L'angolo di P - Pietra sopra

Prologo

Ci siamo, inizia oggi la nuova rubrica "L'angolo di P" curata interamente da Gianni, sì proprio quel Gianni che ha anche aperto Racconti di vita.. gay. L'idea di affidargli questa pagina del mercoledì nasce principalmente per la grande stima che ho di lui, sia come amico, sia come persona in generale. L'angolo di P è una rubrica che gli darà modo di parlare di diversi temi apportandoli alla sua esperienza, ma non voglio aggiungere altro, lascerò che sia lui, con le sue parole, a raccontarvi bene di cosa si tratta.
Prima di lasciarvi, permettetemi di ringraziare ancora una volta Giovy che, anche per questa nuova avventura, ha realizzato una locandina nuova di zecca, in tempi davvero brevi, ma con la stessa professionalità di sempre.
Bene non mi resta che augurare un grande in bocca al lupo a Gianni e lasciarvi a "L'angolo di P" e ringraziare voi per il nuovo traguardo raggiunto da Il mio mondo espanso: 10.000 visite. Grazie

Francesco Sansone





Pietra sopra


   “Guardando indietro molti dei momenti più tristi della mia vita sono diventati i migliori, perciò devo essere felice! Già, andrà tutto bene, perché mai dovrei piangere?”

