L'Angolo di P - Il primo bacio

Prologo
Ci siamo, come ogni mercoledì torna L'angolo del pelo... ehm scusate quella è un altra rubrica... volevo dire torna la rubrica che vanta già una sorta di caricatura sul web (^_^), ossia L'angolo di P. Da questa settimana all'interno del suo spazio, Gianni si racconta, o meglio, si SPUTTANA (come lui stesso ammette nelle righe che leggerete a breve) raccontandovi tre passaggi decisivi della sua vita. Beh dal titolo penso possiate capire su cosa si concentrerà oggi, pertanto non mi perdo in altre chiacchere e lascio Il mio mondo espanso in mano a Gianni.
Francesco Sansone


La rubrica a cura di Gianni








Locandina realizzata da Giovanni Trapani.Tutti i diritti riservati









Il primo Bacio

Cari amici

Da questo momento e per tre settimane decreterò il mio sputtanamento virtuale nel senso più reale del termine(come se per certi versi non mi fossi sputtanato già abbastanza), tentando di carpire, e farvi carpire, le sensazioni e le emozioni che attraversano le nostre(in questo caso le mie) esperienze sentimentali o pseudo tali e lo farò attraverso stralci di pagine scritte in occasione di quello che mi è capitato per rendere un po’ più reale questo argomento.

Vi lascio a questo collage della mia vita per poi tirarne le somme alla fine:

… Dicono che Marzo sia il mese dell’amore perché la primavera, che entra proprio durante i suoi ultimi giorni, porta nei cuori degli esseri umani una voglia incontrollata di rivolgersi alla vita con un occhio più tenero, abbracciando la voglia di riscoprirsi esseri capaci di tremare al pensiero di una carezza o un bacio caldo intriso di sentimento. Per me è stato il mese del risveglio, in questo senso vicino alla primavera se vedendo con occhi critici la mia vita posso dire che fino a quel momento essa è stata paragonabile all’inverno in cui tutto è silenzio, i sensi vengono sopiti e le energie sono chete pronte ad esplodere nella nuova stagione che verrà. […]probabilmente il vero fiorire delle mie emozioni lo devo a Fede, croce e delizia di questo mese. […]

[…]Non cercavo gente sulla community che stavo bazzicando ma ricordo che controllavo comunque se mi fossero arrivati nuovi messaggi da altri utenti. Proprio giovedì mi arriva il messaggio di questo ragazzo di Palermo, di 26 anni con un avatar davvero strano che mi ha colpito subito. Il suo messaggio si presentava piacevole, non c’era niente di volgare o di sessuale, anzi direi proprio il contrario. Aveva chiesto se mi andava di scambiare quattro chiacchiere “amichevolmente” con lui, con la parola scritta a caratteri maiuscoli, facendo seguire il suo contatto msn e il numero di cellulare. Finalmente avevo trovato qualcuno con cui parlare un po’ e con il quale tentare di costruire una conoscenza che forse avrebbe potuto tramutarsi in qualcosa di più profondo? Me lo chiesi e esitando al solito un po’ decisi il giorno dopo di aggiungerlo tra i contatti msn. Mi stavo nel frattempo preparando per uscire con il gruppo, e raggiungere Francy e Giovy a casa loro per passare una serata in compagnia. Fede non tardò ad entrare in chat. Mi salutò quasi subito e io ricambiai. Parlammo un po’ del più e del meno, il tempo di propormi di vedermi. Gli dissi che mi sarebbe piaciuto se non avessi avuto l’impegno con il mio gruppo. Lui continuò ad insistere e sottolineando il fatto che non cercava sesso(“aspè non voglio sex”, testuali parole). Non potei rifiutare di vederlo chiedendo ai miei amici di non offendersi, cosi decisi di incontrarlo dalle parti di Francesco e poi raggiungerli dopo averlo conosciuto. Fu cosi che Fede entrò nella mia vita, con insistenza: mi colpiva in quel frangente il fatto che volesse vedermi a tutti i costi, credevo che gli piacessi davvero, e questa ipotesi mi inebriava perché non ho mai pensato potessi far colpo in questa maniera(nda: stendiamo un velo pietoso sulla mia idiozia!). Arrivato dalle parti di Francesco mi feci lasciare al punto prestabilito per l’appuntamento e attesi, con i miei amici che vigilavano su me per evitare qualsiasi sorpresa spiacevole.[…]

