Un Nuovo mondo - Trentesima Puntata

Nelle puntate precedenti

Fabrizio viene ammesso all’università mentre Andrea accetta la proposta di Luca di fare un colloquio presso il negozio in cui lavora, riuscendo a ottenere il lavoro dopo aver parlato con Matteo, il responsabile del negozio.

Fabrizio riceve la visita inaspettata di Daniel, suo ex compagno di squadra, che gli propone di andare a seguire le lezioni assieme e che gli rivela che in estate ha aver avuto il primo rapporto sessuale con un ragazzo di cui ha perso le tracce e a cui non riesce a non pensare. Anche Fabrizio gli racconta tutta la sua verità le sue recenti preoccupazioni nate dal comportamento del suo fidanzato.

Durante il primo giorno di lezione, Fabrizio tenta di chiamare Andrea, ma non ci riesce. In aula incontra un ragazzo che si rivela essere il suo insegnate e quando anche Daniel ritorna in classe riconosce nel professore Manu, il ragazzo conosciuto quella sera d’estate che lo tratta male. Il ragazzo infastidito da alcune sua parole, alla fine della lezione gli rivela di essere innamorato di lui e di non capire il suo atteggiamento. Intanto Fabrizio ha ricevuto un sms da Andrea in cui gli comunica che neppure quel giorno si sarebbero visti e decide di chiamare Alberto per parlare. Questi lo invita a cena e alle 20:30 lo raggiunge. Dopo pochi minuti arriva pure Luca, ma questi a causa di una telefonata, è costretto ad uscire immediatamente, lasciando Fabrizio a sfogarsi con Alberto. Luca incontra Andrea che gli confessa di aver scopato con Matteo e ora è disperato perché sa che questo potrebbe porre fine alla sua storia con Fabrizio

- Devi dirglielo Andrea. Questa sera mi hai deluso

Tornato a casa Fabrizio manda un sms al suo fidanzato al quale Andrea risponde con una telefonata, suggeritagli da Luca

“Dobbiamo parlare”

- domani sera ti passo a prendere e andiamo a cena

Daniel manda un messaggio su MSN a Fabrizio fissando l’ora in cui sarebbe passato a prenderlo per andare all’università e ringraziandolo per la sua amicizia.

“Ti ringrazio per essermi stato vicino oggi, spero che sia riuscito a parlare con Andrea. Ci vediamo domani alle 9:00 sotto casa tua. Notte.”

Locandina realizzata da Giovanni Trapani. Tutti i diritti riservati

Trentesima Puntata

Manuele

Non mi sarei mai aspettato, quel giorno all’università, di ritrovarmi "4 Bianchi" di fronte. Dopo quella sera d'steate, avrei voluto rivederlo e benché abbia fatto il bastardo con lui prima di andarci a letto, mi ha colpito subito. Era da molto tempo che un ragazzo non mi colpisse così, per l’esattezza da quando il mio ex mi ha lasciato perché non riusciva a vivere serenamente la sua natura omosessuale decidendo di sposarsi con una ragazza cercando di “tornare sulla retta via”. Ho passato davvero un brutto periodo, durato circa tre anni, in cui ho cercato di dimenticare lui, e tutto quello che ha significato per me, andando con il primo venuto. Durante le “Feste d’Estate”, solitamente non facevo sesso con nessuno se non con il mio ex, ma quando mi ha lasciato ci davo dentro. Bevevo e scopavo e non mi importava di nessuno. Non mi importava sapere i nomi di chi veniva con me né tanto meno di rivederli successivamente, ma in "4 Bianchi" c’era qualcosa che mi ha fatto dimenticare tutto il buio. Sapevo che sarebbe ritornato il giorno dopo a cercarmi e io ero pronto a rivederlo, ma quando sono andato in camera per dormire, ho ricevuto una telefonata dall’ospedale in cui era ricoverata, in stato terminale, mia madre e così, insieme ad Ale, sono corso all’aeroporto. Purtroppo non sono arrivato in tempo, mia madre se ne era già andata e io non ero riuscito a dirle addio. E così sono ricaduto in un nuovo baratro da cui ancora non sono uscito completamente. Il giorno della prima lezione ho fatto tardi, perché dovevo sbrigare alcune faccende legali e burocratiche legate alla scomparsa di mia madre. Ero a pezzi. Tutta questa storia non credo di poterla gestire da solo e benché Ale sia sempre con me, non è il tipo di appoggio che potrebbe darmi un compagno.

