Due ragazzi picchiati perché si stavano baciando

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Grazie a Maurizio per avermi segnalato la notizia

Un mondo di Notizie: Due ragazzi picchiati perché si stavano baciando

In questi giorni sui social network gira la foto di un giovane uomo francesepicchiato selvaggiamente perché gay, ma c’è stato un altro caso che non ha avuto grande risonanza mediatica sul web, ma che ha ugualmente causato due vittime qui nel nostro Paese e per l’esattezza a San Donà di Piave, un picciolo centro nel veneziano.





Mentre ci stavamo baciando abbiamo sentito un sasso di piccole dimensioni arrivarci in testa. Poi si sono avvicinati questi due ragazzi, dal volto mezzo travisato, italiani, non era molto ben chiaro, e ci hanno sferrato due pugni e un calcio.
A parlare è  Filippo il giovane ventitreenne che assieme al suo compagno è stato aggredito da degli stupidi idioti con il viso mezzo coperto che si sono sentiti infastiditi dal bacio che la vittima stava scambiandosi con il suo ragazzo.

Ma questo episodio è stato solo l’ultimo atto di violenza a cui è stato sottoposto il ragazzo. Infatti la sua vita è sempre stata piena di insulti omofobi, tanto da confessare di vivere ormai nel terrore. Inoltre non può contare nemmeno sull’aiuto della famiglia che lo ritiene un malato:


Non è facile vivere in questa società. La cosa peggiore è avere papà e mamma che ti credono malato. Io non sono malato, se trovassi un occupazione me ne andrei subito. È che purtroppo non c'è lavoro, e così devo passare le giornate a casa.



Non ostate tutto e l’invito del sindaco di San Donà di Piave, Francesca Zaccariotto, a denunciare gli aggressori, il ragazzo ha deciso di non procedere per questa strada e sogna di abbandonare l’Italia per non essere più additato come un malato.

Questo è quanto è accaduto, ma perché la storia di Filippo merita tutta l’attenzione possibile? Il motivo è il racconto che fa della sua vita, ma analizziamolo assieme. 


Primo punto: L’aggressione. Non solo questa è segno di un’ignoranza di fondo che vive in certi deficienti che si sentono così forti nel picchiare il frocio di turno, ma è anche il segnale che finché non ci sarà una legge che finalmente punisca questo tipo di reato, ognuno può permettersi di farlo e farla franca e scusate il gioco di parole.


Secondo punto: La famiglia. Il ragazzo non so si trova costretto a subire l’ignoranza e l’odio della gente che lo circonda, ma anche in casa non può contare sull’appoggio dei genitori che lo ritengono un malato costringendolo a curarsi, non sapendo che gli unici che dovrebbero sottoporsi a terapia sono loro che sono incapaci di proteggere e amare il figlio.


Terzo punto: Non denunciare l’aggressione. Qui il ragazzo secondo me sbaglia, perché se non si inizia seriamente a far capire che certi atteggiamenti sono sbagliati e che, anche se non c’è una legge a DOC per le violenze omofobe, si può incorrere a punizioni giudiziarie, questi imbecilli non si fermeranno mai. Forse Filippo crede che pur denunciandoli non cambierà nulla, ma questo non deve impedire di pretendere giustizia.


Per concludere potrei dire che è una vergogna che nessun giornale cartaceo e nessun telegiornale nazionale si sia sentito in dovere di riportare la notizia, ma sarebbe solo fiato sprecato. L’unica cosa da dire è: Vergogna! Sì, proprio vergogna, perché un Paese che permette che questo tipo di violenze passino inosservati  sia dal punto di vista giuridico che dal punto di vista giornalistico, deve solo ed esclussivamente VERGOGNARSI!

Rubrica: Francesco Sansone 
Grafica : Giovanni Trapani 

Fonti: Gayburg, Il Gazzettino.it