I racconti Brevi di Gianni - Aria nuova
Aria Nuova
Portandosi una mano dietro la nuca Stefano si grattava distrattamente la cute fissando intensamente il trolley che giaceva aperto e mezzo pieno sul letto. Si stava chiedendo cosa mettere dentro quella valigia cosi piccola per ovviare a tutte le avventurose occasioni che gli sarebbero capitate. Pose lo sguardo sull’armadio aperto con in bella vista tutti i capi in suo possesso, quando dovette forzatamente interrompere quel flusso di pensieri perché il telefono di casa stava squillando.
- Pronto?
- Io?? Piuttosto tu Fano, sono sicuro che hai la valigia aperta ancora mezza sistemata e in preda al panico su cosa portare e cosa lasciare…o sbaglio?
- Ah ah ah quanto sei spiritoso Ric, piuttosto tu a che punto sei?
- Io sono pronto ti ho telefonato per dirti che il tempo dei pensieri è finito, ti vengo a prendere tra circa mezz’ora quindi vedi di prendere i primi stracci che trovi e infilali in quella valigia e chiudila una volta per tutte
- Cazzo! E già cosi tardi? Va bene, va bene ora chiudi che mi stai facendo perdere tempo prezioso!
Detto questo i due amici si salutarono pur sapendo di vedersi poco dopo. Riccardo e Stefano si conoscevano fin dalle superiori, pur non vivendo nella stessa classe, tramite le gite di scuole e amici in comune si erano conosciuti e avevano stretto una forte amicizia. La loro complicità aumentò ulteriormente quando prima Stefano e subito dopo Riccardo si confessarono di essere omosessuali con la frequente paura di poter perdere un amico. Si ritrovarono quindi insieme alla scoperta della propria sessualità dandosi sempre spalla nelle nuove esperienze che facevano. Da quando Stefano si era lasciato con Antonio, un suo collega di lavoro, e Riccardo attraversava un periodo di crisi con Elio, ragazzo con cui stava da già cinque anni, i loro progetti si erano nuovamente fusi. Volevano passare più tempo insieme e Riccardo con la scusa che il suo amico era giù aveva trovato la scusa perfetta per uscire da quel rapporto soffocante che si costringeva a vivere con Elio perché gli dispiaceva buttare al vento cinque anni della loro vita insieme. Un paio di giorni fuori città avrebbe dato possibilità a Stefano di respirare aria nuova e troncare con il passato, buttandosi su nuove avventure pepate, e a Riccardo avrebbero dato la possibilità di pensare seriamente alla sua storia e deciderne la sopravvivenza o la definitiva estinzione.
Dopo due ore di viaggio in aereo, e tanti ripensamenti di Stefano sulle cose messe in valigia, i due ragazzi arrivarono nella capitale italiana con tanta voglia di scoprire le bellezze del posto, e non si potevano certo definire cultori dell’arte.
Con i mezzi riuscirono ad arrivare in albergo, una splendida palazzina del fino secolo, uno qualunque, con una hall in stile Luigi XIV o XVI, tanto la versatilità è stata sempre apprezzata, davvero ben decorata. Stefano quando si vide questo bel quadro antico si girò verso Riccardo e gli disse:
- Dove cazzo mi hai portato nel regno di lady Oscar?
- Ingrato che non sei altro, mi hai chiesto tu di trovare un alloggio carino ma economico, non ci potevamo permettere altro. E poi sei stato tu che mi hai confessato di sognare di indossare gli abiti della regina di Francia? Intanto abituati con la mobilia almeno…io vado a prendere la chiave piccolo Delfino, sguazza pure su quel quadro della Senna se ti va!
Saliti in camera Stefano ebbe di nuovo da ridire:
- Riccardo?? Ti sei accorto che è una stanza doppia…CON LETTO MATRIMONIALE!
- Stefano? Te lo ricordi che hai uno stipendio da commesso? Cosa vuoi che ti dica, era un’offerta, e comunque stai tranquillo se riesci a trovare qualcuno da farti durante la notte, sarò lieto di lasciarti la camera e passare la notte al bar dell’albergo!
- Si ma se non trovo nessuno dovrò dormire con te?
- No, scherzi? C’è un bellissimo tappeto, morbido, puoi usare quello nel caso in cui non trovi nessuno che ti faccia compagnia, quindi amico mio… cerca di darti una mossa!!
Detto questo Riccardo iniziò a disfare le valigie e canticchiare.
Stefano lo guardava sorridente; Riccardo aveva sempre la risposta pronta e sapeva sempre come tirarlo su di morale, era il fratello che non aveva mai avuto. Decise quindi di seguire il suo esempio e disfare anche lui le sue valigie, dannandosi ad alta voce per non aver portato questo o quel capo piuttosto che quelli messi in valigia distrattamente.