[…]lui arrivò con la sua macchina e io fui contento di vedere quest’uomo dalla stazza non proprio longilinea ma rassicurante. Gli chiesi di farci una passeggiata per parlare un po’ e lui accettò senza esitare. Cercavamo nel frattempo di evitare la gente che camminava in gruppo con tante fiammelle accese tra le mani; ebbene si, era giorno di processione. Mi sentivo un po’ inseguito come cacciato, braccato dalla gente che cercava di afferrare quello che stavo facendo, come una congrega di inquisitori. Fui stupito quando mi disse che apparteneva ad una confraternita religiosa. Va bene che si può essere cristiani anche se gay, e forse anche io lo sono, ma addirittura appartenere ad una confraternita riconoscendo in pieno l’autorità di un parroco, prima figura umana ad osteggiare l’amore tra persone dello stesso sesso mi sembrava un po’ eccessivo. Mi dissi che non si poteva comunque essere perfetti, e continuai ad ascoltarlo e a camminare, sentendomi comunque affascinato da quella personalità insolita. Mi disse che non cercava storie solo di sesso perché non gli piacevano queste avventure squallide in cui l’indomani non si è più niente. Fu li che forse crollai, perché finalmente avevo davanti una persona seria di cui avevo destato interesse e con cui sembrava si potesse parlare.[…]

[…]Gli dissi che mi interessavo molto di esoterismo, che non lo praticavo ma che era un argomento che destava un grande interesse in me. Ho voluto pizzicare la sua fede volontariamente per vedere quale fosse la sua reazione. Per un attimo mi sono visto Fede affiancare i pellegrini della processione e gridarmi “eretico, figlio del demonio, ora brucerai tra le fiamme della purificazione!” o qualcosa del genere. […] Lui non ha battuto ciglio concordando con me che ognuno credeva a ciò che più gli era congeniale. In questo contesto non potei che vederlo sempre più con occhi affascinati. […]

[…]Ovviamente non si parlò solo di lui, ci fu grande spazio anche per raccontare di me, per ribadire cosa stessi cercando, per parlare del mio mondo, di cosa facessimo o non facessimo nella vita. Insomma avremmo praticamente parlato girando per il quartiere almeno per un’ora piena. È stata una bellissima serata, e pensavo si dovesse concludere li anche perché il tempo si faceva più minaccioso. Arrivammo alla sua macchina e cosi mi decisi a prendere l’iniziativa e… dire che era stata una bella serata e tutte le parole che il caso imponeva e che ci saremmo rivisti sicuramente prestissimo ma che sarei dovuto andare perché comunque i miei amici mi aspettavano. Come da copione lui ovviamente protestò invitandomi a salire in macchina e parlare un altro po’. E come da “coglione” io accettai facendomi mentalmente il segno della croce perché immaginavo quale fossero le sue intenzioni e le mie paure iniziarono a farsi sentire più presenti. E se lui voleva baciarmi? E se voleva fare sesso in macchina? E se? Paure di cui ho sempre parlato con i miei amici, soprattutto con Manuela mia anima affine, perché la fobia di sbagliare di non saper fare, di essere imbranato e incapace è sempre stata presente in me. Forse proprio questa paura, anzi direi proprio essa mi ha impedito di buttarmi prima in questo mondo di relazioni e contatti. Si è vero, prima c’era anche la paura di giocare a carte scoperte, di accettarmi per quello che ero e mostrarmi al mondo cosi, senza maschere ulteriori da portare per il mio vivere bene, ma passata questa fase rimanevano comunque le paure consone al giocare con l’amore. Mi sono aperto al mondo, mostrando il mio Io forse anche perché non sopportavo più di aspettare colui che mi avesse colto anche senza che io avessi dovuto svelarmi. Cedendo il passo alla realtà rispetto alle favole che mi ero creato in testa, era subentrata anche l’incapacità di vedermi ancora single. Ma a questa incapacità si collegava la paura dell’inesperienza che mi portava a mostrarmi ad un livello inferiore rispetto alle persone che volevo incontrare. La mia verginità, e non solo sessuale per me risultava essere un grande ostacolo, perché pensavo che le persone sarebbero scappate più che rimaste al mio fianco per farmi nel primo periodo di conoscenza da mentori. Quindi ritornando alla serata salii in macchina da Fede con il cuore in gola perché non sapevo dove saremmo andati a finire, ma potevo supporre che forse era arrivato il giorno di abbandonare la mia verginità, o quanto meno parte di essa. Con mio stupore, e sollievo direi, continuammo a parlare, mi aprii a lui raccontandogli delle mie non esperienze e del fatto che ero vergine, di come mi sentissi e di cosa andavo in cerca con il desiderio di trovare una persona che andasse al passo con i miei tempi. Forse fu li che commisi il mio primo errore. Sta di fatto che la serata continuava intrisa di parole e di risate, di battute e di frecciatine a volte anche maliziose. Attraverso una risata su una battuta autoironica Fede mi poggio una mano sulla coscia. In un solo attimo io diventai incandescente, non avevo il coraggio di chiedergli di toglierla, ne tanto meno mi sembrava il caso di toglierla da me, anche perché per me sarebbe stato un controsenso, in fondo lui iniziava ad intrigarmi e non mi era indifferente il suo tocco. Lui stesso mi chiese se mi dava fastidio, io gli risposi di no, ma allo stesso tempo gli precisai che ero piuttosto nervoso. Tremavo in quel contesto e questo diede a lui la possibilità di accorgersi di ciò e di giocare di astuzia dicendomelo e abbracciandomi. Sapevo che mi stava sfuggendo la situazione dalle mani, che non avrei potuto più controllare le situazioni che si evolvevano cosi decisi che era meglio terminare l’appuntamento li. Lasciare tutto in sospeso anche per darmi il tempo di metabolizzare quello che era successo.[…]

