Altri mondi: Sportellotrans Milano - Intervista ad Antonia Monopoli
Rubrica: Francesco Sansone
Grafica: Giovanni Trapani
E anche in questo nuovo ciclo de Il mio mondo espanso riprendono le
interviste di Altri Mondi e, come
ogni anno, avranno il compito di presentarvi personaggi che con i loro sforzi e
il loro lavoro si attivano per sdoganare la realtà LGBTQ in questo Paese.
Ho il piacere di iniziare questa
nuova stagione con una donna che non s’è fatta abbattere dalle difficoltà che
la vita le ha riservato, riuscendo non solo a venirne fuori, ma a impegnarsi
perché tanti ragazzi e tante ragazze che come lei sono nati in un corpo che non
sentono loro non si ritrovino da soli. Lei è Antonia Monopoli ed è la
responsabile dello Sportello trans e quella che
segue è un’intervista che vi consiglio di non perdere.
Antonia, sei la responsabile
dello sportello Trans ALA Milano Onlus. Come nasce il tuo impegno sociale e
come sei arrivata a ricoprire il ruolo che svolgi adesso?
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Nella foto: Antonia Monopoli |
Nasce nel lontano 2002 quando mi
sono avvicinata per la prima volta all’ArciTrans “La Fenice” situata all’interno
dell’Arcigay CIG Milano. Lì incontrai la presidente Deborah Lambillotte.
All’epoca da una mia carenza sono riuscita ad attingere a una risorsa esistente
e, nello stesso tempo, farmene carico per portarla avanti nel tempo. Negli anni
a seguire ho partecipato a delle formazioni per perfezionare il mio ruolo e
avere più strumenti per svolgere il lavoro che ancora oggi porto avanti
offrendo un servizio specifico.
Come è stata la tua adolescenza e
come hai affrontato il tuo sentirti una donna nel corpo di un ragazzo?
La mia adolescenza è stata
confusionaria ed è stata caratterizzata dall’abuso di alcool, da un tentato
suicidio, dalla fuga da casa e dal contesto in cui vivevo. Dovevo fare i conti
con una società, quella pugliese, ostile, maschilista e sessista. Non avevo
nessuna informazione e nessun strumento, solo tanta voglia di essere me stessa:
una donna.
Da sempre la figura della donna
transgender è legata alla prostituzione e questo binomio è difficile da
sconfiggere e di certo certa stampa non
aiuta affatto. Quando leggi sui giornali notizie legate a questo tema che cos’è
che ti da più fastidio?
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Nella foto: Antonia Monopoli |
Bisogna premettere che la
prostituzione negli anni passati è stata l’unica risorsa a cui le transgender
potevano attingere per essere donne. Oggi come oggi, grazie soprattutto al
lavoro svolto dalle associazioni di riferimento lgbt e alla collaborazione in
questi ultimi anni delle istituzioni, la persona transgender può scegliere
un’alternativa a essa. Certo è che quando leggo ancora oggi alcuni articoli di
giornale mi si accappona la pelle per il continuo uso di termini come “Viados” o
per le declinazioni dei pronomi riferiti al sesso biologico della persona trans,
o ancora l’indicare il nome al maschile, e il dare per scontato il binomio trans=prostituzione.
Credo che dietro a tutto questo ci sia poca professionalità e ciò danneggia la
dignità delle persone transgender.
Di recente è scoppiata un grande
polemica legata alla sepoltura di una donna transessuale con gli abiti maschili.
Tu come hai reagito a questa notizia e che cosa hai pensato nel leggerla?
L’ho letta e sinceramente mi è
salito il sangue al cervello dalla rabbia. Non so come fossero i rapporti tra
questa donna transessuale e i suoi famigliari, ma, a ogni modo, ho trovato
molto ingiusta la scelta della famiglia. Un non rispetto da parte della
famiglia verso la dignità di una figlia trans. Ancora una volta ho visto danneggiare
la dignità di tutte le persone trans e non solo della defunta in questione.
L’Italia si sa non è proprio uno
dei Paesi più propensi all'omosessualità e i continui rimandi di una legge
contro l’omofobia o del riconoscimento dei diritti civili ne sono una
dimostrazione. Anche l’attuale premier sta seguendo le orme dei suoi
predecessori rilasciando tante promesse e non mettendo in pratica nessun fatto,
almeno al momento in cui ti parlo. Quando, secondo te, l’Italia sarà pronta a
riconoscere pari diritti e pari doveri a tutti i suoi cittadini? E secondo te
chi dovrebbe governare questo Paese affinché si allinei allo standard europeo?
Quando, secondo me? Sinceramente
credo che non ci sia un tempo per, bensì
credo che la maggior parte della popolazione italiana sia pronta da moltissimo
tempo ai cambiamenti verso l’emancipazione; non per niente alle manifestazioni
pubbliche come i Pride, che si svolgono ogni anno dagli anni 70 in molte città
italiane, vi partecipano tante persone lgbt, ma anche famiglie, amici,
simpatizzanti eterosessuali con l’unico scopo di rivendicare pari diritti, pari
dignità e pari opportunità per tutti ponendo fine alla divisione fra cittadini
di serie A e di serie B.
Chi ci dovrebbe governare? Bella
domanda! A volte vediamo che coloro che ci governano sono persone incompetenti
che promettono, ma non mantengono. Interlocutori non affidabili. Tutto questo
mi sconforta.
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Al momento vivi a Milano
capoluogo della Lombardia regione che da sempre rimanda alla mente,
politicamente parlando almeno, alla Lega. Proprio i suoi esponenti, Bonanni e
Salvini giusto per citarne due, sono contrari all'omosessualità tanto da
sentirsi vicini alla Russia di Putin e di volerne seguire l’esempio. Da
milanese d’adozione, che cosa ne pensi di tutto ciò? Pensi che la Lega possa
influenzare altri partiti?
Spero di no! A Milano abbiamo una
giunta comunale favorevolissimissima alle pari opportunità, è stata creata la Casa dei Diritti dove l’organizzazione a
cui faccio parte, l’associazione ALA Milano Onlus, collabora con le operatrici
presenti e con la giunta comunale. Non per niente quest’anno la Casa dei Diritti ospiterà una mostra
fotografica denominata “Il tuo tabù e la
mia famiglia” per l’evento annuale del Transgender
Day of Remembrance.
Tornando al tuo lavoro, c’è
un’esperienza che ti è rimasta particolarmente al cuore?
Tutte le persone che ho accolto
nel mio ufficio e non solo, che ho ascoltato, che ho seguito e che continuo a
seguire hanno, da sempre, uno spazio nel mio cuore.
Sono tante le persone che
usufruiscono del servizio che offro e sono soddisfatta del lavoro che svolgo
con l’aiuto e il supporto delle persone che fanno parte dell’associazione ALA
Milano Onlus.
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Non ho bisogno di convincere
nessuno, io ci sono! C’è uno spazio accogliente che è la sede dove opero, una
serie di strumenti quali linea telefonica, mail e social network pronti all'ascolto e all'accoglienza e un team di persone accanto a me pronte ad
attivarsi per supportare la persona che necessita di aiuto, dei servizi e delle
associazioni esistenti sul territorio milanese, lombardo ma anche nazionale con
le quali collaboriamo in rete per facilitare i percorsi di vita quotidiana
delle persone transgender e delle loro famiglie.
Info contatti
Sito internet sportellotransalamilano.it
Pagina face book sportellotrans.alamilano
Indirizzo e – mail sportellotrans@alainrete.org
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