   Inizio questa nuova avventura, propostami dall’amministratore di questo blog con questa citazione. È la frase finale che pronuncia Calista Flockhart nei panni di Ally McBeal, nella serie tv omonima, serie a cui sono particolarmente legato, e ancor di più particolarmente legato alla figura di Ally cui mi ispiro e alla quale mi sento similare per certi versi, anche se purtroppo(o per fortuna, non sono riuscito ancora a capirlo) non sento la musica in testa come lei ma come lei ogni tanto ho immaginato di staccare la testa a morsi a qualcuno o di trafiggere qualcuno con un centinaio di frecce.
   Ritornando alla citazione, ha un qualcosa di profetico perché a guardar bene come ho condotto la mia vita e come adesso si sta evolvendo non posso che rendermi partecipe di questo sentimento ottimistico. Non sono una persona che può ritenersi completa, diversamente anzi dall’età anagrafica che mi porto dietro ,e alla quale si potrebbe pensare come ad un traguardo in cui si è scoperto gran parte dei meccanismi sociali e vitali a cui si è sottoposti, mi sento invece ancora un bambino che curioso di tutto ciò che lo circonda inizia adesso a sperimentare tutti i suoi sensi e le sue attitudini per capire dove può andare e come arrivarci a questa meta che è la piena maturità e la piena consapevolezza di sé; c’è chi mi definirebbe senza tanti giri di parole un fancazzista. Avevo pensato ad uno spazio che si rifacesse un po’ al lavoro condotto da Carrie Bradshaw, protagonista di “Sex and the City”(la mia vita è un’accozzaglia di serie tv!), ma forse non ho il suo stesso mordente e la sua stessa esperienza, quindi sia del sesso che della città che del sesso in città, ne parlerò poco, anche perché l’ho voluta dire pulita ma in termini spiccioli si scopa poco. Mi concentrerò a denudare la mia anima con le poche esperienze che ho accumulato e che vado via via accumulando (viva l’egocentrismo), cosi da vedere se con questa posso intrigare la mia e la vostra coscienza e magari rendere le parole di un povero pazzo “adulto”(ma chi voglio prendere in giro con sto aggettivo) uno spunto per creare un dibattito costruttivo su tutti i colori e le forme che la vita con le sue innumerevoli prove assume; credetemi l’ho scritta di mio pugno sta frase, non l’ho trovata in internet.  Posso dire di aver iniziato a mordere la vita credo due anni fa circa(ne ho 29 fate un po’ voi), forse per pigrizia, forse per paura, più la seconda che la prima, e fino a quella data ho solo dato alla mia vita il senso della sopravvivenza. Per chi come me ha voluto dare alla sua vita un percorso similare sa che arrivare al punto di svolta ha decretato anche fare i conti con il tempo perduto, pensando che avendo buttato all’aria quegli anni non sarebbero più tornati e cosa peggiore avrebbero compromesso gli anni a venire perché mancanti delle esperienze adolescenziali necessarie a formarsi in certi ambiti. Ebbene non è mai tutto perduto, la stessa citazione iniziale lo dice in effetti, e a questa mi lego in questo esordio tremolante, perché tutto ciò che risulta essere un momento triste, di sconforto, di dolore, può in effetti rappresentare un passo in più verso ciò che saremo in futuro se preso nel modo giusto. Come tutte le cose che la vita ci presenta non è mai facile fare i conti con l’ottimismo per far si che le cose vadano al meglio, ma bisogna pur sempre tentare, altrimenti ci si ritroverebbe in una sorta di sabbie mobili in cui pian piano veniamo inglobati e da cui sarà difficoltoso uscirne. Ad esempio il primo passo per iniziare a prendere a morsi la vita l’ho avuto proprio quando decisi con determinazione di dire al mio più caro amico che provavo un sentimento più grande dell’amicizia che in effetti ci legava, pur sapendo che non avrei potuto avere speranze perché lui “diversamente” da me è eterosessuale: è anche una grandissima testa di cazzo ma questo l’ho scoperto solo dopo. Sta di fatto che ovviamente la sua risposta ai miei sentimenti non fu ricambiata. Ricordo ancora come anche l’atto del passeggiare lungo la via in cui abito non era facile, i miei passi erano incerti, le mie mani che si sfregavano tra di loro erano sudate e la mia voce era incerta nel parlare anche perché volevo trovare parole giuste per dirgli ciò che mi stava accadendo senza farlo scappare lasciandomi da solo in quel viale che quel giorno mi sembrava troppo grande. Non ricordo bene come ho impostato il discorso ma ricordo che lui mi disse “qual è il problema, ovviamente non posso ricambiare i tuoi sentimenti, ma non ho nessun problema nel saperti …” non trovava la parola giusta, non sapeva se dire omosessuale, gay o qualcos’altro; nemmeno io a quel tempo sapevo che termine usare per darmi una definizione precisa. Iniziò volente o nolente un periodo di lacrime perché si sa anche se in questi casi si è coscienti della risposta, dentro di noi la speranza di un miracolo o di una clamorosa risposta inaspettata ci sta tutta. Sapevo che mi era amico, sapevo che dovevo esserlo anche io per lui, ma non riuscivo a chiudere a chiave il mio sentimento. Guardando oggi a quel momento contornato dai cuscini bagnati dalle mie lacrime posso dire che è stato il momento migliore della mia vita perché è stata la prima volta che ho dato sfogo realmente ai miei sentimenti senza nasconderli agli altri e a me. Mi ero per la prima volta non solo aperto a lui ma al mondo intero perché avevo decretato con questo discorso la mia accettazione al ruolo che giocavo in questa Terra. Dopo questo episodio iniziai a dire a molte delle persone che ritenevo importanti nella mia vita cosa mi stesse succedendo e che Gianni era anche un ragazzo che amava i ragazzi, rendendo più reale ai miei occhi ,al di là di quelli dei miei amici, la mia personalità e le mie inclinazioni. Ah quasi dimenticavo! Dopo qualche anno a questo amico è saltata la testa, parafrasando alla Ally McBeal, per dirla correttamente, l’ho mandato a cagare! Il nesso alla frase iniziale detta da quella pazza allucinata di Ally è che se si riesce a vedere con dolcezza anche ai momenti passati della vita , quelli più turbolenti, non si avrà di certo paura di ciò che il futuro può riservarci e anche se questo ci fa perdere parte del nostro mondo certo è ovattato per l’incerto sapremo cogliere anche in questo delle vene di colore inaspettatamente vivace.
   La maggior parte delle cose tristi che ci capiteranno in pratica, dopo averle metabolizzate, ci sembreranno un orgia di piacere! Ma se è vero ciò allora la mia domanda sorge spontanea(potrei pure evitarvela…ma anche no!!). È davvero la tristezza di ciò che si perde a farci capire che stiamo andando nella direzione giusta e che tutto può essere trasformato da yin in yang? E soprattutto, visto che una cosa triste e dolorosa può essere vista in qualcosa di positivo o costruttivo, non possiamo nel momento in cui ci capita determinarne subito un cambiamento di energia cosi da evitarci la metabolizzazione del momento? Ci risparmieremmo un bel po’ di lacrime, ora ci vuole, se riuscissimo a invertire il senso dell’esperienza dolorosa in qualcosa dai caratteri positivi, non credete? Se proprio volessimo far sfogare i nostri condotti lacrimali basterebbe, nel momento in cui vogliamo, prenderci a schiaffi o darci delle testate al muro!! Se avessi dato importanza al momento della mia confessione come al momento di una scoperto del mio Io sepolto forse non sarei stato poi cosi triste per la risposta negativa del mio “amico”.

   Per oggi credo di essermi presentato al meglio (quindi al peggio per la teoria dell’inversione), volevo solo dare un tributo a questo personaggio tv a cui sono particolarmente legato (Ally McBeal qualora vi abbia fatto confondere!!), perché come lei sono sempre alla ricerca dell’amore e anche se finge/o di vivere la vita con molto pessimismo, in effetti è/sono un’/un inguaribile ottimista.