Arrivato in aula non c’era nessuno e guardando l’orologio, mi sono reso conto che ero riuscito a liberarmi prima del previsto, ma non mi dispiaceva starmene da solo per un po’. Ne stavo approfittando per godermi un po’ di tranquillità. Ho preso il cancellino e mi sono messo a pulire la lavagna. Mi ha trovato così quel ragazzo, l’amico di "4 bianchi". Mi ha fatto sorridere vedere la sua espressione quando ha scoperto che ero il suo insegnate.

- Scusa , sai se la lezione si farà o hanno comunicato qualcos’altro.

- Che io sappia si farà, in ritardo ma si farà

- Ok grazie. Ma sai che tipo è il professore?

- Uno in gamba a quando dicono.

- Già.

- Comunque mi presento. Io sono il professore Zito

- Oh Dio! Professore non sapevo che fosse lei. Diversamente non mi sarei mai permesso di darle del tu.

- Non si preoccupi. Lei è il signor … ?

- Fabrizio Bianco

- Benvenuto al mio corso.

- Grazie

- Fabrizio alla fine ho comprato …

- Ah Daniel ti presento il …

- Manu

- "4 bianchi"?

Nel vederlo ho avuto quella stessa sensazione che ho provato quella sera, un’esplosione di… non so come dire, so solo che ero felice. Sì, ero felice di rivederlo, però so quanto può essere difficile il mondo universitario e non vorrei mai che qualcuno malignasse su di lui e su di me. Quando certe voci girano è difficile metterle a tacere e la sua carriera universitaria potrebbe essere messa in discussione anche dai miei colleghi. Quindi ho preso coscienza di me e ho cambiato tono, diventando duro e parlandogli con fermezza.

- Manu sei tu? Cosa ci fai qui? Segui pure tu questo corso?

- Beh, veramente… sono il titolare della cattedra!

- Cosa? Non è possibile?

- Perché mai?

- No, no, non mi fraintendere. Non voglio mettere indubbio le tue competenze, dicevo solo …

- Bene, allora non aggiunga altro e vada a posto con il suo amico. La lezione sta per iniziare.

- Cosa?

- Ha problemi di comprendonio, o ha ancora qualche residuo di 4 bianchi in corpo?

- No, no, ho capito bene. Mi scusi, ma non posso restare a seguire la sua lezione oggi. Non mi sento bene

- Faccia come crede. Le ricordo che all’esame si arriva solo tramite il 75% di presenza a lezione.

- Sì! Grazie per avermelo detto professore, ora mi scusi devo andare, mi scusi ancora. Mi scusi.

Quando l’ho visto uscire in quella maniera mi è venuto un flashback di quella sera quando, dopo avergli detto una cattiveria, lui se ne andò offeso e nella sua faccia sbucò tutta la sua delusione.

- Vada dal suo amico e gli dica di calmarsi e di ritornare in aula. Io aspetterò ancora 10 minuti prima di iniziare la lezione.

- Sì vado.

- Faccia presto per favore

- Certo!

Ero impaziente di vederlo rientrare perché non volevo che per colpa mia avesse problemi con l’università e poi perché avrei voluto tanto incrociare i suoi occhi durante quelle due ore. Nel vederlo rientrare mi sono lasciato scappare un sorriso, che, però,  presto ho  nascosto per non creargli false speranze.

- Bene Signori, siamo tutti? Vi chiedo scusa se ho dovuto rimandare la vostra prima lezione di un’ora, ma ho avuto un po’ di problemi recentemente e che ancora mi occupano del tempo. Sta di fatto però che non si verificheranno più di questi disguidi. Nel caso in cui dovessero esserci dei problemi ve lo comunicherò in tempo in maniera di trovare un giusto compromesso fra i nostri reciproci impegni. Detto questo vi do il benvenuto al corso di psicologia della salute e vi dico subito che seppure mi ronzerete attorno come mosche offrendomi la qualsiasi o facendo un’ottima tecnica di “lecchinaggio” queste non vi daranno agevolazioni all’esame a cui si arriverà solo avendo assistito al 75% delle lezioni. Infatti ogni volta dovrete firmare questo foglio che vedete alla cattedra sia all’entrata che all’uscita.