Avendo disfatto le valigie e preparatisi per la sera, decisero di scendere al ristorante per mangiare qualcosa e poi catapultarsi nella movida notturna romana per vedere cosa offriva.
Erano le tre del mattino quando tornarono dal loro primo tour, abbastanza alticci entrarono in camera barcollando e ridacchiando di questa o quella sventura capitata quella sera:
- Ric dai non ridere che fai ridere anche me e devo correre al bagno!
- Ma scusa che ci posso fare io! Mi hai fatto troppo ridere quando hai detto a quel tipo, di strizzarsi dal suo sudore per risparmiare sul prossimo cocktail! Ahahah!
- Ma smettila stronzo, tu avresti dovuto aiutarmi, si strusciava su di me e non capivo se lo faceva per rimorchiarmi o per asciugarsi
- Lo hai trattato davvero male! Comunque principino, al bagno ci vado prima io!
- Va bene! Ma sbrigati che ho la vescica piena
Dopo che Riccardo era uscito dal bagno entrava di corsa Stefano che aveva la vescica al limite della sua capienza, dopo mezz’ora che non usciva però Riccardo iniziava a preoccuparsi. Si avvicinò al bagno e sentì dei piccoli singhiozzi, flebili nel loro suono.
Decise allora di aprire piano la porta per vedere cosa stesse succedendo; quando capi’ che Stefano era accucciato a terra che piangeva silenziosamente. L’amico si avvicino giusto per farsi sentire inginocchiandosi vicino a lui tanto da fargli capire che lui era li vicino. Stefano aveva apprezzato il gesto tanto da avvinghiarsi al suo amico e iniziare a piangere più forte per scaricare la tensione accumulata. Riccardo lo aiutò ad alzarsi e se lo portò nel letto con lui si accucciarono nel grande lettone l’uno di fronte all’altro e quando Stefano iniziò a calmarsi decise di parlare con il suo fraterno amico:
- L’ho chiamato! Volevo sentirlo, sono stato proprio stupido! Mi ha risposto in maniera gelida da far raggelare anche il mio cuore. Ric non posso dimenticarlo!
- Lo so! Non puoi adesso, è difficile, ma perché ti sei voluto fare altro male?
- Perché non l’ho dimenticato! Lo voglio ancora con me, lo voglio ancora mio!
- Lo capisco! Ci sono io con te! Se vuoi piangere sono qui, se vuoi parlare sono qui, se vuoi…
Riccardo si accorse che il suo amico stava dormendo, probabilmente esausto dalla serata e dalle emozioni che si erano scatenate in lui. Si accorse anche che la sua mano era stretta a quella di Stefano, questa cosa lo fece sorridere, e si sentiva triste per il suo pluriennale amico, non era bello vederlo soffrire, non voleva vederlo soffrire cosi. Si addormentò anche Riccardo poco dopo senza lasciare la mano dell’amico in difficoltà.
La mattina dopo Riccardo si risvegliò con un grande mal di testa, e al risveglio si trovò solo in quel grande letto, tanto che per un attimo pensò che quello che era successo qualche ora prima fosse in realtà un sogno. Si alzò dal letto e si affacciò al balcone che dava sulla strada della città, quando sentì la porta della camera aprirsi rientrò la testa per vedere l’amico già vestito per la giornata che si presentava davanti.
- Dormiglione ti sei svegliato finalmente!
- Già! Ma perché scusa che ore sono?
- Sono le undici, dai sbrigati che la città ci aspetta
- Vedo che sei di buon umore oggi! Ottimo, mi vado a lavare allora!
- Perché non dovrei? Bah, comunque ti ho preso un cornetto ed un caffè, vedi di essere veloce, ho voglia di girare oggi e fare spese pazze!
- Con quali soldi?
- Beh con quelli che ho e con quelli che mi presterai!
E risero di cuore dopo quella richiesta di aiuto finanziario. La giornata trascorse piacevolmente attraverso strade, vicoli, e monumenti romani. E la sera i due ragazzi erano ancora più svegli della mattina pronti a fare di nuovo le ore piccole nei locali romani.
Ritornati nuovamente nelle prime ore della mattina però erano in tre in quella occasione. Stefano aveva rimorchiato un ragazzo moro tonico e disponibilissimo ad essere abbordato da un forestiero. Riccardo doveva far fede alla promessa fatta all’inizio della vacanza, quindi decise di accucciarsi nella hall con una rivista in mano pronto a passare il resto della notte in una scomoda poltrona. Dopo due ore però intravide con gli occhi colmi di sonno che il tipo della discoteca stava andando via. Incrociarono lo sguardo e il moro gli disse solamente:
- Se non voleva trombare poteva dirmelo prima, tre ore di moine per non concludere niente!
Prima di uscire però si fermò, e tornò indietro rivolgendogli di nuovo la parola:
- Anche tu sei un bel ragazzo, ti andrebbe di…? Possiamo andare nella tua stanza, ci divertiamo un po’?
