Post elezioni: E adesso cosa sarà della comunità LGBTQ? I commenti di Francesco Zanardi e Sergio Rozzi
Sappiamo
tutti come è conclusa l’ultima l'ultima tornata elettorale, quindi evitiamo di stare lì
a chiederci come sia possibile che il 30% degli italiani abbia votato ancora
una volta Silvio Berlusconi e il suo PD o di chiederci come mai Pierluigi
Bersani e il suo PD, seppur vincendo con lo 0,5%, abbia perso ancora una volta. Evitiamo anche di star lì a dire che il PD
ha sbagliato a mantenere al suo interno personaggi, come a esempio Rosy Bindi,
che con la loro visione della vita cattolica e tradizionale fanno sì che il Partito Democratico sembri tutto tranne che un partito di sinistra o che il PDL ha fatto ancora una
volta quelle stesse promesse che rifila da vent’anni, oppure che l’italiano ha la
memoria storica più corta di quella di un pesce rosso. Quello su cui noi omosessuali,
transessuali e bisessuali dobbiamo concentrarci è il seguente punto:
Con questo
esito elettorale, dei nostri diritti che ne sarà?
E non venite a dirmi che nel Paese ci sono altre priorità di maggiore urgenza, perché ognuno ha le proprie urgenze e tutte sono importanti seppur c'è chi dice il contrario.
Se per alcuni la priorità è riavere indietro i soldi versati per pagare l’IMU,
per me che non ho una casa di proprietà, quello che mi preme è avere riconosciuti finalmente i miei diritti civili.
Dopo il salto
Quindi
facciamo un punto della situazione in merito alla questione. Durante la campagna
elettorale gli unici che si erano sbilanciati a favore della comunità LGBTQ
ponendola nel loro programmi sono stati Partito Democratico e Rivoluzione Civile. Quest’ultimo
non raggiungendo il 4% è rimasto fuori dalla Camera e pertanto
scordiamocelo, il PD invece non ha raggiunto la maggioranza assoluta alla
Camera, e tanto meno al Senato, e difficilmente potrà portare avanti senza
intoppi il suo programma e pertanto necessita di un'alleanza.
Bersani ha aperto le porte al
Movimento 5 Stelle, unico e vero vincitore di queste elezioni, che però non
vuole saperne né di alleanze né di Bersani, definito dal suo leader Beppe
Grillo come Morto che parla. Allora che
fare? A Berlusconi non vuole cedere – finalmente una cosa di sinistra – anche
se questi s’è detto disponibile ad allearsi, per il bene del Paese, creando
una grande coalizione di salvaguardia
nazionale per fare tutte quelle riforme urgenti di cui l'Italia ha bisogno come la riforma della legge
elettorale – ‘sta cosa diviene sempre più una barzelletta tutta italiana dato
che i politici lo dicono da anni, ma poi se ne fregano allegramente – e diminuzione dei parlamentari e
dei loro stipendi/onorari – altra presa in giro per gli italiani che si
trascina da anni.
Tuttavia
una possibilità per il PD c’è perché Il Movimento 5 Stelle ha sempre detto che
appoggiarà quei decreti o in linea con il suo programma e quindi
il PD, se sarà furbo e saprà giocarsi le proprie carte, ha buone possibilità di
portare avanti la questione LGBTQ che, seppur non inserita nel programma, non è un tabù per i 5 Stelle.
Quindi
la domanda che mi faccio è:
“Dopo l'esito delle ultime elezioni, la situazione politica è più che mai in alto mare. In questo clima che in molti definiscono di ingovernabilità, la questione dei diritti LGBTQ sarà presente fra gli interessi di chi si appresta a guidare il paese?”
Ho
deciso di porre il quesito a due amici de Il mio mondo espanso, Sergio Rozzi, scrittore,
giornalista e conduttore radiofonico di Shortbus - Gli altri incontri radiofonici e Francesco Zanardi, fondatore
di Gay Italiani e noto attivista, ed ecco cosa mi hanno risposto:
Sergio Rozzi “Spero fortemente di si, che sia nell'agenda di programma del movimento 5 stelle. Mi auguro che sull'onda di altri paesi europei (Francia ed Inghilterra) anche la classe politica italiana sappia essere propositiva nel raccogliere le istanze della Cittadinanza.”
Francesco Zanardi "Purtroppo i diritti, non solo quelli GLBTQ sono stati i grandi esclusi dalla campagna elettorale, chi ne ha parlato lo ha fatto come accade oramai da sempre, a mero scopo pubblicitario. Purtroppo il Paese è governato da strane forme di vita clericale che non lasciano più spazio ai diritti di nessun genere. La classe dirigente non ha interesse alcuno a inimicarsi il Clero per dare diritti a cittadini che, in fondo, si accontentano delle promesse elettorali."
Insomma due pareri diversi, ma che, se vogliamo dirla tutta,
sono due facce della stessa medaglia, perché se da un lato c’è la speranza che questa sia la volta buona affinché anche l'Italia si porti al pari degli altri paesi europei, dall’altra
c’è la consapevolezza che troppe volte la politica italiana ci ha preso in giro
usandoci solo come voti utili per vincere senza darci nulla.
Non ci resta che aspettare e vedere se ci ritroveremo a una sorta di bis del 2006 oppure questo 2013 entrerà nei libri di storia come l'anno in cui non tutti i cittadini diventeranno uguali dal punto di vista giuridico.
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
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