Lei

Premessa dell'autore

Non so se vi sia capitato mai di camminare per strada ed essere attratti da qualcuno senza nessuna ragione e inziare a immaginare come sia la vita di quel qualcuno. A me capita spesso e il racconto che segue, nasce proprio da un momento del genere. Ero sopra un autobus e guardando fuori dal finestrino, fui catturato da una donna e venni invaso da una sensazione di pena, di desolazione, di malessere morale e iniziai a pensare come mai quella donna piccina, vivesse la sua giornata. Ciò che si è generato nella mia testa è riportato nel racconto che pubblico oggi e ogni volta che lo leggo, non posso evitare di rivivere quelle sensazioni che vissi più di cinque anni fa.
Buona lettura
Francesco Sansone

Lei

Un nuovo giorno stava sorgendo e con esso l'inverno giungeva nelle case degli esser umani che si preparavano a vivere il nuovo giorno. In molte di queste madri preparano colazioni a figli ancora dormienti, mogli osservano mariti affaccendati per non far tardi a lavoro, fidanzati che si svegliano rimanendo a letto abbracciarti l'uno all'altro. La città si svegliava, dunque, in vista del giorno di una nuova stagione. C'è anche Lei che guarda il nuovo dì. Sta da sola seduta al tovalo di fronte la sua tazza di latte e le sue tre fette biscottate, dando le spalle al televisore acceso che le comunica le ultime notizie di cronaca. Per Lei nulla è diverso da ieri, così come ieri non era diverso dal giorno precedente che, a sua volta, non era diverso da un qualsiasi altro giorno della sua vita. E' sempre stata sola Lei, vivendo una vita che non avrebbe mai sognato di vivere, ma che purtroppo non ha potuto evitare a causa della gente che evitava Lei. Lei non è bella, non è grassa e non è magra, non è né alta né bassa, Lei è solo Lei... insignificante. E' così che la nominavano in classe i compagni ed è così che la nominano i suoi colleghi di lavoro. E' insignificante come il suo abito marron scuro, la sua acconciattura arruffata, la sua postura cadente, il suo cedere pendolante. Nessuno cercava e cerca Lei. L'unica che cerca qualcosa è Lei, ma non trova niente se non quella nominazione che legge sulle labbra e sui visi di chi le passa accanto perseguitandola da tanto tempo, anzi da sempre. Lei non parla perché gli altri non la vogliono ascoltare. Eppure ne avrebbe di cose da raccontare, se solo qualcuno l’ascoltasse, forse, potrebbe capire che Lei infondo non è così insignificante. Ma nessuno le parla, nemmeno se stessa, a volte, parla con Lei. Il perchè non mi è dato sapere, è sempre stato così. Forse ci si nasce o forse qualcuno decide che alcuni di noi debbano vivere da morti o ermaginati in questo mondo senza una apparente ragione.
Finita la prima colazione, si alza, mette la tazza sul lavandino e si dirige silenziosa come sempre verso l'appendino dove prende il paltò, lo indossa e chiude quella porta anch'essa silenziosa dietro di se' e inizia il suo cammino. A un certo punto si ferma, osserva una vetrina. C'è un abito, vorrebbe comprarlo, ma poi parla con se' e dice:
- sarebbe invisibile su di me e nn sarebbe giusto dargli questa pena,
si rigira e riprende il cammino.
Arriva a lavoro e vede i colleghi salutarsi tra loro, fa lo stesso Lei, ma nessuno le risponde e sospirando cammina verso il suo armadietto, indossa il suo camicione e inizia il lavoro.
Lei è stanca quando finisce, ma non tanto per il lavoro, quanto per il suo esser insignificante, percorre lo stesso iter del mattino. Saluta tutti, ma tutti non salutano Lei. Arriva a casa, apre la porta, la chiude alla sue spalle e si ferma dinanzi allo specchio. Si fissa e a Lei dice "insignificante". Va in cucina, prepara la cena e si prepara a vivere l'ennesima serata insignificante della sua vita sola con Lei.
Va a letto e come ogni sera piange, piange a lungo, piange tanto, ma nessuno l'ascolta e mai l'ascolterà, perché il pianto di un'insignificante è difficile d'ascoltare se non per chi è insignificante come Lei.