Perfetto ho detto tutte le cose importanti che vi dovevo dire, ora possiamo passare ad darvi una prima infarinatura sulla materia. – Parlando ho preso il foglio delle firme e lo appoggiai sul suo banco e nel passaglielo volontariamente ho sfiorato le sue dite sentendo un brivido lungo la schiena, ma un forte imbarazzo ha avuto il sopravvento su di me tanto da spingermi a ritirarla immediatamente – Lo firmi e poi lo faccia passare. L’ultimo che avrà firmato, me lo porti in cattedra.



Al termine della lezione ho notato che ha chiesto al suo amico di uscire per ultimi, ma non pensavo tornasse a parlarmi.

- Professore?

- Sì? – ho risposto alzando la testa

- Ecco il foglio con le firme.

- Lo lasci pure lì e vada pure

- Io però …

- Cosa vuole? Ha dei dubbi sulla spiegazione di oggi?

- No, è che ..

- Allora se è così vada pure. Ho delle cose da fare.

- Capisco, mi scusi allora.

- Non si preoccupi

- Arrivederci – e lo visto avviarsi verso la porta.

- Ha fatto bene a rientrare oggi. – Sapevo benissimo che non dovevo dire nulla, ma è stato più forte di me, però dopo quella prima frase spontanea, ho cercato di mascherare di nuovo le miei intenzioni - Ricordi ci sono delle priorità nella vita e niente e nessuno deve ostacolarle. Ricordi niente e nessuno.

- Che cosa vuole dire?

- Che forse deve dimenticare tutti i pensieri o possibili ricordi quando entra in classe e concentrarsi solo sulla lezione.

- Ma le sembra così facile? Forse per lei sì, ma per me non lo è. – e si avvicinò a me – Forse per te sono stato una delle tue scopate estive, ma per me sei stato il primo con cui ho fatto sesso e il primo di cui mi sono innamorato. Non ho fatto altro che pensarti e sognarti e ora che ti ho di fronte tu mi dici ‘ste cazzate? Che scemo che sono. – E dicendo questo se ne andò. L’ho seguito, ma quando l’ho visto in compagnia del suo amico, ho lasciato perdere e ho chiamato Ale che intanto si trovava nel padiglione opposto. Anche lui è un insegnate, ma insegna a Lettere.

- Ale ho incontrato "4 Bianchi"

- Cosa? E dove?

- Questo è il problema. Ė un mio allievo

- Non posso crederci. Sto arrivando. Ci vediamo al bar di Psicologia

- Non tardare

Al bar non ho potuto non notarlo. Mi piace e lo avrei voluto abbracciare e dirgli che pure io speravo di rivederlo il giorno dopo la nostra notte assieme e spiegargli tutto, ma adesso non posso. Io sono il suo insegnate e non posso certo proporgli di iniziare una relazione.

- Ale sono qui

- Eccoti. Allora come va?

- Male.

- Dai... Ma è qui?

- Sì, lì – e il mio amico ha girato lo sguardo per intravederlo.

- Forse è meglio se usciamo

- Hai ragione.

- Cazzo che situazione di merda. Lo so che in questi mesi pensando a lui riuscivi a dimenticare per un po’ la pesantezza che stavi passando, ma adesso le cose sono cambiate. Tu sei il suo professore

- E pensi che non ci abbia pensato? Cosa credi? Però adesso io non so come potrò far finta di niente ogni volta che lo vedrò a lezione.

- Devi riuscirci. Considera che dopo Gennaio lui non sarà più un tuo allievo e quindi se qualcosa deve nascere, nascerà. Fino ad allora devi resistere. Infondo lo hai fatto tutti ‘sti mesi.

- Già, però adesso è tutto diverso.



Continua …




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