[…]Mi avvicinai a lui porgendo la mia guancia, volevo evitare di sottopormi alla prova del bacio. Non ero ancora pronto per questo, troppe emozioni, tensioni, ansie tutte in una volta. È vero non lo ero io, ma lui a quanto pare lo era già da tempo. Il primo bacio fu dato in guancia, a cui doveva seguire il secondo per consuetudine di noi maschietti che ce ne diamo sempre due. Il secondo non andò a buon fine, o forse ci andò anche troppo. Fermò il mio atto di volgermi per far aderire la guancia alla sua e con la sua bocca cercò la mia. La trovò e mi diede un bacio senza staccare le sue labbra dalle mie. Mi sentii morire e rinascere nello stesso momento, era arrivato quindi il momento, la prova del bacio era stata decretata. La mia più grande paura, quella di non saper baciare bene, si sarebbe concretizzata in due secondi e lui sarebbe scappato senza tante storie. Nello stesso istante in cui tutti questi pensieri affollavano la mia mente un calore intenso pervadeva il mio corpo, il mio membro iniziava a pulsare e io sentivo che le mie labbra si stavano fondendo alle sue. Pensai solamente "assecondalo, oramai ci sei dentro quindi tanto vale viverti il momento". Fu cosi che io diedi il mio bellissimo primo bacio. Labbra contro labbra e poi a cercare la lingua, totalmente in estasi con gli occhi chiusi e vagante. La mia mente era vuota, forse pure la sua(vabbè la sua lo è sempre stata solo che ho tardato ad accorgermene) il vuoto era attorno a noi, io e lui non eravamo più materia eravamo puro istinto, eravamo dolci labbra. È stato il lasso di tempo più lungo e più corto vissuto, un lasso di tempo di cui non so dare determinatezza temporale e in cui non so dire come lo percepii. So solo che quando le mie labbra si staccarono dalle sue e io riaprii gli occhi, ancora stordito da quel turbinio di emozioni, il mio unico desiderio era ripetere nuovamente quella sensazione o quelle sensazioni. Forse per la bellezza dell’atto, forse per incredulità di averlo davvero fatto. Lui probabilmente capì cosa mi passava per la testa, o semplicemente aveva anch’egli voglia di riprovare cosi mi prese la testa con la mano da dietro e la riavvicinò verso le sue labbra. Siamo stati cosi per un po’ di minuti, non so bene quanti, e quando io mi scostavo per avere comunque una connessione con la realtà del momento lui non mi dava il tempo di scappare perché mi riagganciava a lui. I nostri baci e i nostri abbracci erano dolci con tratti anche più intensi e violenti trasportati dalla passione e dall’estasi. Cosi avvenne il mio primo bacio, cosi si schiarì parte del mio cielo cupo intriso di nuvole composte da fobie lasciando trapelare un po’ di cielo azzurro, ma anche quel poco aveva una luminosità cosi intensa da abbagliare gli occhi di chiunque. Ero estremamente felice fosse accaduto quell’incrocio di labbra, mi piaceva davvero tanto quel contatto e le sensazioni che regalava, ma la serata ancora era lunga e i miei amici, ignari di ciò perché sicuri delle mie parole(“ci scambio quattro chiacchiere e vi raggiungo”), chiacchieravano tranquilli non sapendo che vicino loro un’auto divampava di passione…

Questa è stata in conclusione l’esperienza del mio primo bacio, la paura prima che accadesse perché ti senti sempre non all’altezza di farlo, l’annullamento dei pensieri quando viene dato/ricevuto, il turbinio di emozioni quando te lo stai gustando. Il bello di tutto ciò è che per ogni storia che ti accingi ad affrontare parte di questi passaggi si ripetono, ricreando in maniera intatta la stessa emozione, come se fosse sempre il primo, l’intensità di ciò che si prova dandolo e ricevendolo è sempre enorme tanto da sentirti brillo di vita giocando con la contrastante sensazione fra l’ acutizzazione dei sensi e il perfetto annullamento degli stessi.

Alla prossima!

Gianni