Racconti Brevi - Basta semplicemente parlare

Racconti Brevi



Basta semplicemente parlare


Ho tutto, non mi manca nulla, eppure l’amore è una di quelle cose che ancora non posso dire di aver vissuto e quindi, in qualche modo, mi sento insano. Da piccolo ho preferito aspettare di raggiungere una età matura prima di lasciarmi andare alle pulsioni del cuore, poi, da maturo, ho preferito lanciarmi sul lavoro e adesso che mi sento pronto non c’è nessuno che sembra accorgersi del mio cuore aperto. Eppure quando scappavo dall’amore c'è stato chi avrebbe fatto carte false per avermi, addirittura, non molto tempo fa, un uomo grassoccio con i capelli bianchi e sulla settantina, uno dei clienti per cui la mia agenzia aveva commissionato un lavoro, mi ha offerto dei soldi, e tanti pure, ma ho rifiutato. Non mi piaceva e poi non potevo concedermi così dopo tanto aspettare, ma adesso che voglio innamorarmi sembra che nessuno mi veda.


Come mai abbia decido di lasciarmi catturare dall’abbraccio di Eros? Beh! La colpa di tutto questo è di un mio collega che giorno dopo giorno ha saputo intrigarmi e fammi innamorare di lui, ma adesso che ha capito di avermi tra le mani, quasi mi evita. Ovviamente parliamo ancora adesso perché il lavoro ci obbliga a farlo, però non è più come quando io mi tenevo sulle mie, e non gli davo  la possibilità di andare oltre ad una semplice comunicazione lavorativa, ma lui ha insistito, riuscendomi, alla fine, a rubare un appuntamento per uscire con lui lo scorso sabato.

Mi ha portato a bere un ottimo vino in un locale che aveva aperto da poco e lì ha cominciato a farmi una serie di domande atte a farmi crollare. Mi voleva e lo percepivo, ma io ero sempre sulle difensive, ma alla fine della serata, è riuscito a farmi cadere e a baciarmi sul sedile dell’auto. Quella sera aveva insistito affinché fosse lui a passarmi a prendere a casa. Inizialmente non volevo, sono sempre stato un tipo indipendente e quindi mi muovo sempre da solo in modo tale che se mi annoiassi, lascio tutto e tutti e me ne vado senza dover dipendere da altri e tanto meno rovinare la serata agli amici con cui uscivo. Ma con lui non sono riuscito a dire di no, e benché ci avessi provato più volte a convincerlo del contrario, lui è stato irremovibile e alle ventidue era sotto casa mia. Anche in macchina avvertivo le sue intenzioni e se da un lato mi infastidiva, dall’altro mi eccitava quell’aria nuova. Quindi di ritorno a casa, prima che scendessi dall’auto, mi sono avvicinato a lui per salutarlo con i tipici baci sulle guancie, ma lui villanamente, s’è girato di scatto e le nostre labbra si sono incrociate. Ė stato bellissimo, ma tornando sulle mie, mi sono distaccato e sono sceso dall’auto dicendogli semplicemente a lavoro. Sulle scale ho ricevuto un sms. Era suo e mi scriveva “Finalmente ho sentito il calore delle tue labbra.” Non ho risposto e non l’ho visto né sentito fino a lunedì. Dopo un mio iniziale imbarazzo, l’ho salutato e ci siamo messi a lavoro. Mentre eravamo chini sui nostri fogli, mi sono sentito sussurrare “Penso ancora alle tue labbra”. Quella frase mi ha fatto perdere il controllo e ho iniziato a diventare rosso in viso e ad agitarmi. Lui deve essersene reso conto tanto da tornarmi a sussurrare qualcosa. “Non mi dire che adesso fai come tutti gli altri”, ancora una volta quelle sue parole mi hanno messo in agitazione e come ogni volta che sono agitato, neppure questa volta ho saputo rispondere. Lui deve avere interpretato queste parole come presunzione, tanto che da quel momento mi ha evitato e continua a farlo anche oggi. Però mi chiedo come fa a non capire che ormai pendo da lui? Ormai sono la sua ombra e poi in testa non faccio che ripetere quelle sue ultime parole. Che cosa avrà mai voluto dire? Cazzo! Cosa faccio adesso? Voglio tornare a baciare le sue labbra, però non so come dirglielo.

- Sei libero?

- Cosa? – e girandomi lo vedo bellissimo nel suo completo Armani che ricopre quel 1,80 di ragazzo dal pettorale sviluppato ma non troppo, occhi neri e barba lunga ma curata nel minimo dettaglio.

- Dove sei con la testa?

- No, scusa.. ero sovrappensiero.

- A cosa pensi?

- Beh..

- Tutto bene?

- Pensavo a te..

- Sì? Non lo avrei mai detto.

- Perché?

- Dato che dopo il bacio, mi hai completamente ignorato se non per parlare di lavoro?

- Cosa? Io pensavo che fossi tu a evitarmi

- Io? E perché mai?

- Non lo so.. pensavo avessi preso male il mio non risponderti

- Ma infatti è così. Ho creduto che sei come tutti gli altri?

- Che vuoi dire?

- Che sapendo che c’è un ragazzo che ti va dietro,  te la tiri.

- No, ma non è così.. Il mio comportarmi così è stato causato dal fatto che sono completamente disarmato, perché è la prima volta che permetto a un ragazzo di avvicinarsi in questo modo.

- Cosa? Stai scherzando?

- …

- Dai, stai scherzand.. Ah! Capisco

- Mi piaci perché hai saputo abbattere ogni mia barriera.

- Anche a me piaci, proprio perché mi hai permesso di abbattere la tua barriera.

- Quindi?

- Quindi... – dice avvicinando – Fammi smettere di desiderare le tue labbra e dammi un nuovo ricordo. Ci siamo baciati e mentre lo facevo, mi sono reso conto di quanto sono stato stupido a pensare che tutto questo.. eppure, a volte, basta semplicemente parlare per trovare la felicità.