L'ala ritrovata
Premessa dell'autore
Questo racconto è davvero diverso da quelli fino ad oggi pubblicati. Fra parabola e favola, la storia vuole dimostrare che in un giorno qualunque in un posto attretanto qualunque, la nostra vita è destinata a cambiare, a volte in peggio e a volte in meglio. In questo caso, l'arrivo dell'amore segna la fine di un periodo di vuoto, di solitudine, di mal d'anima che a volte ci accompagna nella quotidianità senza mai palesarsi a noi stessi.
Buona lettura
Francesco Sansone
Vagavo senza meta lungo una strada larga e deserta. Non ero triste, ma neppure allegro. Sentivo soltanto un vuoto dentro a cui non sapevo dare una ragione e non riuscivo a capire da cosa fosse generato. Mi sentivo solamente privo di un qualcosa, ma non sapevo cosa.
Benché la pioggia da poco avesse smesso di scontrarsi contro la mia testa, le sue gocce erano ancora sulla strada dando vita a piccole pozzanghere. Continuavo il mio cammino, tenedo il capo abbassato e guardando l’asfalto sotto i miei piedi, quando fui colpito dal riflesso generato da una delle tante chiazze d’acqua.. In essa, infatti, c'era un arcobaleno che risplendeva e soffermandomi a guardarne i colori, rimasi scioccato nel guardare la mia immagine, non certo per presunzione, ma per il semplice fatto che vidi uscire dalle mie spalle una sola ala tutta bianca. Sì, proprio così, una sola ala. Non riuscivo a capire come mai.. di solito le ali sono due e io invece ne avevo una, come era possibile? Alzai lo sguardo dalla pozzanghera per poi ricalarlo. ma niente, l'ala era lì e sempre sola.
Ripresi a camminare senza distogliere i miei pensieri da ciò che avevo da poco visto. Vidi un'altra pozza d'acqua e mi ci rispecchiai. La stessa visione.Sempre e solo un’ala. Continuai il cammino per arrestarlo subito alla pozza seguente e la visione era sempre la stessa. Ero incredulo e forse per questo volsi lo sguardo al cielo, come se volessi avere uan risposta da qualcuno, ma chi poi? Ma il mio stupore continuò a crescere quando, tornando a guardare la strada, vidi che le ali erano diventate due. Sì proprio così, due ali, ma il mio stupore non svanì, bensì aumentò nel vedere che le due ali non erano mie. Solo una apparteneva a me, l'altra apparteneva a un ragazzo dai tratti delicati, occhi belli da benedire, sorriso puro e sensibile, che mi disse:
- Sei tu!
- Che vuoi dire? - chiesi, mentre una strano benessere avvolgeva tutto il mio corpo.
- Sei tu, la mia ala perduta. Eravamo assieme nella nostra vita passata, ma un giorno senza un perché ci siamo persi. Tuttavia questo perdesi era destinato a svanire e noi ci saremmo ritrovati un giorno. Adesso quel giorno è arrivato.
Quelle parole fecero aprire in me una voragine nei miei ricordi portandomi a vedere i momenti accanto alla mia ala, accanto a quel ragazzo che possedeva l'altra parte di me, e ricordai tutto.
- Amore, sei tu?
- Sì amore mio, sono io - detto questo si avvicinò e stringendomi a se', afferrò la mano e iniziammo a volare verso il cielo che ci avrebbe ospitato nel suo infinito azzurro per tutta l'eternità.
(Antonella) è bellissimo....e anche dolcissimo
RispondiEliminagrazie Antonella... sono contento ti sia piaciuta ^___^
RispondiElimina