L'Angolo di P - Un caffè con panna

Prologo

La scorsa volta Gianni, dopo averci raccontato le sue emozioni legate al primo bacio, ci ha lasciato in sospeso con un finale che diceva così: "chiacchieravano tranquilli non sapendo che vicino loro un’auto divampava di passione…"
E' arrivato il momento di scoprire cosa è successo subito dopo e quindi vi lascio alla seconda parte che sin dal titolo lascia pensare e non poco...

Francesco Sansone


La rubrica a cura di Gianni










Locandina realizzata da Giovanni Trapani.Tutti i diritti riservati


Un caffè con Panna

   Avete presente quando avviene il primo incontro con una persona? Solitamente dopo una chiacchierata in chat si decide di incontrare la persona che sta dall’altra parte del monitor, e nella maggior parte dei casi si esordisce con la classica domanda: “ti va di vederci per un caffè?”. Immagino sia capitato a molti di voi, poi alla fine ben poco importa se ci si prende un caffè, un thé, un alcolico o semplicemente un cazzo, sta di fatto che ho capito nelle mie poche esperienze vissute che è basilare specificare se con il caffè si può o meno ordinare anche della panna. Il caffè con panna è diventata la classica espressione da sostituire per definire un altro tipo di incontro. In realtà oltre al caffè o quel che caspita volete, se si accompagna la panna non può che voler dire che vi ritroverete avvinghiati dalla persona in questione e con la persona in questione in un flirt più o meno spinto dopo aver consumato bevanda e parole. Il mio primo incontro non prevedeva caffè, in compenso però la panna c’è stata e come la scorsa settimana ve ne lascio testimonianza riportando parti di quelle pagine scritte dopo l’occasione. Il soggetto che mi sta di fianco è sempre Fede, e nella stessa serata in cui ho dato il mio primo bacio, ho baciato anche altro! Vi lascio alle pagine del mio diario cari amici, e quindi alla fase finale del mio incontro con Fede…

