Altri Mondi: Intervista ad Alessandro Ananasso, il Daniele di #TRIS


Lui è Alessandro Ananasso ed è uno dei protagonisti di #TRIS – Tre Tipi Travolgenti. Il suo personaggio, Daniele, è sicuramente uno dei più enigmatici della serie web che ogni giovedì alle 22:30 sul canale youtube #TRIS LA SERIE, e il venerdì su Il mondo espanso del cinema gay, tiene compagnia a centinaia di spettatori. Seppur giovane, Alessandro Ananasso ha alle spalle una discreta carriera iniziata a soli 11 anni, recitando in diversi cortometraggi, in diversi spettacoli teatrali e, adesso, in questa esilarante web serie. Io l’ho intervisto per farvelo conoscere meglio e farvi capite un po’ di più chi è questo giovane attore.


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Altri Mondi
Intervista ad Alessandro Ananasso,
il Daniele di #TRIS

Alessandro come è nata in te la passione della recitazione?
Non so spiegarlo, ha sempre fatto parte di me. E’ stato uno sviluppo naturale ed allo stesso tempo una conquista. E’ stata ed è una magia, quello che il personaggio ti permette di fare e di dire, viene da te, eppure lo tiri fuori da un luogo misterioso ed antico, oscuro e luminoso, ed è comune a tutte le persone. Tutti possono arrivare in quel luogo, la difficoltà principale sta nel portare quegli esseri, che hanno una vera e propria vita, su questo piano, e dargli voce e corpo. E la cosa buffa è che tutta questa teoria non l’ho elaborata adesso: l’ho sempre saputa. Ma tu sei ancora sicuro di volermi fare le altre domande?!

Sicurissimo! Quale è stata la tua prima esperienza lavorativa e come hanno reagito i tuoi genitori alla volontà di diventare un attore invece di scegliere un lavoro più stabile?
I miei genitori erano preoccupati, data l’instabilità lavorativa intrinseca in questa professione. In effetti, io ero d’accordo con loro: al tempo ero molto diverso da come sono adesso. Cercavo di farmi guidare da sentieri sicuri, finché un bel giorno non ho capito che “chi non risica non rosica”, e ho deciso di smettere di dirigere la mia vita verso una destinazione che non mi interessava, soltanto perché era più sicura: ho deciso di provare a seguire ciò che sentivo dentro, e oggi so che ho fatto bene. Ho fatto bene non perché abbia ricevuto delle conferme: ce ne sono state, e mi hanno aiutato, certo, ma il punto è che ora so qual è la mia strada, è la strada che io ho scelto, ed è qualcosa che amo. Non posso, né voglio smettere di essere quello che sono. E anche i miei genitori, oggi, sono decisamente contenti del modo in cui mi sto muovendo in questo campo. 
 La mia prima esperienza lavorativa, escludendo il cortometraggio frutto di un laboratorio scolastico, è stata a 18 anni, a Cinecittà. Sono stato chiamato a partecipare al corto di diploma di Riccardo Tamburini, un mio carissimo amico che stimo molto come regista e come persona, e che al tempo stava appunto concludendo il suo percorso accademico alla NUCT, Scuola di Cinema e Televisione. Era la prima volta che mi trovavo su un set, ed ero l’unico attore esterno fra tutti quelli della scuola. E’ stata un’esperienza bellissima. Il corto era intitolato Lo Schermo di Nebbia, e parlava di un personaggio di fantasia che andava alla ricerca del senso della propria esistenza, interrogando gli altri personaggi che incontrava e rivivendo le storie vissute con loro, già scritte nei vari copioni da cui venivano. Molto pirandelliano!
Mentre giravo la mia scena, fui notato da Paola Di Sante, un’altra regista che a sua volta mi chiese di recitare nel suo videoclip musicale, Perduto, come protagonista. E così un mese dopo, mi ritrovai di nuovo a Cinecittà, stavolta a girare una sorta di Hansel & Gretel in versione dark.

Come sei arrivato a #Tris?
Sono loro che mi hanno chiamato. Hanno avuto il mio contatto da Laura Monaco, l’attrice che interpreta mia sorella, nella fiction; hanno visto il mio showreel, e mi hanno proposto il ruolo di Daniele. La sceneggiatura mi è piaciuta subito!

