Letta a Sochi: perché si ci è meravigliati?



Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
“Ho preso questa decisione dopo una consultazione con il presidente della Repubblica, il ministro dello Sport e il presidente del Coni. Riteniamo che questa presenza sia utile per sottolineare soprattutto la candidatura italiana di Roma alle olimpiadi del 2024, cui crediamo tantissimo. Bisogna essere a Sochi per cominciare a far marciare questa candidatura”

Con queste parole il presidente del consiglio italiano, Enrico Letta, ha giustificato la sua presenza all’apertura delle olimpiadi 2014. Ovviamente in molti, soprattutto i membri della comunità LGBTQ, hanno esternato il proprio disgusto di fronte a tale decisione. 



La Russia, ormai è inutile ripeterlo, è lo Stato in cui è stata approvata una legge contro la propaganda omosessuale e che, dal suo emendamento, ha generato vittime per opera di “uomini” che hanno picchiato, violentato, torturato altri Uomini solo per il loro orientamento sessuale. Molti Paesi hanno espresso la propria contrarietà verso questa indegna e vigliacca legge – che purtroppo trova seguaci anche nel resto del mondo – e non solo tramite gli esponenti delle associazioni omosessuali, ma direttamente dai Capi di Stato. 
Lo Stato italiano, ovviamente, non s’è mai espresso apertamente condannando tale situazione, anzi non s’è espresso affatto, ma questo non stupisce dato il livello con cui si affronta la questione diritti civili… basti pensare che ancora non c’è una legge e che quando se ne parla si pensa a tutelare gli omofobi. 
Fra i vari Giovanardi, Bonanno, Binetti, Berlusconi, Santaché, Biacofiore e altri parlamentari sia di destra che di centro che di sinistra, che ogni giorno preferiscono occupare le pagine dei giornali per qualche frase contro i gay che per i meriti svolti in parlamento, mi chiedo perché tutti quanti ci siamo meravigliati nell’apprendere che il presidente del consiglio (il minuscolo è voluto e non casuale) abbia deciso di andare a Sochi. In fondo lo ha detto palesemente: andare lì era importante per far capire l’intenzione che il nostro Paese ha di ospitare le prossime Olimpiadi. 

Poco importa che questo gesto abbia fatto passare il concetto che interessi di tipo economici siano più importanti di dare sostegno a una parte della popolazione italiana, quella stessa parte che contribuirà, con i soldi versati allo Stato, a finanziare gli eventuali costi per organizzare i giochi olimpici.
Poco importa se ancora una volta si dà il messaggio che prima dei diritti vengono gli interessi economici. 
Poco importa se ancora una volta si fa passare questo Paese come fanalino di coda che non sa appoggiare una lotta che sa tanto di persecuzione – che già in passato ha causato diverse vittime e che rischia di assumere proporzioni simili a quelle degli anni ’40 del secolo scorso - . 
Di fronte a tutto questo, perché ci siamo meravigliati? D’altronde lo dicono pure gli sportivi interpellati: 

Le olimpiadi non devono essere strumentalizzate dalla politica. I diritti degli omosessuali non si devono far valere durante gli sport olimpionici.

Meglio, quindi, chiudere gli occhi e far finta di nulla, giusto? In fondo uno, due, tre o quattro gay che vengono uccisi per via dell’odio non fa più notizia. Vuoi mettere la morte di un omosessuale con una miss qualunque che mostra tette e culi?
Noi italiani siamo bravi a guardare solo quello che ci interessa. Negli anni è bastata una parola per non vedere come qualcuno professava cose e poi ne faceva altre. 
A noi italiani, si sa,  basta poco per capire cosa è giusto e cosa è sbagliato. Peccato, però, che quello che alla maggior parte della popolazione appare giusto, per tutto il resto del mondo non lo è. 
Quindi non meravigliamoci se Letta è andato là perché ha fatto solo quello che già fa qua: Togliere dignità, assieme a tutto il parlamento, a questo Paese e ai suoi cittadini. 
Viva l’Italia!