… La passione: sensazione umana di estasi pura. Elettricità che scorre in corpo e che risveglia gli istinti più carnali. Questa è stata complice della serata in macchina con Fede, o forse si trattava più della voglia di scoprirmi capace finalmente di aprirmi alla carnalità, di poter assaporare anche io una parte del sesso che disconoscevo e che bramavo di conoscere.[…] Un braccio attorno a me per non farmi scappare, la mano opposta invece accarezzava la mia coscia e poi il membro ormai senza più controllo. Mi lodava la durezza e nel frattempo baciava focosamente. Tornai un attimo alla realtà chiedendomi se forse anche io avrei dovuto giocare con le mie mani, scovando il suo membro e testare quanto fosse eccitato all’idea di baciarmi.[…] Cosi iniziai a far scorrere la mia mano sul suo petto poi giù sulla coscia e poi ancora un po’ su fino al membro. Se fossi stato pura luce probabilmente in quel momento avrei aumentato la mia luminosità fino ad accecare chi poneva il suo sguardo su di me. Il suo membro era fortemente contento di avere trovato la mia anima, e forse ancora di più di aver incontrato la mia mano. Attraverso i pantaloni sentii pulsare il cuore di quell’organo e percepii quanto desiderasse uscire all’aria aperta per gridare la sua virilità. Giocai ancora un po’ e giocò anche lui in quel misto di sfregamento e carezze. Poi mi staccai nuovamente colto dal raziocinio e posai le mie spalle sul sedile allontanandomi da lui. I nostri respiri erano particolarmente forti ma il mio pensiero si concretizzava nel bloccare quella situazione. Lo guardai con un sorriso malizioso e gli dissi che era veramente il caso di fermarci li per quella sera. L’insistenza di Fede si fece nuovamente spazio tra le mie parole dicendomi che non lo potevo lasciare cosi, che il suo cazzo era duro e doveva sfogarsi in qualche modo. E dicendo ciò si aprì la lampo lasciando uscire il membro eretto e giovanile. Al vedere quel pene liscio e che si ergeva di fronte a me, capii che se avessi avuto qualche minimo dubbio sulla mia omosessualità, il momento lo avrebbe fatto sparire in un baleno. Alla vista della virilità di Fede il mio membro iniziò a irrigidirsi ancora di più e il mio istinto mi spingeva verso quella protuberanza sinonimo di piacere estatico. Comunque ero spiazzato, era pur sempre la prima volta che mi trovavo in una situazione simile, e non sapevo cosa fare. Nuovamente lui si avvicinò a me, nuovamente cercò le mie labbra e nuovamente le trovò senza trovare troppa resistenza. La situazione era cambiata, la carnalità era arrivata a livelli più alti. Lui aveva i pantaloni aperti e il pene fuori che bramava nuovamente di essere accarezzato. Le sue mani oltre a cercare il mio membro e coccolarlo andavano verso il mio sedere tastando la sua durezza e la sua rotondità. Io a quel punto cercai il suo membro nudo e la mia mano si scottò al tocco di quell’organo incandescente. Basta! Non poteva continuare cosi, mi sarei bruciato il programma che il mio cervello si era prefissato per quell’incontro. Cosi decidemmo di fare un giro per raffreddare la temperatura corporea di entrambi e quella dell’interno di quella macchina che aveva raggiunto un calore piacevole ma travolgente. Fu cosi che avviatosi per fare un giro si fermo in prossimità di una zona più buia, celata all’occhio indiscreto di esseri umani. Capii quindi arrivati lì che lui voleva continuare a conoscermi a livello sessuale. Lo guardai come per rimproverarlo, ma sia lui che io capimmo che il mio non era un rimprovero serio. Continuammo a pomiciare, lui nuovamente con il pene di fuori e in questo frangente, forse perché più nascosti rispetto a prima, il mio istinto carnale finalmente prese il sopravvento su tutto. Finalmente la ragione non ebbe più libertà di gridare il suo punto di vista, ero cosi inebriato da quell’esperienza che le catene inibitorie si spezzarono definitivamente lasciando uscire l’animale sessuale che c’è in me. La sensazione di libertà che si avverte in queste situazione è indescrivibile. Ci si sente leggeri, poiché le zavorre della ragione non ti imprigionano al terreno e si riesce con i sensi a librarsi in cielo, un cielo immaginario, fatto di mille colori. […]Trovai con le labbra il termine della sua pancia e subito dopo mi impadronii del suo pene, con la bocca. Dal respiro intenso che sentivo provenire da lui capii che era la cosa che più si aspettava, ma sinceramente la cosa mi interessava poco. Nell’istante stesso in cui la mia bocca incontro quel membro turgido avvertii una grande fame dentro di me. Avevo fame di lui, avevo fame del suo organo virile. Fu cosi che avvenne il sesso orale con Fede, e mentre io mi sfamavo del suo sesso, lui continuava ad accarezzarmi la testa, il sedere, il mio membro pulsante e ansimava di tanto in tanto. […]Nessun rimorso solo un enorme piacere di aver assaporato quel gusto virile. Dopo poco venimmo. Ricercai le sue labbra, questa volta fui io a prendere l’iniziativa e lui si fece trovare. Ancora qualche bacio dolcissimo per poi ricomporci e tornare al punto in cui tutto ebbe inizio. Io tremavo come una foglia e i suoi abbracci protettivi e dolci mi davano il calore giusto per far cessare quel tremore. […] Terminò cosi il mio appuntamento al buio; al buio per l’ora, per la persona e per il posto in cui questo si consumò ma fu un appuntamento luminoso, perché schiarì tante delle fobie che affollavano la mia mente. Ci lasciammo con un bacio piacevole, e con la voglia di scoprirci giorno per giorno, almeno questa era la sensazione che mi diede. Lui era al settimo cielo, si vedeva al di là dell’orgasmo provato, proprio per avermi conosciuto(nda: per l’ennesima volta stenderei un velo pietoso); forse nel suo intimo pensava di aver trovato una persona affine, un’ anima con cui scambiare sogni, discorsi, e tantissime effusioni. Forse era cosi, forse non lo era… Mentre camminavo verso il portone di Francesco e Giovanni barcollavo, ancora brillo da quel turbinio di alcool carnale. O quantomeno in quella serata il mio caffè con panna lo avevo consumato….

E questo era stato l’epilogo del mio primo appuntamento, del caffè con panna che avevo ordinato e consumato avidamente. E poi dicono che la panna faccia ingrassare…

Alla prossima

Gianni