Numero Zero27

Prologo

La scorsa settima, lo sappiamo tutti, siamo stati invasi da una frase del presidente del consiglio, la frase del presidente del consiglio in cui si vantava era fortunato ad essere affascinato da delle belle donne che essere gay. In questi giorni, ho letto molto e ho visto poco. Infatti sul web s’è scatenata una giusta indignazione per tale affermazione, facendo esprime a tutti quanti la propria opinione. Io stesso non mi sono tirato in dietro e rispondendo ai post dei blog amici ho detto la mia. Ho letto di tutto, espressioni più o meno interessanti, ma che non mi hanno colpito in maniera eccessiva.

Dicevo che ho guardato poco, perché, la tv ha quasi ridotto il tutto, ad una semplice battuta, dovuta, naturale, logica. Solo in pochi casi ho visto affrontare il tema per quello che era, ossia un’offesa gratuita che da un presidente del consiglio, uno non ci si aspetta (anche se un pensiero dovevo farmelo, dopo essermi sentito dare del coglione, solo perché non ho le sue stesse convinzioni politiche). Fra questi pochi casi, vi è un programma che guardo da molti anni. Vi confesso che in quest’ultimo hanno, le mie preferenze sono cambiate, prediligendo una tipologia di trasmissioni “ricercate”, eppure, non ostante tutto, questo programma è rimasto nella mia “playlist” settimanale. Si tratta di TVTalk, un programma, per chi non lo conoscesse, parla di critica tv e va in onda di sabato su Rai3 e per la prima volta, dopo anni di programmazione mattutina, quasi all’alba a dire il vero, va in onda alle 14:55. Nella puntata di ieri le parole pronunciate dal conduttore, il giornalista Massimo Bernardini, uno dei giornalisti che ho sempre stimato, hanno fatto aumentare la mia stima nei suoi confronti. Non vi anticipo nulla, voglio che leggiate il suo messaggio, che ho trascritto per questo speciale “Numero Zero”, e lasciare a voi le considerazioni del caso, però lasciatemi dire questo, ogni tanto, è gratificante notare, come la cultura, l’intelligenza, vinca su una certa ignoranza, su una certa povertà culturale che, sempre più, è presente in quasi tutti i campi del nostro paese.

Francesco Sansone
Numero Zero27


“Io vi dico la verità. Invidio sinceramente quanti, in questi giorni, hanno rimproverato, in nome della superiorità morale, le parole e i comportamenti del presidente Berlusconi. Li invidio, perché? Perché io, invece, ci vedo il peggio di quello che a volte diciamo, facciamo o anche solo pensiamo. Proprio noi… noi, noi maschi che per esempio adoperiamo certe espressioni da caserma, ma non abbiamo la delicatezza di accorgerci che qualcuno attorno a noi è profondamente turbato, ma anche noi professionisti dei media, che (…) non ci siamo ricordati che Ruby, anzi Karima, perché si chiama Karima e non Ruby, prima che una bella donna da concupire, è una ragazza minorenne problematica ed in fuga e, fino a poche ore fa, tale era, una che potrebbe essere semplicemente nostra figlia. Un figlia fragile, malgrado le apparenze. Cosa penseremmo se qualcuno di noi, ironizzasse, ammiccasse, peggio ancora approfittasse di una figlia così. Continueremo a darci di gomito? Continueremo a pubblicare queste fotografie, questi filmati hard, vergognosamente sdoganati, solo perché erano passate solo poche ore dal fatto che compisse 18 anni? E anche in questo, anche per questo, per il modo indegno con cui abbiamo trattato e strumentalizzato la fragilità di Karima, io non mi sento meglio del nostro Presidente. Ma proprio per questo, gli vorrei chiedere, sommessamente, di non rivendicare, davanti alle telecamere, i nostri difetti, le nostre miserie, le nostre porcate (bisogna chiamarle anche così, con il loro nome), come qualcosa di cui vantarsi allegramente. Ci sono cose di cui, tutti noi, dobbiamo semplicemente vergognarci, cose di cui chiedere scusa, cose che sono perfino inconfessabili a noi stessi e se qualcuno le deve perdonare, questo qualcuno ha la lettera maiuscola.

Aggiungo per chiudere, e mi scuso mentre lo faccio, una cosa personale. Da tanti anni, nella mia libreria, hanno un posto speciale due grandi artisti, si chiamano Pier Paolo Pasolini e Giovanni Testori, due gay, meglio due omosessuali, ma soprattutto e innanzitutto, due grandi maestri che, purtroppo, sono pure scomparsi. Allora i miei figli, e qui mi tiro in ballo personalmente, quella “presenza scandalosa”, l’hanno sempre avuta sotto gli occhi. Ne sono stati contagiati. Mi hanno visto e mi vedono, continuamente, ricorrere ai loro libri, in cerca di spunti, di riflessioni, di idee (…). Oggi che non ci sono più, di Pasolini e Testori, mi mancano la lucidità, l’intelligenza, la compassione per gli altri, persino la loro scandalosa passione per Cristo. Potrei mai dire, a questo punto, io, che sono migliore di loro? “

Discorso di Massimo Bernardini annunciato durante la puntata di ieri, sabato 6. 11. 2010, di TvTalk