- La mia stanza è quella in cui sei stato fino a cinque minuti fa!
- Ah…! Ma che è il tuo ragazzo? Siete una coppia strana fattelo dire! Comunque il tuo ragazzo stava piangendo! Fossi in te non sarei cosi aperto
- Ma vai a farti fottere altrove, e fatti i cazzi tuoi! E ti sia ben chiaro che non è il mio ragazzo
Detto questo Riccardo si precipitò verso l’ascensore per raggiungere l’amico che sapeva in lacrime. Si fece aprire la porta dopo un paio di volte che bussava delicatamente per non svegliare il resto dell’albergo.
Stefano si era ricomposto, e Riccardo vedendolo di nuovo sereno si fece prendere dall’ira:
- Ma che cazzo credevi di fare scopandoti quell’ idiota? Credi si possa dimenticare cosi una persona?
- No io non ci ho capito niente!
- A maggior ragione, scusami se te lo dico ma sei un po’ testa di cazzo! Quello tra l’altro ha pensato che stessimo insieme e chissà cos’altro!
A queste parole Stefano si mise a ridere a crepapelle. L’idea di lui con Riccardo non la poteva visualizzare in mente senza sentirsi travolto dalle risate.
- Io… e te insieme?? Ahahah, ma per piacere! Dovevo capirlo che era toccato nel cervello quello li! Te lo immagini? Che ridere amico mio! Dai andiamo a letto!
Che ridere pensava Riccardo. “se me lo immagino” pensava dopo. Se lo immaginava davvero? Era dalla sera prima che si sentiva diverso nei confronti di Stefano, più vicino, più intimo e non lo guardava più con gli occhi di un amico. Stava maturando nella sua mente e nel suo cuore qualcosa che avrebbe cambiato per sempre il loro assetto relazionale? Stava per affrontare l’argomento con Stefano anche per farsi chiarezza parlandone con lui quando Stefano gli diede la certezza che non era il caso di mettere sul tavolo certi pensieri:
- Sai Ric, Antonio mi ha chiamato! Vuole riprovare a stare con me, non pensava mi avrebbe più sentito e ieri si è sentito morire quando gli è comparso il mio numero sul cellulare.
- E tu ci vuoi tornare?
- Scherzi Ric! Io lo amo ancora tantissimo, non vedo l’ora che domani torniamo, mi verrà a prendere lui!
- Ah ottimo…cosi non devo infilarmi in città per venirti a lasciare
E dicendo ciò si lasciò cadere nel letto esausto. Come non si era accorto che in lui stava nascendo un sentimento per il suo migliore amico. Sapeva che Antonio lo avrebbe fatto soffrire ancora, ma sapeva anche che Stefano non lo amava come probabilmente lo amava lui.
Arrivati all’aeroporto della loro città, agli arrivi c’era Antonio che aspettava con un sorriso la sua metà che tornava da quella fuga dal dolore. Elio era invece in un angolo che aspettava il suo amore che tornasse da quel periodo di relax. Stefano e Riccardo si salutarono con un abbraccio quando uscirono dalla porta della zona sbarco, e Riccardo salutò con la mano Antonio, il suo rivale inaspettato. Si girò intorno con lo sguardo cercando il viso di colui che stava ancora con lui. Trovò lo sguardo di Elio che aspettava quell’incrocio di sguardi, e si avvicinò verso il suo fidanzato. Elio lo abbracciò affettuosamente e gli disse:
- Non potevo aspettarti a casa? Sei venuto con la tua macchina dovremmo comunque tornare separatamente
- No Elio, era il caso ci fermassimo qui a cena, devo parlarti
Un’ora dopo a Riccardo squillava il cellulare:
- Eih fratello! Ho intravisto Elio agli arrivi! Glielo hai detto tu di raggiungerti?
- Si gliel’ho detto io, volevo vederlo!
- Il periodo di crisi è passato!
- Si possiamo dire cosi! E tu e Antonio? Come è stato rivederlo?
- Beh amico mio, che te lo dico a fare, abbiamo fatto scintille! Ci sentiamo domani! Grazie mille Ric di tutto! Ti voglio bene!
- Anche io Fano! Buona notte!
Chiuso il telefono si diresse all’uscita dell’ aereoporto con in mano un trolley, e forse anche il cuore. In lontananza vedeva Elio dirigersi verso la sua macchina con la testa china, forse stava piangendo, forse stava solo pensando. È vero il periodo di crisi era finito, ma perché con la sua fine era finita anche una storia, del resto nel cuore di Riccardo ora c’era un’ altra persona, anche se sapeva che sarebbe rimasta solo un’idea nel suo cuore.
Rubrica a cura di Gianni
Grafica a cura di Giovanni Trapani
toccante, vero e reale. complimenti Gianni, ogni settimana che passa, mi stupisci sempre più
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