Marte Inverso - 14^ Puntata


14^ Puntata
Stefano
Poche ore prima

-          Cristian tutto bene? – chiedo a Cristian bussando alla porta del bagno
-          Sì, tutto a posto. Voi continuate come nulla fosse
-          A dire il vero noi abbiamo finito. Se esci riprendiamo con te
-          No, meglio di no. Vi spiace se andate via?
-          Come?
-          Sì. Credo di non star bene
-          Mi devo preoccupare?
-          No, Perché? Vai tranquillo.
-          Tutto bene? – mi domanda Pedro
-          Sì, tutto bene. Che ne dici di fare un altro round a casa mia?
-          Perché no?
-          Bene. Allora noi andiamo. Ci vediamo domani?
-          Non lo so. Ho un po’ di cose da fare.
-          Di domenica?
-          Ne approfitto proprio perché è domenica.
-          Come vuoi. Allora quando ti liberi, passa da me
-          Va – va bene. Ciao – e così io e Pedro raccogliamo le nostre cose e ci avviamo verso casa mia
-          Non ti rivestire Pedro, dobbiamo solo attraversare il pianerottolo. 
-          In effetti non avrebbe senso – e dicendolo ce ne andiamo e camminando Pedro mi da una pacca sul sedere che mi fa sollazzare.
Entrati in casa, Pedro sembra una furia ed è pronto a ricominciare. Non arriviamo neppure in camera mia, ci fermiamo nel corridoio e in meno di niente ci spostiamo nella cucina e mi stende sul tavolo e mi possiede con una forza bruta che mi fa impazzire. Non finisce più ed io mi lascio andare alla sua resistenza fisica. Quando raggiunge l’orgasmo si  getta su di me e il suo volto viene alzato dal mio petto che respira affannosamente per l’appagante sforzo a cui sono stato soggetto. Rimaniamo in silenzio per non so quanto tempo, però quel silenzio è così musicale che nella mia mente mi sembra di sentire un sottofondo musicale di quelli rilassante che metti sul lettore quando vuoi perderti nei tuoi penseri.
-          Lo sai che è strano? – mi domanda all’improvviso Pedro
-          Cosa?
-          Ė strano quello che sto provando in questo momento.
-          E cosa stai provando?
-          Non so spiegartelo esattamente, però mi sento bene come non mi era mai capitato prima
-          In che senso?
-          Ti andrebbe di provare a vedere come potrebbe andare tra noi?
-          Cioè?
-          Sì, ti andrebbe di vedere se potrebbe nascere qualcosa di serio? Io non sono mai stato uno di quelli che dopo la prima scopata, si sente fidanzato a chi ha fottuto, però con te è strano. Mentre lo facevamo, ho sentito un feeling non solo fisico, ma un coinvolgimento maggiore
-          Io… non saprei
-          Non ti sto dicendo di diventare una coppia, ti sto solo chiedendo se ti va di vedere se potrebbe nascere qualcosa e se non dovesse andare, amici come prima. Alla fin fine avremo passato del tempo piacevole.
-          Quindi si tratterebbe semplicemente di non andare con altri e scopare solo tra noi e voi se son rose finiranno?
-          Esatto. Ti va?
-          Proviamoci, anche se non so se sono pronto per una storia
-          E tu non ci pensare, vedremo col tempo.
-          Proviamoci.
-          Bene – e dicendolo mi bacia con un fervore diverso, più intenso, più intimo. – Ti andrebbe di… - e con gli occhi mi fa capire che vorrebbe ricominciare.
-          Ma tu non ti stanchi mai?
-          Quando mi diverto, non mi stanco mai.

***

Pedro se ne va verso le tredici, dopo che abbiamo finito di scopare alle 8 di mattina, cadendo addormentati stremati.  Dopo che l’ho accompagnato alla porta, sono tornato a dormire fino alle 16. Svegliandomi mi rendo conto che Stefano non si è fatto sentire. Mi faccio una doccia e dopo aver mangiato qualcosa, vado a bussare alla sua porta per sapere se è in casa
-          Chi è? – domanda aprendo la porta
-          Che fine hai fatto?  Non ti sei fatto vivo per tutto il giorno. Stai bene?
-          Sì – dice con tono secco – Te lo avevo detto stanotte che avrei dovuto fare delle cose.
-          Sì, ma sparire tutto il giorno, però non è normale
-          Scusa?
-          Sì, cioè… Da quando ci conosciamo è stata la prima volta che non ci siamo visti fino a sera. Anche quando lavoriamo, facciamo colazione assieme.
-          Stefano, che vuoi che ti dica… a volte capita. – e quel suo modo di rispondermi mi fa dispiacere non poco. – Comunque come è andata con Pedro?
-          Tutto bene, grazie – dico con tono dimesso
-          Scusa non volevo usare quel tono. Il fatto è che ho mal di testa
-          Hai bevuto troppo ieri in effetti. Vuoi che ti prenda una pillola?
-          Non preoccuparti. Ora passa da solo. – e accenna un sorriso che ricevo con piacere. – Allora raccontami, come è andata con Pedro?
-          Non puoi immaginare, ci abbiamo dato sotto fino a questa mattina alle 8. Non ne potevo più.
-          Hai capito il signor barman
-          Stasera ci vediamo di nuovo.
-          Vedo che ci hai preso gusto
-          A dire il vero…
-          Che cosa?
-          Ricordi quando ieri diceva che non è uno di quei tipi da storia seria?
-         
-          Be! Ha cambiato idea. Lui stesso, stamattina, mi ha chiesto se volevo provare a frequentarci, seppur premettendomi di non aspettarmi niente.  Il fatto è, mi ha detto, che gli è piaciuto da morire scopare con me e proprio per questo vuole vedere se c’è la stessa alchimia anche fuori dalle lenzuola. Cristian ci sei?
-          Sì. Ora scusami, ma devo chiederti di andare. Il mal di testa si sta intensificando.
-          Sicuro che non vuoi prendere nulla?
-          Sicuro.
-          Magari ti passo a trovare più tardi.
-          A dire il vero devo uscire con dei colleghi. Mi hanno chiamato stamattina per invitarmi a cena
-          Capisco. Comunque prima di andare via passa a salutarmi, ok?
-          Lo farò
Torno a casa  un po’ stupito dal comportamento di Cristian. Non è mai capitato che fosse così astioso nei miei confronti. Sembrava una persona diversa da quella che conosco e che anche ieri sera mi ha saputo consigliarmi di fare la cosa giusta. Decido così, di tornare da lui e dopo aver suonato tre volte mi apre.
-          Come mai hai impiegato così tanto tempo per aprire
-          Non ho sentito il campanello.
-          Stai bene? Intendo dire oltre al mal di testa. Mi sei sembrato strano. Ho fatto forse qualcosa che ti ha infastidito?
-          No, ma che dici? La colpa è del mal di testa. Dai, adesso vado, devo prepararmi per uscire. Ci vediamo domani.
-          A colazione? – chiedo
-          Certo. Ciao – e chiude frettolosamente. Rimango 5 minuti sul pianerottolo pensando ai suoi occhi rossi come uno che ha appena pianto e inizio a preoccuparmi, ma so anche che adesso non riuscirei a sapere nulla e rimando ogni mia domanda alla colazione di domani.

Continua…
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani