Un nuovo mondo - 78 Puntata




78^ Puntata

Fabrizio
Questa mattina all’università ho avuto solo due lezioni, anche se  la prima è iniziata alle 8. Io, Daniel e Biagio eravamo ancora addormentati e anche Massimo, che ha deciso di ritrasferirsi di nuovo in città iscrivendosi all’università di lettere, era nelle nostre stesse condizioni quando ci siamo visti per fare colazione. Finite le lezioni, raggiungo Andrea al negozio per pranzare assieme.
-          Ciao Fabrizio – mi saluta sorridendo Samuele
-          Ciao, come va?
-          Come al solito, il casino di sempre
-          Posso immaginarlo. Dov’è il capo?
-          Nel suo ufficio
-          Lo raggiungo. Ci vediamo dopo
-          A dopo – e busso alla porta dell’ufficio
-          Posso? – dico aprendo la porta
-          E lo chiedi? Per te la porta è sempre aperta
-          Che onore
-          Dai vieni fatti baciare – e ci scambiamo un lungo bacio – Come è andata in facoltà?
-          Pesante… non tanto per le lezioni quanto per l’alzataccia
-          Poverino, vieni qua che ti coccolo un po’. – e inizia a massaggiarmi le spalle – Va meglio?
-          Sì, molto… mi sto anche eccitando
-          Facciamolo! – mi dice eccitato
-          Meglio di no!
-          Perché no? – sbotta togliendo le mani dalle spalle – Ė da quando siamo tornati insieme che non lo facciamo. Non ce la faccio più ad andare avanti a forza di seghe. Quando mi hai chiesto di aspettare, ho accettato perché capivo che avevi bisogno di tempo, ma sono passati 9 mesi e io non ce la faccio più.
-          Forse hai ragione, ma…
-          Ma cosa? In 9 mesi non sei ancora riuscito a fidarti di me?
-          Sì, questo sì. Però..
-          Cosa. Spiegamelo, perché non riesco a capirlo.
-          Ho paura che facendolo poi…
-          Poi?
-          Ti riparta l’ormone e tu voglia farlo con chiunque
-          Stai scherzando, vero?
-          No – dico come un bambino che viene scoperto dopo aver rotto un vaso della mamma
-          Oddio, sei serio – e dicendolo scoppia a ridere e io con lui.
-          Hai ragione, sono uno scemo – dico cercando di tornare serio – Ma ho paura di perderti di nuovo
-          Fabrizio te lo giuro, non ti farò mai più una cosa del genere. Sei più importante di qualunque cosa e la mia mano, ormai piena di calli, te lo può dimostrare
-          Ti sono venuti i calli alle mani? Ma quante volte ti masturbi al giorno?
-          Sapessi… – e torniamo a ridere.  Intanto da fuori qualcuno bussa alla porta. Ė Samuele
-          Capo sono le 13.
-          Sì, andate pure.
-          E voi restate qui?
-          Sì, ho portato il pranzo – dico
-          Che fidanzatino premuroso – dice Samuele con uno sguardo che sta ad indicare “mica sono lo scemo del villaggio”
-          Dai vi accompagno e chiudo la porta. - Dopo cinque minuti, Andrea ritorna da me - Allora dove eravamo?
-          Stavamo per fare l’amore
-          Davvero?
-          No, però neppure io ce la faccio più a masturbarmi
-          Hai visto il mio porcellino?
-          Vieni qua che ti dimostro quello che so fare
-          Sì, ho bisogno che me lo mostri perché non mi ricordo più
-          Allora vieni qua che ti faccio fare mente locale – e ci stendiamo sulla sua scrivania, lasciandoci andare alla nostra voglia per troppo tempo repressa.

***

-          Come ti senti? – mi domanda Andrea dopo aver ripreso fiato
-          Bene. Mi sento bene. Mi mancava il tuo corpo
-          Anche a me. Sono innamorato di te e solo con te fare l’amore è amore.
-          Sì, è vero.
-          Hai fame?
-          Un po’
-          Allora cosa hai portato di buono?
-          Veramente…
-          Cosa?
-          Nulla
-          Nulla? Ma a Samuele hai detto che avevi pensato tu al pranzo?
-          Lo so, ma era una bugia per non dover dare spiegazioni del perché restavamo qua
-          Sei tremendo lo sai?
-          Sì – dico chinando il capo.
-          Dai vestiti. Vediamo se riusciamo a trovare qualcosa alla tavola calda.
-          Speriamo. Ho una faaaame
-          Ho una faaaame
-          Smettila di farmi il verso
-          Vieni qua – mi dice tirandomi a se’ – Ti amo proprio perché sei così
-          Così come?
-          Speciale. Sai spiazzarmi perché sai essere dolce come nessun altro. Sono fortunato ad averti accanto. Ti amo – e senza rendercene conto riprendiamo a baciarci e a fare l’amore.

***

-          Mamma mia che mangiata. Però dopo tutta quell’attività fisica ci voleva, non credi?
-          Hai ragione Andrea. Siamo stati davvero fortunati che alla tavola calda fosse rimasto ancora qualcosa e che ce l’abbiano portata fin qui.
-          Oh cazzo, sono quasi le 4. Tra poco arriveranno i ragazzi, è meglio sistemarci.
-          Hai ragione
-          E cosa fai nel pomeriggio?
-          Vorrei incontrare Daniel
-          Ma non vi siete visti questa mattina all’università?
-          Sì, però è da un po’ di tempo che non è più quello di una volta
-          Pensi stia ancora male per Manu?
-          Questo non lo so, però ultimamente è così diverso. Passa quasi ogni sera fuori casa a troieggiare con chiunque, e non è da lui
-          Be, credo che sia un modo per dimenticare tutto quello che gli è passato
-          Ma non avrei nulla da dire se sapessi che questo lo fa stare bene, ma ho come l’impressione che questo modo di vivere lo stia solo facendo soffrire di più.
-          Se è così, credo che dovremmo stargli vicini più del solito.
-          Lo credo pure io.

Continua…
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani