Quell' amore
Introduzione dell'autore
Nuovo appuntamento con la lettura. Oggi esco dal tema affrontato in questi due giorni, ma rimango sempre nella contemporaneità, benché questa storia è stata realizzata tempo fa(ma mi chiedo sono un precursore o le cose a sto mondo no cambiano mai?? boh!) e racconta, senz nessuna presunzione una realtà, non per forza di ognuno, ma pur sempre una sfacettaura di questo mondo che a me piace vedere arcobaleno. Protagonisti sono una ragazza, il suo amico e di lei genitori colpevoli ognuno a modo loro del loro della loro figlia.
Buona lettura
Francesco Sansone
Qell'amore
Questa è una storia come tante, che può sembrare bella o brutta, oppure lasciare nel lettore una dolce tenerezza o amaro fastidio. Non lo so. Ciò di cui sono certo è che si tratta di una storia la cui narrazione è obbligatoria…
In una città del sud Italia, vive una ragazza di nome Ilaria, che come molte sue coetanee sogna di diventare qualcuno. La sua maggiore paura è quella di finire come una compagna di scuola che, a soli sedici anni, ha dovuto abbandonare gli studi per svolgere il ruolo di mamma, o meglio per indossare il ruolo di “bambina che cresce altri bambini”, è questo che lei dice quando parla di Sandra.
Ilaria pensa solo a studiare, per andarsene dalla propria città natale e andare a vivere altrove, magari in uno di quei paesi dove si parla inglese o francese, lingue che lei studia con passione. Per questa sua voglia, la ragazza, ormai prossima alla maturità, non cerca di stringere nessun legame né con i suoi compagni e compagne di scuola né, tanto meno, con quelli di classe che, secondo lei, rallenterebbero il raggiungimento del suo scopo. Tuttavia solo una persona riesce ad entrarle nel cuore: il suo compagno Leonardo, il quale condivide lo stesso sogno di diventare qualcuno, lontano dalla sua realtà abituale, ma per altri motivi. Infatti, a differenza di Ilaria, che vuole realizzarsi per fuggire dalla sua famiglia e, principalmente, da un padre che, per un bicchiere di vino in più nelle vene, troppe volte dimentica il suo ruolo di marito e di padre, rompendo e picchiando tutto e tutti, Leonardo vuole diventare qualcuno solo per non trovarsi a disagio nel non saper cosa risponde a chi gli grida <> e, soprattutto, per vivere una vita come tutti gli altri. Una vita normale, ma non come la intende la società, bensì secondo la sua personale definizione di normalità.
Si ritrovano ancora assieme i due, quando iniziano i corsi del primo anno d’università e, anche in quest’ambiente, non permettono a nessuno di penetrare nel loro cammino. Non fanno amicizia durante le lezioni e non invitano nessuno per studiare con loro, nei pomeriggi. Le giornate di studio iniziano alle 15:00 e si protraggono fino alle 20:00 con piccole pause ogni due ore per concedersi una tazzina di caffè e una sigaretta in cui si lasciano scappare confessioni e qualche chiacchiera, per poi tornare chini sui libri. Quando parlano, i due amici, immaginano le proprie vite fra caffè letterari e convegni . Non discutano mai di amori o di avventure, non le vogliono, non ci pensano neppure.
I giorni che anticipano il grande evento della discussione della tesi, sono vissuti dai ragazzi con forte emozione. Sono felici perché, ormai, sono prossimi a raggiungere il loro sogno. Continuano a studiare incessantemente. Ed è proprio in uno di quei pomeriggi di studio che inizia la storia di cui voglio informarvi.
Quel giorno Ilaria era coperta dalla testa ai piedi, benché la primavera da un bel po’ aveva bussato alle porte dei siciliani.
Il caffè stava sopra al fornello, e, col suo profumo, impregnava la cucina. Leonardo prese due tazzine nelle quali versò due cucchiaini di zucchero, uno per tazza, quando, girandosi, vide la sua amica un po’ curva su di sé con i capelli sciolti che le coprivano lo sguardo.
- Che hai? - chiese Leonardo stranito dalla visione.
