il coming out, l’ex deputato del PD risponde: “Si calcola che un bambino già verso gli 8-10 anni sente già parlare del tema in termini spregiativi e negativi, soprattutto in ambito scolastico, per cui già cresce con un'idea sbagliata o un rapporto sbagliato con l'omosessualità. Poi dipende anche dal contesto famigliare, religioso, dalla città in cui si nasce, la nazione. Sono tanti i fattori esterni che concorrono a rendere più o meno più facile o più o meno possibile il coming out. Per un ragazzo di Milano è più facile che per uno di provincia. Per quello di provincia sarà più facile che non per quello che abita a Teheran dove si rischia l'impiccagione. Dipende molto dal contesto in cui collochiamo la persona”.
 
Mercoledì 12 Ottobre 2011
Sono stati pubblicati i risultati dell’indagine Io sono, Io lavoro (di cui anch’io ho parlato qui) che cercava di individuare la percentuale di discriminazioni sul lavoro ai danni delle persone LGBTQ. Eccovi i risultati relativi ai 2.229 questionari compilati da persone lgbt
13% persone omosessuali in Italia ha visto respinta la propria candidatura per un posto di lavoro a causa della propria identità sessuale negli ultimi dieci anni.
45% persone transgender  in Italia ha visto respinta la propria candidatura per un posto di lavoro a causa della propria identità sessuale negli ultimi dieci anni.
4,8% persone omosessuali licenziate o ingiustamente non confermate sul posto di lavoro in ragione della propria identità sessuale negli ultimi dieci anni.
25% persone transgender licenziate o ingiustamente non confermate sul posto di lavoro in ragione della propria identità sessuale negli ultimi dieci anni.
19,1% persone trattate iniquamente sul lavoro in quanto omosessuale,
45,8% persone  trattate iniquamente sul lavoro in quanto trans da femminile a maschile
56,3% persone  trattate iniquamente sul lavoro in quanto trans da maschile a femminile.

Raffaele Lelleri, sociologo e responsabile scientifico della ricerca, ha così commentato i risultati: “La discriminazione colpisce direttamente una minoranza di lavoratori lgbt. L'impatto indiretto è invece molto più ampio: secondo alcuni osservatori, esso è persino universale, visto che tutte le persone lgbt si trovano, prima o poi, a domandarsi se essere visibili o meno sul lavoro, ad anticipare le conseguenze del proprio coming out. Sorprende l'uniformità territoriale di questi fenomeni: Nord, Centro e Sud appaiono infatti accomunati da questi fenomeni. Non sorprende invece, purtroppo, la vera e propria emergenza in cui vivono le persone transgender che lavorano, la maggior parte delle quali viene tuttora respinta o espulsa dal mercato”.

Venerdì 14 Ottobre 2011
Ci mancavano, ma non troppo ad essere sinceri, le affermazioni che gli uomini di chiesa ogni tanto ci riservano e così a colmare il nostro vuoto ci ha pensato l’arcivescovo dell’arcidiocesi di Torino Cesare Nosiglia che ha così professato:“No alla censura o all’incriminazione di chi ritiene di affermare e di insegnare che la distinzione fra maschile e femminile non è solo un fatto di cultura, ma anche di natura e che la famiglia fondata sul matrimonio monogamico tra uomo e donna non va considerata solo come una delle tante unioni o convivenze possibili”. Inoltre non si deve “discriminare, censurare o ostacolare chi con metodo scientifico coltiva la tesi che l’omosessualità sia curabile”.

Rubrica. Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani