Omofobia, idiozia e vigliaccheria

Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
Lo sappiamo tutti ogni anno che si avvicina il periodo dei pride, gli omofobi ne dicono e ne inventano di cotte e di crude. Nelle ultime ore sui social sta girando la foto di un bambino in pantaloncini che balla e canta spacciando l’immagine per una foto scattata lo scorso sabato al gay pride romano (a proposito venerdì non perdete il reportage realizzato da Eustachio79). Ovviamente tutti i benpensanti italici hanno iniziato a commentare scandalizzati senza assicurarsi che la notizia fosse vera o meno. 

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Se si fossero sforzati un minimo, invece di trovare l’ennesima scusa per dire quanto i 'froci gli fanno schifo' e di quanto 'non siano idonei a credere dei bambini', avrebbero scoperto che la foto, presa da un video che spopola sul youtube, non solo non è stata scattata a Roma, ma nemmeno a un pride. Il bambino si trovava alla parata del Carnevale brasiliano  dove da sempre uomini, donne e bambini si lasciano andare a balli e canti senza pensare che ci sia dell’indecoroso. L’Italia, però, si sa, è il Paese in cui se le cose non fanno parte della sua normalità sono da ritenere sbagliate, deviate, perverse.

Sempre a tema di Pride, un’altra foto ha fatto il giro della rete di due uomini vestiti solo con un paio di pantaloni di pelle che lasciavano il sedere scoperto. Anche questa è stata attribuita al corteo romano e anche questa volta padri e madri di famiglia a scagliarsi per 'l’immoralità dei finocchi'. Anche in questo caso, però, non era un’immagine scattata nella capitale, ma era una foto di un pride statunitense e i due erano due naturalisti, che da mondo e modo non sono solo omosessuali, che hanno usato il pride per rivendicare la loro libertà di girare nudi.

Se c’è una cosa che ho sempre mal sopportato è il populismo becero che con l’avvento dei socials è diventato ancora più estremo. Dato che dietro uno schermo e una tastiera, tutti trovano il coraggio da leoni che nella vita di tutti i giorni nascondono sotto strati di vigliaccheria, si è perso il senso della misura e del rispetto tanto non se ne pagano le conseguenze e non ci si rende conto del male che viene fatto. Purtroppo questa è una caratteristica che appartiene a tutti, sia etero che gay. Non è un mistero che a parlare male dei pride non sono solo gli eterosessuali, ma molti gay, e questo mi capita di ribadirlo ogni anno di questi tempi, e ciò è anche peggio. Il dover ascoltare critiche da gente che, non solo non capisce l’utilità di scendere in piazza per rivendicare i propri diritti, ma che non è mai andata, nemmeno per sbaglio, a una parata dell’orgoglio omosessuale è fastidioso soprattutto perché aprono bocca solo perché hanno visto qualche immagine sui media e sugli stati personali di facebook o twitter.

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Mia madre mi ha insegnato che “ognuno dice l’Ave Maria secondo le proprie intenzioni” per spiegarmi che la gente parla male di qualcuno solo per pararsi il culo e mai come in questo caso penso che abbia ragione. La gente pur di spargere merda su chi mal sopporta, usa tutti i mezzi possibili strumentalizzando, come in questo caso, anche dei bambini. Non dirò che ho provato schifo nel leggere certi commenti scritti da padri e da madri perché detesto questo termine, ma non nego di aver provato un certo disgusto nel leggere tante parole brutte, oscene, amorali usate da persone che dovrebbero avere, dato il ruolo importante che hanno scelto di assumere, ossia l’essere genitore, una sensibilità maggiore per insegnare ai propri figli il rispetto altrui.

Sempre in questi giorni sulla rete sono circolate altre due foto. Una è il primo piano di un ragazzino di 14 anni che si chiamava Rafael. Il tempo verbale non è usato a caso perché Rafael è morto, ucciso dallo zio, che lo ha martoriato schiacciandogli il cranio e spezzandogli la schiena con un bastone, solo perché gay.

L’altra immagine ritrae il viso deturpato di un famoso dj di Baltimora che è stato aggredito dopo una serata di lavoro, mentre rientrava a casa col compagno. Sulla sua pagina fb ha scritto: 'Stavamo tornado a casa dalla serata. Eravamo allegri, io canticchiavo e ballavo sul marciapiede, quando un pazzo con la sua macchina ci è venuto addosso. Poi si è precipitato fuori dalla macchina urlando la parola ‘froci’ ci ha colpiti molte volte in faccia, poi è scappato via.”

Ovviamente quegli stessi genitori che hanno commentato le false foto dei pride romani, non hanno scritto o detto niente. Non hanno sentito né la necessità di esprimere il loro sconcerto per la vita spezzata di un ragazzino, per la violenza con cui quell’orco dello zio lo ha ucciso né indignarsi per l’aggressione di due ragazzi che non avevano fatto nulla se non rincasare felici.
E quindi mi viene da chiedere: è più sconcertante una finta notizia che alimenta l’odio omofobo o quella reale in cui l’omofobia ha colpito? Se fosse uno dei figli di questi soggettoni a trovarsi sul cammino di un imbecille omofobo, appoggerebbe quest’ultimo dicendo che ha fatto bene?  Se fosse un loro fratello a essere ucciso da uno zio coglione, si batterebbero per quest’ultimo?

Cari genitori che sui social dite che noi omosessuali non sapremmo essere bravi, invece di dimostrare che neppure voi lo siete, perché non ci mostrate come dovrebbero essere realmente un padre e una madre?  Ne gioiremo tutti quanti.