Un nuovo mondo - Ventunesima Puntata

Prologo: Bentornati
E sì le vacanze sono finite del tutto ormai e quindi si torna a lavoro e non potevo che cominciare se non da dove avevo lasciato, ossia da "Un nuovo mondo". Tornano, infatti da oggi, le avventure di Fabrizio e Andrea, ma anche dei loro amici Alberto e Luca e di due nuovi personaggi di cui non vi anticipo nulla, sebbene avete già avuto modo di conoscere in passato, ma non aggiungo altro e vi lascio alla prima puntata di questo nuovo ciclo di "Un nuovo mondo". In conclusione vi voglio dire che da oggi un nuovo mondo avrà una locandina tutta sua come sempre realizzata da Giovy che ringrazio fortemente. Bene! Che dire di più? Bentornati!!!


Un nuovo Mondo

Locandina realizzata da Giovanni Trapani, tutti i diritti riservati

 Ventunesima Puntata







Da quando siamo tornati dalle vacanze, tutti noi ci siamo ritrovati immersi negli impegni quotidiani e se per Albero e Luca gli impegni sono quelli di sempre, per me e Andrea non è proprio così. Infatti aspettiamo i risultati dei test di ammissione per l’università. Sono passati più di dieci giorni da quando ci siamo seduti fra i banchi universitari per fare il test che ci potrebbe far diventare studenti di psicologia, ma ancora non ci sono notizie. Intanto continuiamo a goderci questi ultimi giorni di fine estate. Ieri sera ad esempio siamo andati a cena fuori con i nostri amici, approfittando del giorno libero di Alberto che ci ha raccontato di come è stata dura riprendere i ritmi del suo lavoro, mentre Luca ci ha divertiti raccontandoci una cosa buffa che gli era successo proprio ieri mattina al lavoro.



- Fabrizio vieni c’è posta per te.



- Cosa? – grido a mia madre non avendo capito le sue parole.



- C’è posta per te! – mi ripete affacciandosi alla porta della mia stanza. Mi alzo dalla sedia della scrivania e con uno scatto le strappo dalle mani quella busta. Era la risposta che aspettavo ormai da due settimane. Con una fretta inusuale, la apro e inizio a leggere quelle parole.



- Allora? Che ti dicono?



- Niente!



- Come niente?



- Spero di non deludere te e papà, ma… CE L’HO FATTA!



- Ah lo sapevo. Complimenti amore mio, sei un genio.



- Non esagerare adesso, non era poi così difficile il test.



- Sì, di’ quello che vuoi, ma per me sei un genio, il mio genio, mi ha detto stringendomi in un fortissimo abbraccio.



- Dai mamma, così mi soffochi.



- Hai ragione, ma sono troppo felice per te.



- Grazie. Devo dirlo ad Andrea. Pensi che pure a lui sarà arrivata la comunicazione?



- Non saprei, chiamalo e lo scoprirai.



- Sì! Hai ragione, lo chiamo subito.



***



- Pronto?



- Andrea sono io



- Ehi, che c’è? Dalla voce sembri euforico



- Sì infatti è così, mi è arrivata la risposta del test di ammissione. Ce l’ho fatto. Sono entrato.



- Bravissimo, sono felicissimo per te amore.



- Grazie e a te è arrivata?



- No ancora no, ma penso che arriverà in giornata. Dai mi vesto e ti passo a prendere e andiamo a prendere un gelato per festeggiare.



- Ma non pensi che sia meglio festeggiare quando anche tu saprai il risultato’



- Non ci pensare, quando arriverà festeggeremo di nuovo. E poi questo fine settimana i tuoi non ci sono e potremo festeggiare ancora più “intensamente”.



- Se la metti così, ti aspetto. Non tardare. A dopo.



- A dopo.



Chiusa la conversazione, mi sono chiuso in bagno per farmi una doccia cantando come un matto. Non pensavo di riuscire ad entrare in questo corso. I numeri a disposizione erano davvero pochi rispetto al numero dei ragazzi che si sono presentati. Uscito dalla doccia ho indossato una maglietta e un paio di jeans e mentre stavo per infilare le scarpe, il telefono a squillato, facendomi capire che Andrea era già giù.



Aperto il portone di casa, vedo Andrea con ancora il casco infilato in testa e con la moto accesa.



- Guarda? – mi ha detto mostrandomi una busta.



- Ė quello che penso?



- Sì!



- Allora che dice?



- Non l’ho ancora aperta.



- Dai cosa aspetti, aprila.



- No andiamo al vecchio capannone. Voglio aprirla lì assieme a te.



- Ok, andiamo allora.







La strada scivolava sulle ruote senza che se ne accorgessimo e così in meno di dieci minuti siamo arrivati in quel capannone dove io e Andrea ci siamo detti ti amo per la prima volta. Spenta la moto, ci togliamo i casci avviandoci all’interno.



- Bene, sei pronto? – domando impaziente



- No, però devo farlo.



- Già!



- Ok – e dicendolo, ha strappato il lato della busta e ha iniziato a leggere.



- Allora? Che aspetti a dimmi cosa c’è scritto?



- …



- Andrea? Perché non parli? Che cosa c’è scritto?







Continua …