- Nulla! - rispose Ilaria con un tono per niente convincente. Leonardo le si avvicinò e allungando il braccio le sfiorò la spalla. La ragazza si alzò in piedi con un salto rapido e restò ferma tremando davanti al suo amico, il quale, nella sua stessa posizione non riusciva a pronunciare nemmeno una semplice parola.
Restarono cosí per un tempo non calcolabile fino a quando l’odore del caffè e il fischiettio della caffettiera non fece muovere il ragazzo. Versata la bevanda nelle tazzine, queste restarono lì fissate da Leonardo. Il silenzio continuava, il ragazzo aveva capito. Stava male. Sentiva lo stesso dolore che Ilaria aveva dentro.
Un grido, seguito da un tonfo, pose fine la silenzio. Il ragazzo si girò velocemente e vide Ilaria in ginocchio che piangeva e diceva, senza prender fiato, - Perché…perché…perché -. Leonardo si adagiò su di lei e la strinse forte, non lasciandola andare, benché la ragazza desiderasse liberarsi. La presa era talmente forte che costrinse Ilaria e cedere e a stringersi all’amico seguitando a piangere.
La sera precedente, Ilaria, come ogni sera stava ripetendo la sua tesi, quando la porta della sua camera – che fino a quell’istante era stata per la ragazza la linea di confine con la sua famiglia – fu spalancata e sbattuta contro il muro, lasciando entrare quel padre talmente ubriaco che iniziò a inveire contro la figlia. Ilaria era terrorizzata e lo intimava di uscire, ma lui non demordeva, anzi, si avvicinava sempre di più alla figlia iniziando a strattonarla e picchiarla facendola cadere sopra il letto. Quando l’uomo la vide in quella posizione iniziò a sbottonarsi i pantaloni lasciandoli cadere lungo le gambe. Con violenza strappò gli abiti della figlia per proseguire in quel gesto che non fa più di un uomo un padre, bensì un animale.
- Perché? - continuava a chiedersi Ilaria mentre veniva sodomizzata da quell’uomo che l’aveva cresciuta e portata al parco. Ilaria smise di lottare spalancando gli occhi e guardando un punto fisso, sperando che quell’ incubo terminasse presto, mentre il padre le sussurrava con affanno animalesco di non avere paura, e che il papà l’amava tanto. Al termine di quella furia cieca, l’uomo si alzò, si tirò su le braghe e uscì. Tutti i suoi movimenti furono seguiti da uno sguardo morto e lacrimante che Ilaria aveva acquisito. La ragazza restò ancora più ferita nel notare che la madre era rimasta li immobile alla soglia della porta.
- Passerà - disse la donna alla sua bambina e poi uscì seguendo il consorte che intanto le gridava di raggiungerlo. Ilaria si alzò dal letto, si recò in bagno, aprì i rubinetti della doccia entrandovi per togliersi dal corpo tutto “quell’amore” del padre.
L’abbraccio tra Leonardo e Ilaria si protrasse fino al momento in cui il ragazzo disse che era necessario recarsi al più vicino distretto di polizia.
- Come potrei…come potrei denunciare colui che mi ha dato la vita?
- Nella stessa maniera con cui te l’ha sottratta!- fu la risposta di Leonardo il quale è uno di quegli esseri umani che non riesce a sopportare i soprusi e tanto meno i torti compiuti contro gli innocenti. È questo il motivo per cui il ragazzo costrinse l’amica a farsi giustizia.
Tornata a casa, Ilaria era assieme a Leonardo e a due poliziotti che, senza esitare, prelevarono l’uomo. Leonardo notò come la madre della sua amica guardava la figlia e ascoltò ciò che le gridava
- Sei la rovina della famiglia! Me l’hai distrutta! Che tu sia maledetta! Leonardo prese una valigia dalla camera di Ilaria e vi mise quattro vestiti. Prendendo per mano la sua amica uscirono da quella casa. La notte la trascorsero dormendo l’uno accanto all’altra nel letto del ragazzo.
Passano anche gli ultimi due giorni e i due si laureano e, dopo i festeggiamenti, come se si trattasse di un ricevimento di nozze, si dirigono all’aeroporto per prendere l’aereo che li avrebbe portati a vivere la loro esistenza. I due amici solo tre volte torneranno in Sicilia, per assistere al processo del padre di Ilaria.
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