Il tuo personaggio, come ho già ho avuto modo di dire, mi ha molto colpito in quanto, pur essendo il prototipo del bravo ragazzo, Daniele non riesce a vivere serenamente la propria omosessualità con la famiglia. Come ti sei preparato a questo ruolo?
Non è un personaggio facile. Daniele vive un forte conflitto interiore, che io ho profondamente legato al suo bisogno di rispetto e di appartenenza alla famiglia e agli amici. E’ un ragazzo molto sensibile, che si fa mille problemi, ma solo chi lo conosce bene lo sa. Gli altri lo vedono solo come il perfettino di turno, anche perché è questo che lui vuole mostrare di sé. Viene da una famiglia molto snob, quasi aristocratica, ed è stato cresciuto come se non dovesse avere difetti, esattamente come loro. Il suo conflitto, però, non è dovuto alla sua impossibilità di non avere difetti, essendo umano, ma al fatto che lui, nel suo profondo, NON VUOLE essere perfetto. Vuole essere uno fra gli altri; uno bravo e intelligente, sì, non uno qualunque, ma uno amato, apprezzato per quello che è; non vuole essere solo, come sua sorella. Questo è ciò che negli ultimi tempi ha compreso Daniele e lentamente si sta aprendo al mondo e quindi anche alla propria sessualità, che prima negava. Infatti Daniele non è mai stato uno di quelli che si nascondeva, vivendo però una doppia vita; in effetti si nascondeva anche a se stesso: ha ammesso di essere omosessuale solo in tempi recenti e oltretutto le sue pippe mentali (lato paranoico di lui che egli stesso sta scoprendo in questo periodo) gli hanno impedito di trovarsi un ragazzo prima di sentirsi del tutto pronto.
E poi è noioso! Questo sì che è stato difficile! Io sto sempre a ridere e scherzare, lui invece non pensa che a studiare. Però è stato anche divertente, perché la cosa che rende così interessante Daniele, a mio parere, è proprio il fatto che un lato di lui trova ridicolo il suo essere così impostato e serio, e lo prende in giro!

Pensi che serie di questo tipo possano aiutare i ragazzi a uscire allo scoperto con i famigliari e con gli amici?
Senza dubbio, anzi, lo spero! Se c’è una cosa che mi ha insegnato Daniele è “Fai quello che senti (con le dovute precauzioni, però)!” Eh sì, perché lui non è di certo un tipo avventato, pondera bene ogni scelta, ma (come vedrete nei prossimi episodi) ha capito che deve imparare ad essere meno razionale e più istintivo, a volte. E la chiave di questo è sempre l’amore.

Come ti sei trovato col resto del cast?
Andrea e Armando sono due persone squisite, e anche molto allegre. Mi sono trovato subito bene con loro. Laura (Viola) la conosco da anni, più di una volta ci è capitato di essere marito e moglie a teatro; è stato divertente, questa volta, ritrovarci fratello e sorella. Loro, e tutto il resto del cast, sono persone che si danno da fare, e lavorare insieme è stato molto stimolante, oltre che divertente!

A proposito di teatro, tu hai lavorato molto sul palcoscenico. A breve, poi, sarai di nuovo in scena con l’inedito tragicomico Al Diavolo l’amore!, per la regia di Mauro Scarpa. Cosa ti dà più emozioni, il palcoscenico o la telecamera?
Senza dubbio, il palcoscenico. Anche dopo le prime esperienze sul set, continuavo a preferire il teatro, però negli ultimi anni ho rivalutato molto la recitazione con la telecamera. E’ un altro tipo di interpretazione, che va gestita diversamente, ma è comunque molto appassionante. Ciononostante, la mia passione per il teatro rimane imbattuta.

La serie sta ricevendo una serie di commenti positivi, tuttavia non mancano alcune critiche, a volte eccesive a mio avviso, indirizzate proprio alla recitazione. Come li prendi questigiudizi?
Rispetto le opinioni di tutti. Non si può piacere a chiunque (ma bisogna comunque provarci!). Un buon attore sa già da solo come ha lavorato e se poteva fare di meglio. Le critiche, positive o negative che siano, se sono costruttive aiutano sempre (soprattutto le negative), ma la critica fondamentale è quella che l’attore fa a se stesso: quella dev’essere più onesta possibile.

Cosa ci sarà nel futuro di Alessandro Ananasso una volta terminata l’esperienza di #TRIS?
Non so, interviste in cui sono meno serioso, spero! Diciamo che oggi hai intervistato Daniele, più che Alessandro Ananasso. Ad ogni modo, il suo futuro (di Alessandro) non lo conosco, è uno che non fa progetti a lungo termine. Ed è uno che quando si rende conto che sta parlando di sé in terza persona, smette di parlare.
(Però hai cominciato tu!)

Allora per salutarti ti faccio una domanda meno seriosa. Cosa fai (da notare che ho tolto la terza persona) quando non sei impegnato con il tuo lavoro di attore?
Cioè quando? Scherzo, o quasi. Nel tempo libero vado al cinema e a teatro, esco con gli amici, faccio sport e sono un’ottima forchetta! Sono una persona relativamente normale in quei momenti, il problema è che ho poco tempo per esercitare tale normalità! Ma non mi lamento affatto, anzi: ho sempre preferito una vita movimentata ad una noiosa.

Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Foto:  Antonio Mancusi e Daniele Cruciani
Prefazione: Paolo Vanacore
Copertina di e con Giovanni Trapani
Casa Editrice: Tempesta editore
Prezzo: 15,00 Euro