Ricerca nel buio

Premessa dell'autore

Una storia, quella che segue, che è stata scritta tutta di getto in pochi minuti, ispirata  mentre studiavo letteratura araba un po' di anni fa. Protagonista di una ricerca sfrenata, per ritrovare il proprio figlio, è una mamma come altre che, nella disperazione, trova la forza di non arrendersi alla fatica. "Ricerca nel buio" è un racconto da leggere tutto in un fiato, anche perché la scrittura e la storia vi impediranno di distogliere la vista dal testo.
Buona lettura
Francesco Sansone



"Ricerca nel buio" di Giovanni Trapani


Ricerca nel buio

- Tommasino! Tommasino mio, dove sei?

Queste parole risuonano nella pioggia battente di quella notte fredda di pieno inverno.
Solo una figura disturba la serenità della notte, è una mamma in preda alla disperazione che, in gesti convulsi dettati dalla paura, si inoltra fra gli alberi di quel terreno.

- Tommasino! Tommasino mio, dove sei? E' la tua mamma che ti chiama. Rispondimi.

Cammina senza guardare il sentiero. Cammina sola, accecata dalla paura. Piange quella donna, piange come mai fatto prima.
Al suo passare sembra che tutto quel mondo si spenga, come se si rifiutasse di vedere quella poverina, come se preferisse restare silente piuttosto che rivelarle un'amara verità.

- Tommasino! Tommasino mio, dove sei? E' la tua mamma che ti chiama. Rispondimi piccino mio.

Niente! Nessuno risponde, anche i gufi tacciono a quel richiamo.
Continua a vagare disperata. Cade, ma si rialza senza perder tempo e continua la sua ricerca. Cammina, cammina. Il suo vestito è strappato dal ramo di un albero. Sembra quasi che la voglia fermare per non far aumentare il suo dolore.
Tutti sanno quello cosa è successo, l'unica inconsapevole è lei, che continua a gridare, a piangere, a sperare.

- Tommasino! Tommasino mio, dove sei? E' la tua mamma che ti chiama. Rispondimi piccino mio. Sono qua, sono la tua mamma.

Vaga tutta sporca, stracciata, infreddolita, ma protetta dal suo calore materno, acceso ora più del solito. Va avanti e grida quel nome che lei stessa scelse per il suo bambino dagli occhi verdi, capelli biondo oro e pelle rosa come le rose primaverili che quel terreno ogni stagione regalano e che lei raccoglieva con il suo Tommasino.
Vaga senza guardare avanti, i suoi occhi vedono solo quel figlio disperso nei suoi giorni felici, in cui giocava con gli animali della fattoria. I miei cuccioli è così chiamava le mucche, gli asini, i cavalli e tutti gli altri ospiti della fattoria.

- Tommasino! Tommasino mio, dove sei? E' la tua mamma che che ti chiama. Rispondimi piccino mio. Sono qua, sono la tua mamma.

Il suo lungo camminare è finito, il suo bimbo ritrova. Anche lui è tutto sporco di fango, con i vestiti strappati e il sangue fuoriuscente dal corpicino, o meglio, da ciò che rimane dopo che quella bestia feroce si è scagliata su di lui. La donna compie due passi ancora e lo raggiunge. Lo prende in braccio e torna indietro per quello stesso sentiero.
Lo accarezza, lo stringe a se', lo bacia. Lui dorme e non si sveglia.
Giunge a casa. Lo lava, lo prepara per la notte e lo mette a letto. Rimane la, tutta sporca e stracciata, seduta ai piedi di quel talamo. Si addormenta.

- Tommasino! Tommasino mio. Dove sei? E' la tua mamma che ti chiama. Rispondi piccino mio. Sono qua, sono la tua mamma.
- Eccomi mamma, eccomi! Dai vieni, giochiamo.
- Arrivo piccino mio.



*L' illustrazione "Ricerca nel buio" è stata creata appositamente per il racconto da Giovanni Trapani a cui va un ringraziamento speciale. 
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